Presto, i labirintici corsi d’acqua veneziani brulicheranno di folle affamate d’arte mentre il mondo dell’arte globale scenderà ancora una volta in campo per uno dei più grandi eventi culturali del mondo: la Biennale d’Arte di Venezia 2022. La 59a edizione si svolgerà dal 23 aprile al 27 novembre con pre-apertura il 20, 21 e 22 aprile.

“Il latte dei sogni”

Come di consueto, una delle principali attrazioni è l’Esposizione Internazionale d’Arte, che quest’anno è curata da Cecilia Alemani intitolata ‘Il latte dei sogni’, preso in prestito da un libro dell’icona surrealista Leonora Carrington. Nel mondo di Leonora non ci sono certezze, come non ci sono identità sicure e ben definite, animali e persone discorrono e addirittura si scambiano di posto, in una continua e lapidaria destabilizzazione che, sabotando le convenzioni, le trasforma continuamente. L’esposizione della Biennale sceglie le creature fantastiche di Carrington, insieme a molte altre figure della trasformazione, come compagne di un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano. Come sta cambiando la definizione di umano? Quali sono le differenze che separano il vegetale, l’animale, l’umano e il non-umano? Quali sono le nostre responsabilità nei confronti dei nostri simili, delle altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi? Questi sono alcuni degli interrogativi che guidano a questa edizione della Biennale Arte.

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La mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale, i Giardini e l’Arsenale,

includendo 213 artiste e artisti provenienti da 58 nazioni; 26 le artiste e artisti italiani, 180 prime partecipazioni, 1433 opere e 80 nuove produzioni. Inoltre, in diverse località di Venezia, si svolgeranno 30 eventi collaterali sotto forma di mostre e iniziative promosse da enti e istituzioni no-profit nazionali e internazionali. Questo 2022 vedrà anche una serie di primati. Otto paesi – Camerun, Kazakistan, Repubblica del Kirghizistan, Namibia, Nepal, Oman, Uganda e Uzbekistan – faranno il loro debutto alla Biennale di Venezia , mentre il Padiglione Nordico vedrà la prima acquisizione in assoluto da parte di artisti indigeni Sámi. Per la prima volta nei suoi 127 anni di storia, la Biennale includerà una maggioranza di donne e artisti non conformi di genere. Secondo Cecilia Alemani, questa scelta:

riflette una scena artistica internazionale ricca di fermento creativo e di un deliberato ripensamento della centralità dell’uomo nella storia dell’arte e della cultura contemporanea”.

Come visitatori di lunga data della Biennale di Venezia, sappiamo che l’esperienza complessiva può sembrare travolgente. Pertanto, abbiamo raccolto una panoramica dei nostri must-see, per aiutarvi a organizzare il vostro tempo intorno alle principali mostre e per incuriosire la vostra voglia d’arte.

59a Biennale di Venezia: i migliori padiglioni del 2022

  • Italia: Gian Maria Tosatti – curatore Eugenio Viola

Per la prima volta nella storia, il Padiglione Italia presenterà l’opera di un solo artista. Il privilegio va a Gian Maria Tosatti, la cui vasta installazione ambientale site-specific occuperà l’intero spazio delle Tese delle Vergini. Quest’opera potente e inquietante, intitolata “Storia della notte e Destino delle comete” , è un racconto di dualità: tra uomo e natura; sviluppo sostenibile e territorio; etica e profitto. L’opera si configura come un dispositivo intermediale che contiene in sé e fonde una pluralità di linguaggi.

  • Svizzera: Latifa Echakhch – curatore Francesco Stocchi

L’installazione di Latifa Echakhch, artista visuale marocchina-francese che lavora in Svizzera è di armonia e dissonanza. Concepito in collaborazione con il percussionista e compositore Alexandre Babel. The Concert, condurrà i visitatori in un viaggio in senso antiorario attraverso il tempo circondati da sculture velate da un’oscurità inquietante che si diffonde. “Vogliamo che il pubblico lasci l’esposizione con la stessa sensazione di quando si esce da un concerto. Che senta l’eco di questo ritmo, di quei frammenti di memoria”, spiega Latifa Echakhch.

  • Germania: Maria Eichhorn

La Germania punta su un’altra artista e di grande peso: la raffinata artista concettuale, nota per il suo abile spirito eper le sue opere processuali e relazionali. Quest’anno è destinata ad offrire una pausa di riflessione ai Giardini. Se la sua acquisizione alla Biennale di Venezia 2022 è qualcosa di simile alla sua mostra “Documenta11”, per la quale ha istituito un società per azioni di cui la società stessa era l’unico azionista e gli era proibito aumentare il suo capitale, ci aspetta qualcosa di speciale.

