“La violenza non è fatta solo di pugni”, recita il manifesto della Onlus Fondazione Marcegaglia che si batte per i diritti delle donne. Una dichiarazione che mette in risalto comportamenti e segnali che spesso vengono ignorati o sottovalutati ma che rientrano nel quadro di violenza e umiliazione delle donne.
La fondazione Onlus Marcegaglia, attiva già dal 2010 in Italia,
supporta interventi volti a combattere l’emarginazione sociale e la violenza domestica, battendosi per i diritti delle donne. Si pone come obiettivo di dare un contributo alla costruzione di un mondo in cui le disparità sociali siano sempre più ridotte e il ruolo della donna valorizzato. Nel contesto della sua mission, la fondazione, nel mese di novembre, dedicato alla sensibilizzazione della violenza di genere, ha preso parte attiva con una campagna che intrinsecamente mette in risalto i vari tipi di violenza. Con l’espressione “violenza di genere” si indicano tutte quelle forme di abuso che riguardano le persone discriminate in base al sesso. Il messaggio del manifesto fa riferimento a tutte le azioni discriminatorie e violente che non sono riconducibili all’aggressione fisica ma che sono comunque devastanti.
In occasione del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, sembra appropriato soffermarsi sulle conseguenze per la salute di donne e bambine vittime di abusi.
Gli abusi sono, infatti, verbali, psicologici oltre che fisici e lasciano una ferita profondissima nelle vittime, che spesso faticano a superare il trauma. Come recita infatti il manifesto, la violenza non è fatta solo di pugni, ma di umiliazioni, attacchi verbali, fischi, battute e insulti. Comprendere quanto questi atti perlopiù sottovalutati, siano degradanti e dannosi per la salute psichica delle donne è molto importante. Uno dei temi più caldi del momento è quello del catcalling, balzato agli onori della cronaca in Italia più o meno a metà marzo e divenuto oggetto di molte discussioni. A portare al centro del dibattito nazionale il catcalling è stata una denuncia di Aurora Ramazzotti su Instagram. La figlia di Eros e di Michelle Hunziker, ha voluto segnalare pubblicamente le molestie subite in strada.
Ma che cos’è il catcalling o pappagallismo?
I termini – anche se buffi – racchiudono tutto quel mondo di “molestie di strada” di cui possono essere oggetto le donne. Un universo deplorevole che comprende commenti inappropriati e indesiderati, fischi, avance sessuali e gestacci. Un fenomeno troppo spesso sottovalutato e declassato ad evento quasi folkloristico. In realtà può suscitare sentimenti contrastanti nella vittima, che si sente impotente nei riguardi di ciò che le accade, semplicemente per aver deciso di fare una passeggiata in strada.
I dati purtroppo sono allarmanti, questo fenomeno colpisce anche donne in età pre-adolescenziale.
In Italia risulta che il 79% delle donne ha subito una molestia di strada prima dei 17 anni, di cui il 13% a meno di dieci anni di età; il 69% ha confessato di essere stata seguita da uno o più uomini almeno una volta. Un dato veramente sconcertante che porta alla violenza minorile a sfondo sessuale. Tutte hanno affermato di percepire ansia e paura e di aver autolimitato la propria libertà in seguito agli eventi. In questo contesto si acuisce il fenomeno della vittimizzazione secondaria cioè dove è la vittima a sentirsi in errore e non il colpevole.
La vera rivoluzione deve essere di tipo culturale.
La società tende a sminuire le molestie in strada, definendole complimenti o forme di corteggiamento, ma in realtà, in molte circostanze esse diventano dei casi di umiliazione pubblica. La differenza principale per capire il confine tra molestia e complimento è il contesto relazionale. L’uomo e la donna in questione non si conoscono e non condividono alcun ambiente relazionale o lavorativo; tra le due persone non esiste alcun tipo di relazione. La donna non ha dato in alcun modo il proprio consenso a ricevere quel tipo di commenti, come avviene ad esempio nel corteggiamento, dove vi sono delle regole sociali, dei comportamenti e dei giochi relazionali condivisi, vissuti come complimenti. In realtà, ogni tipo di espressione, commento, giudizio non chiaramente voluto dalla persona che lo riceve è una molestia. Nel catcalling l’approccio è rivolto alla donna in quanto oggetto sessuale e non in quanto persona. Spesso il catcalling nasconde dinamiche di potere e quindi risulta essere una vera e propria manifestazione di violenza di genere.
In molti Paesi del mondo le molestie di strada sono già considerate reato ma non in Italia.
Purtroppo, il femminicidio a causa di violenze è ancora molto frequente. Se la morte rimane la conseguenza più estrema delle violenze, esistono tantissimi altri effetti fisici sulla salute di cui si parla meno spesso. Il manifesto della Fondazione Marcegaglia pone l’accento anche su questi crimini di genere. Per combattere questa piaga e le forme di violenza che colpiscono donne anche minori, è necessario adoperarsi affinché vi sia sempre più consapevolezza del fenomeno. Firmare il manifesto della Onlus fondazione Marcegaglia è un passo.
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