A Roma, ai Mercati Traiani, viene inaugurata la mostra sui resti dell’elefante della collina Velia. Di certo un racconto avvincente sull’antica storia del colle romano e sull’antico elefante, oltre che un’occasione più unica che rara. Eppure un’esperienza temporanea, perché il lettore potrà ammirare i resti dell’antico animale da oggi, 8 aprile, fino al 24 maggio. La mostra in questione, inoltre, illustra anche le profonde trasformazioni che hanno riguardato la città durante gli anni ’30. Durante l’epoca del Fascismo, infatti, quando vennero eseguiti parecchi lavori, al fine di rendere ancora più grandioso l’aspetto della città eterna.

I lavori sul colle Velia durante il Fascismo

Durante il Fascismo, Roma fu soggetta a molte trasformazioni urbanistiche, essendo la capitale di questo “Impero Romano” redivivo. Molti sono stati anche i monumenti costruiti in questa fase, al fine di rendere grande agli occhi della cittadinanza una dittatura mascherata, come tante, da governo mirante al bene del popolo. E proprio tra i suoi progetti urbanistici, per festeggiare i dieci anni intercorsi dalla marcia su Roma, in quel 1932, vennero avviati i lavori sul colle Velia.

Mostra Roma Efefante Life&People Magazine

Il progetto era quanto mai immaginifico. Infatti, riguardava la creazione della nuova via dell’Impero, attualmente ancora esistente. La strada avrebbe consentito al cittadino una passeggiata tra i grandi monumenti centrali dell’Impero, lungo la via che va dal Colosseo a Via Veneto. Oltre alla costruzione di questa strada, con al fianco i monumenti del Quartiere Alessandrino, si sarebbe collegata piazza Venezia a via Cavour e ai rioni del Celio e dell’Esquilino. Questo progetto sarebbe stato possibile solo con una lunga serie di lavori, che avrebbero portato al livellamento del colle. Di certo un’operazione quanto mai laboriosa e impegnativa, ma cosa non si fa per festeggiare il decimo anniversario del governo di Mussolini? La strada, infatti, viene inaugurata in tempi record, proprio all’indomani del 28 ottobre 1932.

La grande scoperta dell’elefante

Durante i lavori di costruzione, furono causati dei danni non indifferenti agli antichi resti archeologici della zona. Infatti, il giardino di Villa Rinaldi – che sorgeva, imperioso, sul colle – fu del tutto smantellato. E con essa anche tutta la parte che andava fino alla bellissima Basilica di Massenzio. Fu, purtroppo, rastrellata perfino l’antica stratificazione archeologica, nonché una domus romana (cioè un’antica vitta patronale), che conteneva affreschi e statue di grande valore, di cui adesso non restano che deboli tracce.

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Eppure, tra gli innumerevoli danni causati dai lavori pubblici, danni senza alcuna speranza di recupero,  nel maggio del 1932 gli addetti ai lavori scoprirono un elefante. O, meglio, i fossili di un elefante e, precisamente, il cranio e la zanna di quest’immenso animale preistorico. A parere degli esperti, il colle Vellia era, nella Roma preistorica, una sorta di gigantesco giardino zoologico, nel quale proliferavano animali di tutti i tipi. A confermarlo Antonio Muñoz, direttore delle Belle Arti del Governatorato romano. L’elefante è oggi l’ospite d’onore della mostra, ospitata nei Mercati Traiani.

Eppure, l’elefante è solo il piatto forte

La mostra è impreziosita da tantissimi reperti, quasi un centinaio, progetti grafici, nonché straordinarie opere d’arte. Molte sono prese proprio dai musei Capitolini. Però, la grande novità è proprio questo grande elefante, simbolo di un colle ormai perduto, che attenderà il visitatore al termine delle tre sezioni della mostra. Oltre a fare ammirare i resti del gigantesco quadrupede, certamente la star della mostra, questo progetto vuol ricordare la storia dietro lo smantellamento del colle. Torna indietro nel tempo, durante quei difficili lavori durati un anno, che impiegarono moltissima forza-lavoro.

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I curatori e promotori della mostra

A curare la mostra (promossa da Roma Colture e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali) Stefania Fogagnolo, Massimiliano Munzi, Claudio Parisi Presicce, Nicoletta Bernacchio e Isabella Damiani. Non possiamo che invitare il lettore a questo viaggio nella storia antica, ai tempi in cui esisteva questa grande domus e quel florido impianto stradale, appartenente all’epoca imperiale romana. Una riflessione sulle tante trasformazioni che hanno interessato una città ricca e stratificata com’è Roma, durante le diverse epoche e periodi storici che si sono affacciati e avvicendati sui suoi sette colli. Una città ricchissima, sotto al cui manto, può perfino nascondersi un elefante preistorico.

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