L’interior design nei film è parte integrante della narrazione e quando fa da protagonista è sempre fonte di grande fascino. Chi di noi non è stato sedotto dal mondo illusorio del cinema? I set, l’atmosfera, i personaggi, quella visione voyeuristica di vite e ambienti immaginari ma ricchi di riferimenti? La capacità di essere trasportati in un altro mondo, per quanto breve, è il motivo per cui il cinema è affascinante. Lo sappiamo, ci sono centinaia di elementi che contribuiscono a rendere un film indimenticabile e l’interior design è uno di questi.
Gli interni cinematografici si occupano di “atmosfera”
E l’atmosfera dà contesto all’azione, sostiene la narrazione, riflette i tratti chiave della personalità dei personaggi; contamina anche le emozioni dello spettatore. L’ ambiente interno nel cinema è progettato per essere espressivo: una forma di “narrazione estetica” che amplifica l’intento del regista. Più che un elementare supporto, dà spessore alle vicende esaltando il background sociale e culturale e spesso rivela dei protagonisti molto più di quanto non riescano a fare le parole. Ci sono film nei quali la narrazione estetica dell’interior design non è solo lo sfondo del set, ma è posta in prima fila nella trama, tanto da assumere il ruolo di protagonista principale. Nel corso degli anni abbiamo ammirato veri e propri capolavori di interior design cinematografico, pilastri della settima arte diventati grandi cult. Ecco la nostra selezione.
L’equilibrata sceneggiatura e l’abile regia non sono i soli elementi che rendono questo film un piccolo gioiello d’autore. Una villa lombarda è lo sfondo principale in cui si muovono i protagonisti e la villa stessa può essere considerata protagonista insieme agli attori. Un’ode all’interior design italiano in un’antologia del fascino scolorito della “buona famiglia” in una calda estate del ’83. Tra modernismo e minimalismo, colori tenui e romanticismo, è ambientata la bellissima storia di amore e perdita tra due uomini. Il regista Luca Guadagnino ha deciso di servirsi dell’amica Violante Visconti di Modrone per l’interior design che ha trasformato la tenuta in rovina nello sfondo perfetto per il film.
Grazie ad una minuziosa ricerca ha dato alla proprietà una qualità vissuta; è riuscita a caratterizzare con oggetti e stampe d’epoca ogni angolo della villa per parlare così di ogni singolo personaggio in modo personale e coerente e dare vita ad un set che vacilla tra sogno e nostalgia. Gli oggetti di scena includono dipinti e libri, oltre a bicchieri e stoviglie che un tempo appartenevano ai genitori di Violante Di Modrone.
Maria Antonietta
In questo film, di Sofia Coppola, che rilegge in chiave pop la vita di corte di Maria Antonietta, ci ritroviamo negli anni ’90 in un’atmosfera storica, estrema, paradisiaca e chic. Un set stravagante che ci catapulta con sguardo sognante nel grembo del lusso che era il mondo reale di Maria Antonietta. Modanature dorate, carta da parati decorata e abbellimenti massimalisti coprono ogni superficie; biancheria fantasiosa e il meglio dei mobili storici francesi, effettivamente situati nelle stanze di Versailles, dove sono state girate molte scene. I colori morbidi e pastello, si ritrovano perfettamente mixati in vari elementi all’interno del set. Pareti, cornici, tende e mobili, tutto dialoga insieme per creare un’atmosfera di lusso e bellezza che fa immaginare di essere realmente lì.
Slevin – Patto criminale
La scenografia di questo film è un vero e proprio trattato di arredamento low cost, il trionfo della decorazione e dell’uso del colore. Un’incredibile favola noir, romantica e giocosa, stilisticamente elegante, con una fortissima attenzione ai dettagli. L’interior design di François Seguin interpreta perfettamente la dualità di generi del film: l’ironia e lo scherzo della commedia insieme alla tensione del thriller. Due, le locations principali: l’appartamento del protagonista all’interno di un classico palazzo newyorkese di inizio secolo e gli attici di due boss situati in due grattacieli gemelli dalla caratteristica architettura anni ’30 con mattoni a vista. Due ambientazioni, due stili differenti, due generi cinematografici: gli anni ’70 e la commedia; gli anni ’30 e il gangster-movie. Una scenografia volutamente stridente caratterizzata da improbabili ma affascinanti carte da parati vintage a fioroni giallo-beige e azzurrino o a scacchi neri, accostate a maioliche portoghesi con grossi ottagoni floreali, nell’appartamento del protagonista. Un lusso e un’eleganza smisurata invece il design degli appartamenti dei boss con mogano, marmo bianco e nero; oppure ottone e plexiglass per gli arredi in geometrie metalliche.
