Il kimono, l’abito tradizionale giapponese in esposizione al Metropolitan Museum of Art di New York. La nascita di questo vestito risale a quasi 1300 anni fa, nel tempo si è evoluto tanto, arricchendosi, fino ad arrivare alla versione che conosciamo oggi. La mostra Kimono Style: inaugurata il 7 giugno sarà visitabile fino a febbraio 2023 nelle gallerie del Met di New York. Il kimono giapponese con oltre sessanta esemplari di abiti, dipinti, stampe e arti decorative permetterà agli spettatori di capire la storia del vestito immergendosi completamente nella cultura nipponica; si potranno anche riscoprire e approfondire le tecniche di tessitura, tintura e il famoso ricamo.
La particolarità di questo abito: non ci sono taglie
Una piega sulla vita si adatta al corpo fasciato da una cintura. I disegni e le decorazioni sono spesso dipinte a mano direttamente sui tessuti con tecniche che variano anche a seconda del prestigio del kimono. I lembi anteriori devono sempre essere chiusi sovrapponendo il lato sinistro sopra quello di destra mentre l’usanza contraria, ovvero il lato destro su quello sinistro, è utilizzata solamente per i defunti. Questo vestito, inizialmente, veniva indossato soprattutto dai membri della classe militare dominante, soltanto più tardi dalla classe mercantile che ne aveva fatto uno status symbol: indossare il kimono metteva in risalto la ricchezza.
L’Europa ha iniziato ad interessarsi al Kimono alla fine del XIX secolo
La silhouette ampia e avvolgente, il taglio rettilineo, la cintura, hanno fornito elementi agli stilisti per rielaborare il vestito in chiave occidentale.
“Per secoli, il kimono è servito come tela su cui descrivere e registrare le storie delle donne. La varietà di modelli, di colori e tendenze che cambiano ciclicamente rivelano molto della cultura e della società giapponese – dice Monika Bincsik, curatrice associata di Diane e Arthur Abbey per le arti decorative giapponesi del MET – facendo luce sulle storie dei proprietari e sulle loro tecniche di produzione”.
Per molti stilisti, anche occidentali, il kimono è stato un catalizzatore per ispirare nuove fantasie e nuovi tagli sartoriali. Allo stesso tempo, le tecniche di produzione e i materiali occidentali, insieme alle tendenze artistiche, hanno contribuito alla modernizzazione dei kimono e alla creazione di stili più freschi.
Nella cultura contemporanea i Kimono sono indossati solamente durante particolari eventi:
matrimoni, funerali, cerimonie del tè. Soltanto le persone più anziane, in alcune città, li indossano tutti i giorni. I modelli di Kimono da donna sono tanti e variano a seconda della cerimonia a cui si deve partecipare. Quelli da uomo, invece, seguono un unico stile e si differenziano solo per il colore e per il tessuto. Le maniche sono più corte rispetto a quelle dei kimono femminili e cucite al corpo; la cintura viene annodata sull’anca e non sulla vita. Per quanto riguarda quelli da donna i più formali sono composti da almeno dodici pezzi e i colori cambiano in base all’evento e all’età di chi li indossa.
Il Fuorisode è uno dei kimono più conosciuti
Indossato dalle donne single per il matrimonio o comunque in occasioni molto formali: è in seta e molto colorato. Il Tomesode è l’abito più formale indossato dalle donne sposate. Può essere paragonato ad un abito da sera occidentale ed è di un unico colore, nella parte bassa presenta decorazioni in vario stile. L’Houmongi è quello più moderno. Risale ai primi anni del novecento e si avvicina più degli altri allo stile occidentale. Si può indossare durante le visite a parenti e amici o per i matrimoni. Kakeshita è il kimono da sposa e si differenzia in Shiro Kakeshita, se è bianco, Iro Kakeshita se è colorato. Maniche lunghe e decorazioni vistose dipinte a mano caratterizzano l’abito.
L’Uchikake è un soprabito indossato sul kimono alla fine del matrimonio; si lascia aperto, quindi senza la tradizionale cintura; il modello colorato in genere è usato per le cerimonie buddiste.
Il Kimono delle geisha: Susohiki o Hikizuri
Sono gli abiti indossati dalle geisha, o anche da attori e danzatrici tradizionali giapponesi. A differenza degli altri hanno un’imbottitura sull’orlo in basso, lasciati a strascico ed il colletto cucito in modo diverso per non deformare la vestibilità dell’abito. L’Iromuji, tradotto “un solo colore”, è usato da donne sposate e single in situazioni sia formali che informali. E’ il kimono più adatto alla cerimonia del tè. Il Mofuku viene indossato durante un funerale dai familiari stretti, figlie o mogli; il suo significato è letteralmente “abito da lutto”. Il suo colore è prettamente nero. Lo yukata è il kimono estivo, informale. E’ in cotone o materiale sintetico, accessibile a tutti perché molto meno costoso degli altri modelli. All’inizio
gli yukata venivano utilizzati come accappatoio ed erano tessuti in canapa. Adesso è l’abito estivo più indossato durante le festività o per la vita di tutti i giorni.
La cintura racconta il kimono
La cintura ha un ruolo fondamentale: l’Obi serve a chiudere il kimono. Quella più colorata è indossata da donne non sposate; ha invece colori tenui o scuri quando indossata da donne di età più avanzata. Il nodo, in particolare, racconta la tipologia del kimono, l’età di chi lo indossa e la formalità dell’evento a cui si partecipa.
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