Con l’arrivo della stagione fredda tornano di tendenza la lana e il cashmere. Ecco dunque che con l’abbassarsi della temperatura rivediamo all’interno dei nostri armadi cardigan, maglioni e accoglienti pullover, capi irrinunciabili riproposti negli anni in mille forme diverse da brand come Hermès, Jil Sander, da Max Mara a Isabel Marant, ma anche Gucci e Falconeri, che hanno spesso puntato su colori particolari e d’impatto.
La lana in tutte le sue varietà, dunque, si dimostra essere anche quest’anno un must intramontabile e abbinabile sia a tessuti più grezzi, come il jeans, che a quelli più sofisticati come la pelle, permettendo di ricreare look eleganti o più grunge a seconda dei gusti. Tuttavia, prima di lanciarsi in uno shopping sfrenato, è necessario imparare a riconoscere la qualità di un tessuto di lana, in modo da poter giovare delle sue caratteristiche, specifiche e irriproducibili.
Lana e cashmere di qualità, come si riconoscono: qualche suggerimento pratico
Una buon tessuto di lana non presenterà mai i tanto odiati “pallini” (nel gergo tecnico “pills”): più bassa è la qualità del filato, più è facile che al minimo sfregamento si vengano a formare. Inoltre, la trama deve risultare regolare, senza fili sciolti, nodi o trasparenze, a meno che questa caratteristica non sia una scelta di design vera e propria applicata dallo stilista. In aggiunta, il materiale deve risultare elastico al tatto. La lana di qualità si riconosce dalla stabilità della trama, non si sforma facilmente e in genere si mantiene su toni neutri. Colori più appariscenti ci indicano che il tessuto è stato sottoposto a più trattamenti artificiali.
Il cashmere, più delle altre varietà, si contraddistingue per un’estrema morbidezza e brillantezza ma anche per la sua delicatezza. Un suo punto di forza è l’anti-staticità, percepibile anche al tatto. Un’altra garanzia di qualità e purezza della lana cachemire sta nel suo costo piuttosto elevato: di norma il prodotto viene venduto intorno ai 150 euro al kg senza manodopera, questo perché si tratta di un materiale raro proveniente da regioni circoscritte e soggetto come anche le altre varietà di lana ai cambiamenti ambientali.
Imparare a leggere le etichette: brevi cenni storici
La lana è una fibra tessile di origine naturale e più nello specifico animale, tra le più amate e utilizzate di sempre. Pare addirittura risalire ai tempi dei Babilonesi, non a caso il nome della città di Babilonia sta per “terra della lana”. La lana si ottiene dalla tosatura e dalla lavorazione dal vello di vari animali, principalmente ovini, camelidi e conigli. Il tipo di lana più conosciuto è la lana Merino o Merinos, dall’omonima razza di pecore allevate soprattutto in Australia e Nuova Zelanda, mentre una delle varietà più pregiate e costose è il Cashmere, proveniente dalle capre Hircus originarie della regione del Kashmir, da cui prende il nome.
La lana merino è più durevole ed economica del cachemire
Tale materiale, più facile da reperire, è famoso per non “pungere”, caratteristica tipica di altre varietà: proprio per questo motivo risulta perfetta per stare a diretto contatto con la pelle. Il processo di produzione della lana, e in particolare del cashmere, richiede tempo e attraversa numerose fasi con un importante impatto sull’ambiente, motivo per il quale il costo di questo tessuto è sempre piuttosto elevato. È per questo che sul mercato, allo scopo di soddisfare le necessità di un cliente sempre più abituato alla moda veloce e tessuti low-cost, sono state introdotte numerose varianti sintetiche, ben più economiche e facili da reperire, che però non hanno niente a che vedere il filato originale.
Le caratteristiche di un filato di qualità
Alla luce di quanto emerso fin’ora, è possibile stilare una lista di caratteristiche di base di un buon filato:
- Un notevole isolamento termico sia dal caldo che dal freddo che consente di mantenere stabile la temperatura corporea di chi la indossa;
- Idrorepellenza;
- Resistenza, generata dalla presenza della cheratina nel vello dell’animale di provenienza, una sostanza proteica che conferisce al filato anche elasticità e morbidezza;
- Traspirabilità, proprietà che l’Acrilico per esempio non garantisce;
- Igienicità, proprietà riconducibile soprattutto alla struttura della fibra della lana Merino che impedisce l’accumulo della polvere e ostacola gli acari grazie alla lanolina, ignifuga e antibatterica.
Un corretto mantenimento di capi di origine animale come la lana prevede lavaggi delicati, preferibilmente a mano, o in lavatrice sotto i 30° e a bassa centrifuga, con prodotti naturali o neutri magari abbinati a lozioni ristrutturanti salva-fibre. Da evitare nella maniera più assoluta l’asciugatrice, per l’asciugatura della lana invece è meglio preferire una stesura orizzontale e al naturale del capo. Si tratta di consigli molto utili da seguire alla lettera, se non vogliamo rischiare di compromettere in modo irrimediabile i nostri capi preferiti che ci accompagneranno durante l’inverno.
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