Le case discografiche puntano sempre più spesso sui vinili, ormai è un trend consolidato. Quello che per molti anni abbiamo considerato come un oggetto sorpassato, negli ultimi tempi si è trasformato in una sorta di status symbol. Poter sfoggiare nella propria collezione personale dei dischi in questo formato diventa un vanto e un motivo di particolare orgoglio prerogativa di una ridotta elite di appassionati.
Ma che cosa rende i vinili così speciali e perché le case discografiche ci fanno affidamento quasi più dei dischi stessi?
I tempi e i modi della fruizione musicale s0no cambiati a tal punto che c’è un disperato bisogno di ritorno al passato. Con l’avvento delle piattaforme digitali e dei servizi di streaming come Spotify la musica è diventata effimera, sfuggente e non più legata al supporto fisico. Ascoltare una canzone o un disco non corrisponde più ad inserire un album su un supporto, un’esperienza che per quanto possa essere smart ha fatto perdere al gesto stesso tutta la sua magia.
Ed ecco che, in un contesto nostalgico di questo tipo, si inseriscono i vinili.
Volete mettere la soddisfazione di sfilarne uno dalla sua copertina e posizionarlo sul lettore, sentendo grattare la puntina sulla sua superficie liscia? Tutt’altra storia. E un discorso simile, d’altra parte, può essere fatto riguardo all’emozione di scartare un disco dalla sua confezione annusando le pagine del suo booklet proprio come fossero quelle di un libro. Il boom dei vinili degli ultimi anni, dunque, si è accompagnato anche con la ricerca del lettore di ultima generazione che possa costituire non soltanto uno strumento per ascoltare buona musica ma anche un elemento d’arredo elegante, chic e all’ultimo grido. Su Amazon in questo senso c’è davvero l’imbarazzo della scelta e con poco meno di un centinaio di euro potreste ricevere a casa, in meno di ventiquattrore, tanto un giradischi dal sapore vintage come un dispositivo tecnologico dalle caratteristiche futuristiche.
La scelta fra passato, presente e futuro sta a voi, insomma.
Resta però soltanto un dubbio: al di là di questo rinnovato interesse per i vinili, siamo sicuri di non trovarci di fronte ad una sorta di “bolla”? La richiesta crescente di vinili a fronte di un settore produttivo che ancora non riesce ad incontrare la domanda sta creando a quanto pare forti ritardi nella produzione, a tal punto che le case discografiche si sono ritrovate costrette a inviare i loro ordini molti mesi in anticipo rispetto all’uscita del disco. A denunciare una situazione sempre più complicata è stato di recente Filippo De Fassi, titolare della Phonopress, la più nota azienda italiana stampatrice di vinili.
Ecco il commento di De Fassi:
“Dodici settimane circa: questi sono i tempi di attesa che possiamo offrire al momento, in base agli ultimi lavori consegnati”.
Qualsiasi sia la situazione, quel che è certo è che per le grandi label oggi da molti punti di vista il lancio di vinili si sta trasformando in una gallina dalle uova d’oro. Quando gli artisti di un’etichetta lanciano un disco anche in questo formato hanno infatti la possibilità di applicare un sovrapprezzo al loro progetto discografico, venduto spesso a fianco di un semplice autografo o di gadget esclusivi. Una piccola curiosità, per concludere: sempre nell’ambito della ricerca di una fruizione musicale “vecchio stampo” negli ultimi anni a fianco del mercato di vinili si è sviluppato, incredibile ma vero, quello delle care vecchie musicassette. Chi l’avrebbe mai detto?
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