Coco Chanel e Igor Stravinsky
Il film perfetto per chi sogna in bianco e nero. Il gusto per gli interni della stilista era elegante e sofisticato quanto lo era il suo stile personale. In questo film, gli interni in black & white sono emblematici del suo rapporto tutto o niente con il compositore russo. Il film ambientato nei primi anni venti ha un’estetica composta e molto forte che evoca lo spirito e lo stile del periodo. Ma ancora di più celebra il design sorprendente, altamente individuale e innovativo di Coco Chanel. La casa di campagna di Coco , Villa Bel Respiro a Garches, ricostruita per il film, ha un grande senso dei dettagli e dell’atmosfera. L’arredamento è progettato da Marie-Heleme Sulmoni, con pezzi di design snelli, mentre i materiali sono lussuosi e ricchi di texture. Un tocco di glamour che evoca cineserie in alcuni oggetti, conferisce allo schema personalità e spicco. Gli abiti indossati dall’attrice Anna Mougaglis, che interpreta elegantemente il ruolo di Coco Chanel, sono un’estensione naturale dell’arredamento. O è il contrario?
The Royal Tenenbaum
La casa dei Tenenbaum potrebbe anche essere un personaggio aggiuntivo nella storia che rafforza la natura eccentrica di ogni membro della famiglia. Tutti i film di Wes Anderson sono una vera gioia per gli occhi ma è quasi impossibile superare la perfezione di questo film. Ogni stanza della villa di Harlem della famiglia Tenenbaum è decorata con le tipiche tonalità sature di Anderson e accentate con dettagli inaspettati come la carta da parati zebrata. Spazi che trasportano gli spettatori in altri mondi e danno una visione profonda del carattere dei suoi personaggi. Caldi interni color rosa fiancheggiati da libri, opere d’arte e cenni di lusso anacronistico di epoche sconosciute.
Io sono l’amore
“Io sono l’amore” è stato girato nell’imponente Villa Necchi Campiglio, una casa di famiglia a Milano costruita da Piero Portaluppi nei primi anni ’30. Le camere sono classicamente borghesi italiane: sobrie ma grandiose, lussuose ma inesorabilmente moderne. Gli ambienti, neutri all’esterno e ricchissimi all’interno, non solo fanno da perfetta cornice alla vicenda ma ne diventano inevitabilmente protagonisti.
Il Grand Budapest Hotel
Chi non vorrebbe soggiornare in questo meraviglioso e favoloso hotel? I film di Wes Anderson di solito piacciono ad architetti e fotografi mostrando composizioni e spazi perfettamente simmetrici che sembrano fondere passato e presente, realtà e fantasia. Il Grand Budapest Hotel non è diverso e i suoi interni sono esuberanti, pieni di trame e colori saturi che contribuiscono a dare al film l’aspetto surreale, perfetto per un dramma comico che vede un impiegato della portineria incastrato per omicidio. Tappeti rosso cremisi, colonne di marmo e luci decorate in ottone adornano la hall dell’hotel che è stata creata nell’atrio del Görlitzer Warenhaus, un grande magazzino Art Nouveau vuoto, nella Germania orientale; con le sue scalinate, ascensori ed atrio, risalenti a inizio ‘900, si è rivelata perfetta.
Per creare i set, stravaganti e dai colori pastello, lo scenografo Adam Stockhausen ha fatto riferimento alle immagini d’archivio delle stazioni sciistiche alpine. Un design simile a un diorama, che può sembrare pignolo, affascinante o entrambe le cose, a seconda della prospettiva.
2001 Odissea nello spazio
Il film, capolavoro di fantascienza di Stanley Kubrick, potrebbe non sembrare un luogo dove cercare ispirazione per l’interior design, in realtà presenta interni dallo stile accattivante che sicuramente entusiasmano allo stesso modo sia i fan modernisti che classici. Le Djinn chair progettate da Oliver Morgue nel 1965, i candidi interni della lobby dell’Hilton Space Station, fino ai tavolini Tulip disegnati da Eero Saarinen, hanno contribuito a enfatizzare l’atmosfera futuristica dell’era spaziale. Tutta la pellicola è un omaggio alla passione del regista Stanley Kubrick per l’arredamento e il design che il film stesso ha contribuito ad innalzare.
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