La morte della sovrana inglese ha sconvolto il mondo intero, con particolare interesse nel Regno Unito, in lutto da quel giovedì 8 settembre che rimarrà per sempre alla storia. Tra le inimmaginabili conseguenze sparse a macchia d’olio in tutta la Nazione spiccano anche quelle legate al mondo agroalimentare (e non solo). Proprio così: l’etichetta di alcuni prodotti inglesi sarà costretta a cambiare proprio a causa della scomparsa della Regina Elisabetta, in quanto decaduto il Royal Warrant of Appointemnt, una speciale e storica onorificenza. Ma di che cosa si tratta? Come si fa a ottenerlo ed a confermarlo?

Il Royal Warrant of Appointment

Il Royal Warrant of appointment è un’onorificenza speciale istituita nel lontano XV secolo conferita dalla Famiglia Reale Britannica a un tipo di ente oppure a una specifica attività commerciale. Il suo significato è meramente simbolico e prestigioso in quanto, con il sigillo, si attesta che il marchio svolge dei servizi per la Corona. Qualcosa di molto simile, guardando all’esempio italiano, al titolo di “Fornitore della Real Casa di Savoia”. Dove sta allora l’inghippo? Il riconoscimento è stabilito di persona dal sovrano e viene rinnovato soltanto con l’ascesa al trono dell’erede successivo. Per questo motivo adesso tutte le aziende titolari del “Royal Warrant” dovranno impegnarsi  a presentare di nuovo domanda al nuovo monarca per ottenerle la certificazione.

Etichetta prodotti Regina Elisabetta Life&People Magazine

I requisiti per ricevere l’onorificenza

L’azienda che intende ricevere il Royal Warrant of Appointment deve essere in grado di dimostrare di aver fornito servizi e prodotti con cadenza regolare e continuativa alle famiglia Reale per non meno di cinque degli ultimi sette anni, soddisfacendo inoltre alcuni requisiti relativi all’ambiente e alla sostenibilità. In tempi normali vengono ratificati ogni anno circa trenta certificazioni, ma con la morte della Regina i numeri cambieranno in modo sensibile. La pubblica amministrazione britannica sta quindi in questo momento organizzandosi nel modo più spedito possibile in modo di non incartare la macchina burocratica, a fortissimo rischio di empasse visto la straordinarietà del momento.

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Le categorie sono molteplici, da quelle legate all’alimentazione alla moda, campo particolarmente apprezzato a Buckingham Palace, con oltre 55 aziende approvate nella categoria “abbigliamento e pelletteria”, dove sono presenti nomi davvero importantissimi come Burberry, Pringle Of Scotland, Fulton o Conrlia James. Anche l’etichetta di questi prodotti dunque, seppur prestigiossimi, dovrà essere confermata dopo la scomparsa della Regina Elisabetta.

Elizabeth amante degli spiriti, svolta biologica con Carlo?

Come sappiamo, l’appena deceduta Regina Elisabetta era una grande amante degli spiriti e delle bollicine. Non a caso durante la sua reggenza, durata oltre 70 anni, sono approvati circa 875 brand, tra cui molti Champagne e distillati vari. Tra le grandi aziende amate dalla sovrana spiccano il Dubonnet, il Vermouth Martini, alcuni Porto, Cognac e Scotch, Schweppes, Angostura e Tabasco. Il record lo detiene però lo Champagne Bolinger (la bottiglia più longeva del Regno), poi lo Champagne Pol Roger, Lanson, Mumm, Krug, Louis Roederer, Moët & Chandon, Veuve Clicquot. Per molti il segreto della grande longevità di Elisabetta è stato proprio questo tipo di bere consapevole, con garbo e – aspetto non indifferente – uso certosino della misura.

Etichetta prodotti Regina Elisabetta Life&People MagazineMolti esperti osservano però come con Carlo III potrebbe aumentare la tendenza di approvare diversi brand facenti parte dell’agricoltura biologica, settore amatissimo dal nuovo sovrano, in questo senso particolarmente lungimirante. Già degli anni Settanta infatti il Re poneva le sue attenzioni sulla crisi ambientale, promuovendo già nel decennio successivo l’uso dell’agricoltura biologica creando negli anni un proprio marchio personale, ancora in vendita nel Regno Unito: si tratta di Duchy Originals, poi mutato il Waitrose Duchy Organic: i suoi prodotti sono provenienti da oltre 400 ettari di terreni appartenenti alla sua dimora nel Gloucestershire. Ci si appresta a una svolta bio nel prossimo futuro del Regno Unito?

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