Una nuova realtà nella moda italiana, dove l’eleganza si coniuga con la semplicità e con la ricercatezza; è questo il claim di Andreina, brand fondato da Andreina di Maio, ideato e realizzato in Sicilia a Palermo. Un marchio che attinge a piene mani nella contemporaneità, non perdendo mai però il focus sulla classicità e sulle contaminazione di tradizioni e culture: nelle sue creazioni infatti si dipanano armoniose – altra parola chiave, come vedremo più avanti – le tonalità delle campagne agrigentine, la lezione arabo normanna tipica del capoluogo siciliano oltre che tante, tantissime, influenze derivanti dai viaggi in giro per il mondo, elemento essenziale per trovare la giusta ispirazione.
Le proprie radici rappresentano spesso una base di partenza,
come dimostra anche l’ultima collezione Prêt-à-couture SS 2023 recentemente presentata al White di Milano incentrata sulla memoria delle isole Eolie, l’arcipelago magico che si affaccia davanti al territorio messinese e sprigiona bellezza, profumo e fascino: sensazioni tradotte in abiti dalle linee morbide ed essenziali impreziositi da dettagli sartoriali, tra cui spiccano tessuti nobili e grezzi come lino e pelle nella versione stretch che contrastano la fluidità del crepe de chine; presenti anche strati di tulle di seta, utili a realizzare delle sfumature estive lasciando intravedere qualche trasparenza. Ampia cura inoltre nella scelta dei colori con accostamenti cromatici molto sofisticati, come ad esempio le tonalità ispirate alle sfumature della roccia vulcanica, con verde e grigio.
Un approccio dunque colto ma soprattutto estremamente creativo e libero, dettato solo dalle sensazioni del momento, come spiega la stessa dress designer in questa intervista rilasciata a Life&People Magazine.
Quando avviene la sua folgorazione per la moda?
«Posso dire di essere appassionata di moda da sempre! Già nei miei primi mesi di vita mi addormentavo abbracciata a un collo di pelliccia di mia madre, e da bambina adoravo vestirmi da signora, sperimentando accostamenti originali tra i più begli abiti di mia madre e di mia nonna. Anche crescendo ho sempre mantenuto intatta nel tempo questa passione per la sperimentazione creativa». La Sicilia, lo sappiamo, è una terra sì magnifica ma estremamente complessa, soprattutto quando si deve fare
impresa.
Quali sono i principali ostacoli che ha dovuto destreggiare da un punto di vista imprenditoriale fino a questo momento?
«L’imprenditoria in Sicilia, a mio avviso, ha un’impostazione che definirei sotto certi aspetti “familiare”, nel senso che è legata a una visione artigianale del mestiere. Questo ha certamente i suoi pro e i suoi contro. Ovviamente quando si devono rispettare certe tempistiche e certi standard estetici, come faccio io, dato che il mio è un brand di ricerca, si fa più fatica. Ciò nonostante, è innegabile che la Sicilia sia famosa nel mondo per molte eccellenze sartoriali, sia di nicchia che di livello industriale, che producono per i marchi più prestigiosi del settore». La sua ultima collezione Prêt-à-couture è strettamente legata al sud, in quanto ispirata alla memoria delle Eolie.
Quando e come è nata questa ispirazione? Qual è stato il punto di partenza?
«La prima ispirazione l’ho avuta due anni fa, durante la prima estate post lockdown, quando ho pensato di
trascorrere le vacanze estive nella mia amata Sicilia. E’ stata un’occasione unica per vivere in modo più duraturo ed intenso le isole eoliane, che conosco da sempre e che adoro, ma questa volta ho avuto modo di scoprire nuovi scenari, e scorci incredibilmente affascinanti da un punto di vista naturalistico. In modo particolare la roccia vulcanica, da cui si origina l’intero arcipelago eoliano e che caratterizza le sue coste e le sue insenature, può assumere colori che vanno dal mattone bruciato a quello nero tipico dell’ossidiana. Il verde poi, si ritrova in tutte le declinazioni nella rigogliosa vegetazione dell’arcipelago. Questa vasta e inconsueta gamma di colori è la stessa che uso nella mia collezione».
Come funziona il suo processo creativo? Riesce a visualizzare nella sua testa già l’abito oppure riesce a trovare una quadra solo attraverso la sperimentazione?
«Credo che in questa attività creativa sia fondamentale avere un approccio libero e privo di schemi preordinati. Il mio punto di partenza è sempre una sensazione tattile o visiva, a volte anche olfattiva, che poi attraverso la ricerca e la sperimentazione prende forma nelle mie singole creazioni. Non ho un processo predefinito, ma di volta in volta mi affido alle mie sensazioni».
La donna Andreina in un aggettivo?
«La definirei armoniosa. Una donna serena nell’accettare la sua femminilità, che non ha bisogno di ostentarla in modo eccessivo e caricaturale, ma che neppure la mortifica per paura di non sentirsi abbastanza forte. L’armonia è proprio ciò che provo ad esprimere nelle mie collezioni, e deriva da una convergenza tra i tessuti e i dettagli sartoriali, semplici e ricercati al tempo stesso».
Come valuta l’ultima sua esperienza al White di Milano?
«Il White è stata un’esperienza senz’altro positiva e di crescita professionale. Una vetrina internazionale nell’ambito della moda che mi ha permesso di entrare in contatto con realtà di tutti i tipi, retailers, agenzie di stampa, showroom e agenti, e mi ha dato molta fiducia, oltre che orgoglio, essere stata apprezzata per la qualità del mio brand. Ritengo sia stato un ottimo riscontro, perché è fondamentale avere sempre un confronto trasversale con gli esperti del settore».
La sua esperienza in giro per il mondo le ha concesso di conoscere a fondo i meccanismi del fashion system: c’è un aspetto che le piacerebbe cambiare, oppure modificare?
“Dalla mia esperienza internazionale ho avuto modo di apprezzare sempre di più il concetto di libertà e diversità. Credo siano questi i due elementi fondamentali che stanno alla base di qualsiasi attività creativa di ricerca. Il Sistema Moda presuppone però degli schemi ben precisi, e spesso ritmi veloci e tendenze fugaci e massificanti, visto che ogni collezione ha una durata temporale breve e poi risulta subito passata. Sono proprio questi gli aspetti che più mi piacerebbe cambiare. Nel mio personale lavoro creativo si cerca di rispettare la libertà della donna di interpretare i differenti abbinamenti – consoni ai diversi momenti- e quindi di esprimere un gusto ed un’autenticità che vanno oltre il tempo”.
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