Chi è lo chef Cannavacciuolo e perché la sua cucina piace così tanto? Tre stelle Michelin, volto noto televisivo, patron delle eccelse cucine di Villa Crespi e una lunga serie di riconoscimenti internazionali, Antonino Cannavacciuolo è uno degli chef italiani più amati nel Bel Paese. La fama nazional popolare, dovuta alle sue partecipazioni a numerosi programmi tv, non intacca il suo spirito goliardico, affabile, che tanto piace al pubblico. A quello che lo segue “a distanza”, ovvero senza concedersi una cena d’alto livello nel suo tristellato ristorante sul lago d’Orta, in Piemonte, e a quello che, invece investe tra i 200 e i 300 euro per un’esperienza culinaria firmata dal grande maestro napoletano.

La terza stella Michelin gli viene assegnata martedì 8 novembre,

sebbene Cannavacciuolo abbia ammesso di averla attesa per molti anni, dal lontano 1999, anno in cui associa il suo nome alla storica Villa Crespi, dimora ottocentesca che svetta in stile moresco sulle rive lacustri e che dal 2012 è annoverata tra le dimore del circuito Relais e Châteaux. La prima stella è datata 2003, seguita tre anni dopo dalla seconda, ma già dagli anni Novanta ambisce ad ottenere questo genere di “consacrazione”. Il grande pubblico inizia a fare la sua conoscenza nel 2013 grazie all’esordio televisivo nel programma Cucine da incubo a cui resta legato professionalmente per i successivi anni come “patron di casa”.

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La tavola italiana a tre stelle

La cucina dello chef piace e ammalia gli italiani, e non solo, per la sua “fedeltà” alle origini. Semplicità, genuinità, estro senza eccessi, sono elementi tipici dell’arte gastronomica nazionale e che, spesso vengono accantonati dai grandi nomi del gotha culinario per rivisitazioni che, alla fine, lasciano nel piatto ben poco di italiano. In fondo gli italiani a tavola non sono mai stati artificiosi ricercando più il gusto che la complessità. Cannavacciuolo, invece è uno di quegli chef che, nonostante la gloria mediatica di cui si riveste da anni, non abbandona tali aspetti della cucina e della sua stessa vita professionale. Quest’ultima inizia proprio sotto casa, la sua, ed è una vita di famiglia, di insegnamenti trasmessi da padre, cuoco, scultore di burro e docente in una scuola alberghiera campana, a figlio, apprendista e desideroso di lasciare un segno nel mondo dell’alta ristorazione.

chi è Antonino Cannavacciuolo | Life&People Magazine

La sua figura, imponente e alta, lascia già un segno indelebile nella memoria

Classe 1975, negli anni Novanta si destreggia, prima nelle cucine sorrentine del ristorante Vesuvio, poi in quelle del San Vincenzo. Dopo tale esperienza, nel medesimo decennio si trasferisce al Nord Italia e, nella provincia di Novara, sua città di adozione, si dedica alla cucina del San Rocco di Orta San Giulio e successivamente a quella dell’Approdo di Pettenasco, sempre sul lago d’Orta. A questo punto, ritorna nella sua regione alla volta del ristorante del famoso e lussuoso hotel Quisisana di Capri che deve il suo nome alle origini dell’edificio, nato nell’Ottocento come casa di cura. Da allora ad oggi, lo chef partenopeo scala la vetta della notorietà “insediandosi” a Villa Crespi come sovrano delle sue cucine.

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Sull’olimpo culinario, lo chef non si lascia abbagliare da esercizi di stile per creare concept visivi più che pietanze. Se la forma, la presentazione, di un piatto è un must per l’avventore, soprattutto nella società del visual e in tv, lo è anche la creazione di qualcosa che possa essere apprezzata, compresa, da tutti. Una sorta di cucina democratica, accessibile ai gusti di molti, appetitosa, gustosa, colorata.

L’importanza del colore in cucina

L’attenzione alle scelte cromatiche in cucina è doverosa perché, come vuole un detto comune “si mangia anche con gli occhi” e, in realtà non si tratta solo di un’espressione diffusa. Secondo una ricerca di psicoterapia e nutrizione, condotta dall’istituto nazionale giapponese, la vista del cibo è strettamente correlata al comportamento verso l’alimentazione, pertanto si garantisce sempre più tempo e cura all’esibizione dei piatti. Altro aspetto irrinunciabile della cucina di Cannavacciuolo, e del suo staff, è la scelta di portare l’Italia sulle tavole del suo ristorante. Da Nord a Sud, le sue creazioni consentono al cliente un viaggio metaforico attraverso tutto il Bel Paese con una sosta maggiore al Sud Italia, visto che tutto è partito proprio da lì.

chi è Antonino Cannavacciuolo | Life&People MagazineNel menù degustazione del ristorante novarese, il “buon viaggio” di Antonino Cannavacciuolo propone piatti che spaziano dal tonno vitellato al riso carnaroli con bottarga, midollo e ostrica, al sedano rapa con frutto della passione e aglio nero per concludere con dolci e, il tradizionale caffè. La tradizione è una delle chiavi di lettura della sua cucina che, seppur resa contemporanea, traspare dai suoi piatti. L’Italia a tavola è, in media, unanime in fatto di gusti e preferenze e lo chef lo sa.

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