Il cinema italiano è pieno di attrici, molte delle quali sono divenute modello di bellezza all’estero, tanto da costituire un canone ben preciso, ancora oggi identificabile con il nome di “bella italiana”. L’Italia è una nazione che affonda le sue radici nella bellezza, qualunque sia l’ambito di riferimento, perciò non stupisce che la beltà femminile abbia sempre avuto un ruolo predominante, sia in letteratura, sia nel cinema.
Il cinema e la bellezza femminile: perché si crea un canone?
Ogni periodo storico ha avuto il suo modello e prototipo di bellezza e, con l’avvento e la conseguente popolarità del cinema, è venuto a crearsi in Italia un sempre diverso canone che è stato poi trasmesso e promulgato attraverso le proiezioni cinematografiche, perché attraesse e intrattenesse le masse. Il cinema si rivela essere una lente di ingrandimento che ci consente di analizzare i costumi e gli usi di ogni epoca, studiando anche le novità nate all’interno di un popolo che è repentinamente cambiato e che ha di conseguenza mutato i suoi gusti. Durante il boom economico, infatti, gli ideali di bellezza italiana si evolvono, e Gina Lollobrigida, protagonista indiscussa negli anni ’50, cede il posto a nuovi volti femminili, ispirati al cinema americano.
La bellezza americana conquista l’Italia
Un film che mostra efficacemente quello che stava accadendo durante il boom economico in Italia – e cioè quel periodo di improvvisa ricchezza che investe l’Italia, tra la fine degli anni 50 e i 60 – è proprio “Il sorpasso” di Dino Risi, perché mostra l’euforia che aveva invaso gli italiani, all’improvviso gettati in un benessere fittizio e disposti ad abbandonare la propria identità, pur di appropriarsi di beni di consumo di cui non necessitano. In questo momento storico, cambiano anche i gusti degli italiani e le ‘maggiorate fisiche’ devono lasciare il posto a figure esili, bionde algide, iconiche come Marilyn Monroe e Brigitte Bardot.
Anita Ekberg è un’altra icona della bellezza del periodo. La bionda attrice svedese giunta in Italia attraverso Hollywood, acquisisce fama e popolarità anche in Italia, grazie al film di Federico Fellini “La dolce vita”. Diviene il simbolo di una nuova era di cambiamento e benessere, nonché di una nuova tipologia di bellezza. Questi nuovi prototipi di bellezza femminile predominano anche il canale pubblicitario. Virna Lisi e Sandra Mondaini sono i nuovi volti di questa neo Italia che preferisce i biondi ed esili profili settentrionali all’abbondanza delle donne meridionali.
Stefania Sandrelli e la nuova Italia
In questo periodo di benessere economico e di transizione, inoltre, il pubblico ricerca i volti giovani, consentendo ad un’attrice come Stefania Sandrelli di ottenere ben presto popolarità. Con i due film “Divorzio all’italiana” e “Sedotta e abbandonata”, quest’attrice di Viareggio rappresenta la nuova Italia, con le sue musiche pop, le vacanze, la mobilità sociale, la corsa agli elettrodomestici, tutti i desideri introdotti dalla televisione. Come la Lollobrigida verso la fine degli anni ‘40, la Sandrelli si fa notare nei concorsi di bellezza, ma ottiene il successo grazie alla gettonata canzone Sapore di Sale a lei dedicata da Gino Paoli, di cui è in quel momento l’amante.
Sophia Loren e la “bella italiana”
In questo periodo in cui lo star system italiano si sta rapidamente trasformando, emerge una figura che saprà recuperare le radici mediterranee di quel popolo contadino adesso quasi del tutto dimenticato, attirando non solo le simpatie popolari, ma anche la fama al di fuori dei confini italiani, dando un volto internazionale alla ‘bella italiana’.
La romana Sophia Loren, infatti, si afferma come la principale attrice dell’epoca, simbolo di un’Italia pre-industrializzata, rurale e tradizionale, fatta di mondine, contadine, pescivendole e pizzaiole. Il suo è un corpo pieno, formoso, con grandi occhi e una capigliatura bruna, fino a poco prima considerato eccessivo e sfacciato, rispetto a quello di Gina Lollobrigida. Riafferma la sensualità passionale della donna italiana, recuperando un ideale che pareva essersi perso con i nuovi canoni di bellezza.
La Loren ottiene la fama internazionale con la “Ciociara” di Vittorio De Sica, con il quale si aggiudica l’Oscar come migliore attrice protagonista, nonché una varietà di premi ai festival di Cannes, Londra, Tokyo, Madrid e Berlino. Questo successo internazionale la rese la più celebre attrice italiana all’estero, un’icona, un’attrice notevole dal punto di vista drammatico. Sophia Loren entra nell’immaginario popolare a tal punto che Bob Dylan, nella canzone “I Shall Be Free”, riceve una telefonata da Kennedy e gli chiede:
‘Cosa ci serve per far crescere il paese?’. E il presidente gli risponde ‘Amico mio, Brigitte Bardot, Anita Ekberg, Sophia Loren’.
La “bella italiana” dopo Sophia Loren
L’attrice riporterà in auge la bellezza mediterranea, consentendo a Claudia Cardinale (considerata sua naturale erede) e Ornella Muti (un decennio dopo) di riformulare il canone della bellezza femminile nel mondo, adesso rappresentato da attrici mediterranee, come Maria Grazia Cucinotta e soprattutto Monica Bellucci, volto per eccellenza della ‘bella italiana’ all’estero. Eppure, la Cucinotta ha spianato la strada alla Bellucci. Infatti, dopo il film de “Il postino” del 1996, ha fatto un servizio fotografico con Federico Scianna.
Dopo questo servizio, è divenuta un’icona anche al di fuori dell’Italia, proprio per il suo look mediterraneo, percepito come genuino. Nello stesso anno, appare in copertina del Gentlemen’s Quarterly (edizione britannica). Qualche anno dopo, sarà sostituita nell’immaginario da Monica Bellucci, destinata a godere di una fortuna maggiore all’estero e di essere la rappresentante per eccellenza della “bella italiana”.