I tatuaggi hanno sempre avuto un loro particolare significato a seconda del periodo storico di appartenenza. Eppure, sono sempre stati considerati simbolo di una sottocultura o di una realtà marginale, spesso esclusa dalla maggioranza finché a partire dagli anni 2000 non si sono diffusi in maniera capillare, divenendo un fenomeno culturale e alla moda. Molte star internazionali sfoggiano schiene e braccia tatuate a prescindere dalla loro appartenenza a determinate sottoculture. Secondo la psicologia, inoltre, ogni tatuaggio – anche temporaneo – ha un significato particolare e rivela molto di chi lo sfoggia.
Da simbolo di ribellione a fenomeno di massa
Il tatuaggio è considerato per molto tempo un simbolo di ribellione. Infatti, nasce negli anni ’70 e si diffonde soprattutto tra i musicisti più estremi, appartenenti a gruppi punk, dark o goth. Identificava l’appartenenza ad un determinato gruppo politico o ad un movimento in forte espansione ma non ancora mainstream, come quello femminista o della comunità LGBTQ. Eppure, con il tempo, vi è stata una crescita esponenziale di tatuaggi tra la popolazione, segnando il passaggio da atto di ribellione a bene di consumo di massa. Tale rivoluzione è partita dall’alto, grazie a star dello sport e del mondo dello spettacolo che sceglievano di mostrare in occasioni pubbliche i loro vistosi tatuaggi.
Secondo un sondaggio del 2016, negli Stati Uniti il 19% della popolazione maggiorenne ha almeno un tatuaggio, con un incremento del 55% nella fascia dai 20 ai 30 anni. In Italia, secondo una statistica dell’Istituto Superiore di Sanità, il 12,8% delle persone sopra i 12 anni possiede un tatuaggio, fino ad arrivare al 29,9% per la fascia d’età tra i 35 e i 44. Nel 2019 il tatuaggio diviene un genere di consumo inflazionato, grazie al cantante Achille Lauro e alla sua esibizione al Festival di Sanremo.
Il “rinascimento del tatuaggio”: parola allo psicologo Fulvio Tassi
Secondo Fulvio Tassi, psicologo e docente presso la Scuola di Psicologia dell’Università di Firenze, si sta assistendo in questi anni ad un “rinascimento del tatuaggio”. Spiega infatti che:
“con questa espressione, in ambito sociologico e antropologico, si identifica l’attuale stagione del tatuaggio che va dagli anni ’70 ad oggi e prende avvio dopo il ’68 come reazione ad una generalizzata crisi del senso del sé nel mondo occidentale”.
Tassi è autore del libro “Il Rinascimento del tatuaggio”. Il significato psicologico di un’arte millenaria”, nel quale spiega l’origine e l’importanza di questo fenomeno culturale antichissimo. Il tatuaggio celebra la diversità reciproca, racconta una storia personale assai meglio delle parole, rendendo ogni essere umano unico, irripetibile e artefice della propria autotrasformazione. Il tatoo nelle culture più antiche esaltava il legame tra Dio e il corpo, finché non ha preso il sopravvento il pensiero cristiano che considerava questo tipo di arte come negativa e tribale. Adesso si assiste ad un ulteriore superamento della morale cristiana e borghese, come racconta lo stesso psicologo:
“A colpi di ago e inchiostro le antiche sottoculture tatuate avviarono un inesorabile processo di superamento di quella morale normativa, greco-romana prima e cristiano-borghese poi, che celebra il corpo naturale come creazione divina e stigmatizza quello tatuato, contribuendo a un epocale cambio di percezione collettiva del corpo: da Tempio di Dio, sacro e intoccabile a Tempio del Sé, appagante luogo di sperimentazione e re-design di se stessi”.
A ciascun tatuaggio il suo significato
Dopo un’ampia storia del tatuaggio, Tassi ha classifico i tatuaggi in tre diverse tipologie con relativo significato, all’interno del libro “Il narciso tatuaggio”. Dapprima vi è il “tatuaggio grandioso“, un timo di disegno esteso, che trasmette forza e sicurezza. Sotto il profilo psicologico è una stampa che prende una grande porzione del corpo e trasmette un desiderio di trasformazione da parte del soggetto. La persona desidera forgiare una versione migliore di se stesso e il tatoo è un’esaltazione del nuovo sé. Molte star hanno questa tipologia di tatuo, come Fedez, Achille Lauro e Damiano dei Måneskin.
A questa tipologia più vistosa ne segue una meno evidente e nascosta: il “tatuaggio interiore“. Questo tipo di disegno ha un significato profondo e si lega all’interiorità di chi lo porta. Difatti, è una sorta di talismano, un simbolo di riappacificazione con sé e il proprio io dopo un periodo drammatico. In questo caso, il tatuaggio ha una storia ben precisa e un disegno specifico, il cui significato può variare di soggetto in soggetto. Spiega Tassi:
“In questo caso il tatuaggio, come l’oro del kintsugi giapponese che unisce i frammenti di una tazza rotta, va a toccare dei punti di rottura o potenziali, fissandoli, visualizzandoli, rendendoli comunicabili”.
Le star che hanno questo tipo di tatoo sono Megan Fox, Cara Delevingne e Miley Cyrus.
Infine, vi è il “tatuaggio senza pensiero“, che non ha un significato profondo ma rispecchia la volontà del soggetto di essere alla moda. In questo caso, vi sono tantissime star: Chiara Ferragni e Paris Jackson, hanno scelto di arricchire il proprio corpo con tatoo innovativi e alla moda, riaffermando il credo legittimo che il corpo è una tela che va arricchita a piacimento. Tassi ritiene che sia una pericolosa mania che può col tempo svalorizzare il tatuaggio. Al di là della ragione per cui venga fatto, il tatoo è una libera scelta della persona e, in quanto tale, va sempre rispettata.
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