Cos’è e a che cosa serve Bereal, il nuovo social network di cui tutti stanno parlando e che ha scritto la parola fine all’era dell’apparenza?
Siamo abituati ad immaginarci i social network come uno spazio dove è necessario presentare agli altri soltanto il lato migliore di noi. Tuttavia, le modalità di fruizione delle piattaforme online stanno mutando profondamente negli ultimi anni, in parallelo ad un cambiamento dei valori ormai inarrestabile. Abbiamo imparato che, spesso, è molto più divertente condividere chi siamo realmente, senza alcun filtro.
Come funziona questa nuova piattaforma?
L’app francese è stata sviluppata da Alexis Barreyat e ha fatto il suo debutto sul mercato di recente, appena due anni fa. Nonostante sia nata nel 2020, è solo da quest’anno che, gradualmente, questa community è riuscita a farsi spazio sul web tra i social network più utilizzati e apprezzati al mondo. BeReal, in estrema sintesi, è un social che permette agli utenti di condividere, una volta al giorno, una foto da postare e condividere con i propri contatti. Da questa prospettiva, appare dunque molto simile a Instagram e Facebook: eppure, la piattaforma ha delle caratteristiche che la rendono molto più originale e, a modo suo, unica. Una volta al giorno, l’app manda una notifica agli utenti, che hanno a loro disposizione soltanto due minuti per pubblicare il loro scatto.
La particolarità dell’applicazione
è quella di richiedere all’utente di pubblicare due scatti, di cui il secondo con la fotocamera frontale, a mo’ di selfie. In questo modo, è dunque possibile mostrare ai propri amici esattamente ciò che si sta facendo in quel preciso momento. La finestra temporale in cui è concesso pubblicare il proprio BeReal non è fissa, può variare da un giorno all’altro. Gli utenti vengono informati rispetto al momento in cui è necessario postare lo scatto tramite una notifica, che sovente arriva in modo completamente inaspettato. Il fattore sorpresa è cruciale per la “user experience” finale, perché costringe le persone a raccontare un attimo della loro vita senza la possibilità di prepararsi in precedenza. Inoltre, l’applicazione include l’indicazione del numero di tentativi che abbiamo sfruttato per scattare la nostra foto e il luogo dove l’immagine è stata immortalata.
La sezione “Discover”
Almeno per il momento, BeReal è un’app disponibile interamente in lingua inglese. Nella sezione “Scopri” (Discover) è possibile trovare immagini appartenenti ad una cerchia di utenti più ampia e dunque anche al di fuori dei nostri contatti più stretti. Con i nostri amici, ad ogni modo, sarà possibile interagire tramite una serie di reazioni divertenti e personalizzate.
Come creare le reactions su BeReal
La piattaforma social prevede anche la possibilità di commentare i contenuti pubblicati dai nostri amici e di creare reazioni ad hoc, a partire dai nostri stessi selfie. Le reazioni ad oggi disponibili sono: il pollice in su, il sorriso, l’emoji stupita, l’emoji con gli occhi a cuoricino, la risata e il fulmine. Ognuna di esse è personalizzabile: c’è infatti una funzione che permette di scattarsi un selfie, riproducendo così il nostro stato d’animo rispetto allo scatto pubblicato dai nostri amici. Potremmo, dunque, imitare le immagini virtuali con le nostre espressioni, rendendo l’interazione ancor più divertente.
I numeri record dell’applicazione
In poche settimane, Bereal ha superato i 10 milioni di utenti attivi in giro per il mondo, Italia compresa. Una crescita esponenziale, stimolata dall’interesse crescente della Generazione Z per un mondo virtuale sempre più reale, meno falso e ricco di verità. I giovani sono stanchi di apparire senza imperfezioni, abbracciando al contrario uno stile di vita più sincero possibile. Risulta molto interessante, proprio da questo punto di vista, la descrizione che gli sviluppatori hanno inserito nei dettagli sull’app presente negli e-store, ovvero “BeReal non ti renderà famoso, se vuoi essere un influencer o finto tale, puoi rimanere su TikTok e Instagram”. Una presa di posizione contro un universo che punta solo alla visibilità forzata, dimenticandosi troppo spesso del nostro lato più umano e soprattutto fragile.
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