C’è un momento dell’anno, a metà dell’autunno, in cui tutto il Piemonte profuma di un profumo inconfondibile e prezioso: è quello di “Sua Maestà” il tartufo, delizioso quanto raro oro bianco di queste terre. Le occasioni per assaggiare il Tuber Magnatum Pico – questo il nome tecnico del tartufo bianco – sono molte sul territorio, e sarebbe un peccato perdersele. Perché il “Mozart dei funghi”, come lo chiama Gioacchino Rossini, va vissuto, odorato e assaggiato per essere davvero capito.
Questo, per i tartufi, non è stato un anno facilissimo
Il tartufo è un prodotto strano, capriccioso, che non si può coltivare, ma si può solamente scoprire. Lo si scopre uscendo nei boschi quando ancora è buio accompagnati dai fedelissimi cani, addestrati alla cerca sin da piccoli, con giochi per loro divertenti in cui, quando raggiungono la “preda”, sono ricompensati dal loro “trifulao”. (così si chiama in Piemonte il cercatore di tartufi). Dunque, il tartufo segue un po’ il clima, un po’ il fato: quando vuole spunta, e quando non vuole si fa desiderare. Il 2021 è stato un anno del secondo tipo: tartufi ce ne sono pochi, ma quei pochi che ci sono sono ottimi, assicurano i trifulao più esperti.
Quei pochi che ci sono, vale la pena di andarli a cercare direttamente all’origine, nei luoghi dove si trovano e dove i trifulao possono davvero consigliare il cliente sulla migliore scelta da fare. I luoghi come le tradizionali fiere del tartufo, ad esempio, che non a caso richiamano appassionati e turisti da ogni parte del mondo, promettendo i migliori affari (e le migliori mangiate) nella stagione del tartufo.
Uno degli appuntamenti più storici del territorio piemontese dedicati al tartufo è la Fiera di San Baudolino,
che va in scena nelle strade del bellissimo centro storico di Alessandria il 13 e il 14 novembre (dalle 8 alle 19). La Fiera prende il nome dal patrono della città, che proprio in questi giorni (il 10 novembre) festeggia la sua ricorrenza e che nel 1174 salvò la città di Alessandria mettendo in fuga gli assedianti Ghibellini. In quel weekend, la città di Alessandria si anima di spazi dedicati alle sue eccellenze enogastronomiche e alle specialità locali, e i negozi tutti partecipano alla grande festa di paese, rimanendo aperti fino a fine evento e accogliendo i visitatori in un centro storico finalmente completamente riaperto al suo pubblico.
Il tartufo, certamente, ma anche i vini, che da queste parti, come nel resto del Piemonte, sono il frutto di colline rigogliose vocate al meglio dell’enologia. D’altronde, proprio la provincia di Alessandria, all’inizio del secolo scorso (quando “inglobava” ancora la provincia di Asti) era ufficialmente dichiarata la provincia più vinicola del Regno d’Italia.
Dunque, accanto ai tartufi, alla Fiera di San Baudolino trovano spazio i grandi vini del territorio.
Su tutti la Barbera, seguita dal Cortese, dal Dolcetto, dal Moscato, dal Brachetto, dal Grignolino, dallo Chardonnay e dal Freisa. E poi i biscotti tipici, le focacce e i lievitati natalizi, i salumi del territorio, i funghi (altro prodotto che questi boschi regalano in quantità e soprattutto di ottima qualità), i formaggi, il cioccolato (che ha una lunghissima storia legata alla tradizione piemontese), il miele degli apicoltori locali, i prodotti agricoli autunnali, e molto altro.
La Fiera è anche l’occasione giusta per scoprire e assaggiare alcune ricette tradizionali particolari.
La bagna caoda, è il piatto piemontese per eccellenza, una delizia a base di aglio e acciughe adatta a giornate fredde e stomaci allenati. Insomma: la Fiera di San Baudolino ad Alessandria è un luogo dove scoprire il territorio attraverso i suoi frutti migliori e più buoni, oltre che una bella occasione autunnale per degustare il meglio che le terre piemontesi possano offrire.
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