Ferrari, debutta nella moda e centra il bersaglio, nel segno di un marchio forte, ottimista e pronto ad un nuovo rilancio.
Le aspettative erano alte e non sono state disattese, anzi come sempre il Cavallino Rampante fa sognare.
Nello storico stabilimento Ferrari di Modena, la scuderia italiana più famosa al mondo, simbolo dell’eccellenza italiana invidiata e inimitabile, ha messo in scena la sua prima sfilata. Uno show che a tutti gli effetti ha parlato nel linguaggio della moda, sorprendendo anche i più scettici.
Un’ estetica contaminata di valori dell’immaginario Ferrari: performace, innovazione, estetica e artigianalità, con un linguaggio moda e un approccio green couture. Ferrari coglie nel segno, non solo la collezione ma anche la scenografia, firmata nientemeno che da Bureau Betak: studio di produzione artistica di Parigi; artefice di alcuni degli show più spettacolari della moda. La musica di Frederic Sanchez dell’omonimo studio di produzione e lo styling di Jacob Kjeldgaard; tutto parla il linguaggio del fashion system. In un’estetica in divenire l’intero cast sulla passerella ha sfilato con tacchi tecnologici che sembravano realizzati in acciaio e tungsteno, tra linee d’assemblaggio, scocche, stampi e impianti di saldatura del nuovo modello V12, il cuore del DNA del marchio.
Innovazione, finiture di lusso, esclusività, linee futuristiche ed eleganti, il dietro le quinte della produzione Ferrari che diventa passerella.
Davanti al mood board che includeva un montaggio di stelle e icone Ferrari: da Brigite Bardot e Lambert Wilson a Linda Evans e Mick Jagger, una nuova selezione di icone come Timothée Chamalet, Dua Lipa e A$AP Rocky hanno evidenziato i futuri obiettivi della Ferrari.
La presenza di diverse super modelle: gli stessi nomi che avremmo potuto trovare nelle fashion week di Londra, Parigi e Milano, parla il linguaggio del settore. Ha aperto la sfilata Mariacarla Boscono, mentre Natalia Vodianova è entrata in scia per il look finale; volti che siamo abituati a vedere da Burberry o Valentino.
Tra gli ospiti in prima fila, accanto a Lavinia Elkann, moglie del presidente John Elkann, i piloti Charles Leclerc e Carlos Sainz Jr. Non sono passati inosservati i designer Jonathan Ive, ex Chief Design Officer presso Apple e il suo amico Marc Newson, designer australiano di base a Londra, artefice dell’Art Edition del libro Ferrari di Taschen. Fino all’anno scorso, Ive ha disegnato il mondo Apple e con l’amico Newson, l’Apple Watch. Ovviamente queste due presenze hanno fatto ipotizzare una qualche collaborazione futura della Ferrari con il mondo Apple. D’altra parte il debutto nella moda di Ferrari rientra in un progetto esperienziale a tutto campo.
La collezione descritta dallo stilista Rocco Iannone in Ferrari dal 2019:
“Ho cercato di sintetizzare la muscolatura delle nostre auto, le linee e gli stilemi attraverso dei capi spalla bold e dalle linee strutturate, associandoli alla fluidità della seta che ho usato come un canvas sul quale stampare immagini appartenenti all’universo iconografico di Ferrari e all’impatto che ha generato nel tempo sulla pop culture, il tutto attraverso uno sguardo al presente, alle donne e alle nuove generazioni”.
Il rosso e giallo Ferrari che esplodono, volumi esagerati, giacconi definiti da type flou e fondere in fibra di carbonio; pantaloni da pilota ma proposti in versione over, borse extra large. Materiali tecnici e altamente performanti ma con un tocco prezioso e ricercato, come la seta per gli abiti per lei e i pigiami per lui. Linee sinuose e spalle raglan che si rifanno alle silhouette curvilinee delle auto. Proprio come i designer di auto della Ferrari basano le loro creazioni su dettagli anatomici del corpo umano, così ha fatto Iannone, scegliendo linee allungate e flessuose.
Una collezione che elimina stagionalità e genere sfidando i pregiudizi che la vedono legata al mondo delle corse e dei gadget.
“Le auto non hanno sesso, e nemmeno questi vestiti”
Composta da silhouette prevalentemente unisex, la collezione di debutto di Ferrari nella moda presenta 52 look diversi e introspettivi. Completi in denim strutturato, trench classici, completi in due pezzi stampati con motivi di auto e altri motivi di formula uno, abiti con un morbido logo Ferrari monogrammato. Accanto alla molteplicità dei materiali, tele e pattern giocano con la geometria e l’ assemblaggio di tessuti. Stampe ad alta grafica: miscele incisive di poster e copertine di riviste degli anni ’50 che suggeriscono velocità, immagini del Cavallino rampante e persino campioni che prendono la bandiera a scacchi.
Un senso di alte prestazioni nella maglieria, mentre il tessuto chiave è un nylon leggero come una piuma ma a trama fitta che sembra seta al tatto. Jacquard tecnici simili a taffetà, lane trattate, organza di nylon o fibre di carbonio leggere, capi resistenti alla pioggia e durevoli. Per completare i look, i partner Ray-Ban e Puma hanno fornito occhiali da sole e scarpe da ginnastica.
Protagonista della sfilata la donna.
“La donna – dice Iannone – ha sempre fatto parte del nostro immaginario. Ma questa storia non è mai stata raccontata abbastanza! Questo è il momento giusto! Ho lavorato sul grande livello di awareness di cui il brand gode e che nel tempo è stato costruito e alimentato da icone della storia del costume come Anna Magnani, Monica Vitti e Ingrid Bergman; icone che hanno contribuito nel tempo ad alimentare un’idea di ‘Ferrari lifestyle’, sviluppandolo attraverso linee ed elementi compositi appartenenti al territorio estetico di Ferrari”.
Questo debutto nella moda ha sicuramente segnato un importante cambiamento di direzione per Ferrari, da un modello basato su licenza a un concetto di marchio di lusso. Come nella migliore tradizione Ferrari i progetti nascono sia dall’intuizione che vuole trasformarsi in un successo, che dal desiderio di onorare la storia del brand. Ferrari ha centrato il bersaglio!
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