Prima GAP, poi Balenciaga, poi Adidas, poi gli uffici di Sketchers; tutti stracciano il proprio contratto, rigorosamente milionario, con Kanye West, una delle personalità più controverse del panorama mondiale finito sotto l’occhio del ciclone a causa di una frase fortemente antisemita. Un effetto domino che ha coinvolto le principali aziende di moda mondiali, le quali hanno voluto dissociarsi, probabilmente in modo definitivo, dalle affermazioni del rapper, oramai diventato vittima di se stesso.

Tutti mollano Kanye West: che cosa è successo?

Le radici dell’astio del mondo della moda verso l’artista risalgono a qualche settimane fa. Nel giorno di chiusura della Paris Fashion Week infatti Kanye ha presentato, a sorpresa, la nona collezione del suo marchio Yeezy, facendo indossare ai modelli una t-shirt con una scritta molto discussa: “White lives matters”, palese riferimento alla campagna Black Lives Matters scaturita all’indomani della tragica morte di George Floyd, assassinato dalla Polizia di Minneapolis nel 2020; un fatto gravissimo denunciato, tra gli altri, dall’Anti-Defamation League, ONG che per prima ha etichettato la scritta incriminata come frase suprematista bianca nata nel 2015 come risposta razzista al movimento.

Adidas contratto Kanye West Life&People MagazineIl fatto ha scandalizzato un numero cospicuo di rappresentanti del fashion-system, tra cui spicca anche la fashion editor e stylist Gabriella Karefa-Johsnon, profilo di rilievo molto importante e già collaboratrice di Vogue America. Proprio contro di lei si è scagliato Ye per difendersi dalle accuse, commentando – altro gesto deplorevole – in modo vile la sua estetica e il suo look con termini non certamente raffinati. Per rispondere all’indignazione generale provocata dalle sue gesta, Kanye ha nuovamente attaccato tutti tramite i suoi profili social, non risparmiando nessuno: dal Direttore creativo di Supreme Tremaine Emory al magnate del lusso Bernard Arnault passando al compianto Virgil Abloh.

Adidas contratto Kanye West Life&People MagazineIl tutto condito da deliranti (nel 2019 gli è stato diagnosticato un disturbo bipolare) frasi antisemite e contro l’aborto (un esempio per tutte: “Il 50% delle morti delle persone nere oggi è dovuta all’aborto. Il posto più pericoloso per una persona nera in America è il ventre della propria madre”). Violando dunque in toto le politiche delle piattaforme circa l’incitamento all’odio, il cantante è stato sospeso sia da Instagram che da Twitter, fattore che lo ha spinto ad acquisire Parler, un social media molto utilizzato dall’estrema destra statunitense.

Prima Balenciaga, poi Adidas

Quanto accaduto ha spinto l’Adidas, che già da tempo stava valutando il suo rapporto con l’artista, a rompere e stracciare completamente il contratto di collaborazione con West. Una decisione giustificata ma sicuramente non presa alla leggera da un punto di vista economico: il sodalizio tra il brand tedesco e Yeezy infatti in passato aveva fruttato dei profitti incredibili, divenendo quasi il capostipite dello sportwear. Ma quello di Adidas è solo uno di una lunga serie di addii: proprio poche settimane fa infatti è scaricato da Balenciaga che, reputando assolutamente inaccettabile quanto fatto, ha cessato immediatamente il rapporto con il cantante tramite una decisione irreversibile presa dal gruppo di controllo Kering. A settembre invece, sempre per dissidi, è finito anche il legame di lavoro con GAP, celeberrima azienda di abbigliamento e accessori, per accuse sui vincoli contrattuali.

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Gli ultimi fatti: il caso Skechers

A tutto questo si aggiungono i gravi fatti resi noti nella giornata di giovedì 27 ottobre denunciati da Skechers, noto brand di sneakers. L’azienda infatti, appena quarantottore dopo la notizia della separazione con Adidas, ha fatto sapere di aver allontanato fisicamente Kanye West dai propri uffici a Manhattan Beach, in quanto considerata persona non gradita giunta nel quartier generale senza alcun invito e intento a fare delle riprese con una videocamera per motivi ancora da chiarire. Nelle ultime ore hanno preso le distanze da lui anche i Foot Locker, TJ Maxx e la banca JP Morgan. Intanto, il Museo delle Cere di Londra, visti i fatti, ha deciso di rimuovere la statua di cera di Kanye West esposta al celeberrimo Museo Madame Tussauds, forse il gesto che più di tutti certifica l’autodistruzione di un genio che deve essere però assolutamente aiutato.

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