  • Gran Bretagna: Sonia Boyce

Il padiglione di Sonia Boyce, artista afro-caraibica, sarà un’installazione tipicamente collaborativa, improvvisata e guidata da pratiche sociali che coinvolgerà video, suoni, sfondi e oggetti scultorei.

  • Hong Kong: Angela Su

Il poliedrico lavoro di Angela Su esplora la percezione e il corpo, attraverso metamorfosi, ibridazione, trasformazione e levitazione. Accanto alla sua mostra nel padiglione, Su organizzerà anche una mostra collaterale “Arise, Hong Kong in Venice”. Angela Su, è ampiamente conosciuta per i suoi intricati disegni biomorfici e per le sue opere performative.

  • Canada: Stan Douglas

Per la prima volta in mostra i padiglione canadese con la mostra di Stan Douglas si snoderà in due sedi. Ai Giardini, presenterà quattro fotografie di grande formato, mentre un deposito del sale del XVI secolo a Dorsoduro sarà trasformato da un’importante installazione video a due canali. L’avvincente lavoro dell’artista tratterà confronti tra gli eventi sociopolitici del 2011 e quelli del 1848, approfondendo i temi della diffusione delle notizie, della lotta contro la mancanza di libertà democratiche e dello scioglimento di un’élite sovrana. Le sue produzioni riflettono sul potenziale dinamico racchiuso in momenti storici cruciali.

  • Ghana: presentazione di gruppo

Dopo il debutto alla Biennale Arte 2019, il Ghana presenterà la mostra collettiva ‘Black Star – The Museum as Freedom’, con installazioni su larga scala di tre artisti: Na Chainkua Reindorf, Afroscope e Diego Araúja.

  • Giappone: collettivo Dumb Type

Il pionieristico collettivo artistico Dumb Type è noto per installazioni immersive; opere video e performance che esaminano la cultura del consumo nell’era moderna e alimentata dalla tecnologia. Basato su un libro di testo di geografia del 1850, il suo nuovo lavoro per il Padiglione giapponese promette una saturazione sensoriale adatta a “un tempo di post-verità e spazi liminali”.

Brasile: Jonathas de Andrade

I visitatori possono aspettarsi impressioni fotografiche, sculture – alcune interattive – e un video incentrato su temi che circondano la cultura pop, la nostalgia, l’erotismo e la critica politica.

  • Danimarca: Uffe Isolotto

L’opera “We Walked the Earth”, inviterà il pubblico ad entrare in un mondo inquietante in cui elementi dell’idilliaca vita contadina danese si fondono con inquietanti fenomeni di fantascienza.

  • Stati Uniti: Simone Leigh

Destinata a diventare una delle principali protagoniste di questo 2022, la mostra alla Biennale di Venezia dello scultore Simone Leigh esplorerà ed eleverà idee su storia, razza, genere, lavoro e monumenti; rivendicando potenti narrazioni per le donne nere. Simone è indagatrice tempestiva e acuta.

  • Kazakistan: collettivo ORTA

Il collettivo transdisciplinare ORTA (Alexandra Morozova, Rustem Begenov, Darya Dzhumelya, Alexandr Bakanov e Sabina Kuangaliyeva) dedicherà la sua mostra alla vita e all’opera dell’artista, scrittore e inventore Sergey Kalmykov: “Il grande e immortale costruttore di torri-vortici volanti”.

  • Islanda: Sigurður Guðjónsson – curatrice Mónica Bello

Situato per la prima volta all’Arsenale, il Padiglione islandese ospiterà una composizione multiforme creata da Sigurður Guðjónsson; noto per aver orchestrato una sinergia organica ma altamente tecnica tra immagini, audio e spazio. La mostra dell’artista promette un’esperienza sinestetica per stimolare i sensi, rivelando “la ricchezza e l’eleganza della materia” secondo la curatrice del progetto e curatrice del CERN, Mónica Bello.

  • Irlanda: Niamh O’Malley

Conosciuto per le sculture spesso minimali e le opere video, l’interesse dell’artista risiede nella negoziazione tra i paesaggi e il modo in cui oggetti e spazi possono parlare. Incuriositi? Non siete i soli.

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