E’ scomparso il noto cantautore siciliano: ecco cosa ci resterà di lui
Si è spento nella propria casa di Milo all’età di 76 anni Franco Battiato. Un artista che tutti hanno ricordato, in vita come nel giorno della sua scomparsa, come il Maestro. Un cantautore che, con la propria arte, ha elevato il valore della musica cantautorale italiana oltre che la tradizione artistica della sua amata Sicilia e del racconto dell’esistenza in tutte le sue variabili forme.
Ritiratosi già da qualche tempo a vita privata, il Maestro non ha mai smesso, in realtà, di far suonare le proprie note e la propria voce facendo innamorare della sua presenza silenziosa e defilata intere generazioni di ascoltatori. Un tipo di pubblico che non ha mai amato il rumore, la moda, l’eccessiva propaganda o sovraesposizione. Degli ascoltatori che, invece, dal Maestro Battiato hanno appreso il valore della semplicità.
Franco Battiato era candido, la sua musica era semplice
Non nel senso di facile o immediata, ma piuttosto nel senso di sorprendente proprio perché, spesso, nulla stupisce più della semplicità delle cose. Quando si racconterà di Franco Battiato e della sua arte non si potrà non citare e dar credito, dunque, di una forma di musica ampiamente condivisibile e sorprendentemente facile, capace di sperimentare e ricercare in continuazione. Mai una proposta uguale all’altra o una moda ricalcata, mai una frase fatta nei suoi testi. Franco Battiato ha incarnato, per tutto questo tempo, il valore essenziale di chi sperimenta e per questo sorprende.
Anche nel suo linguaggio complesso, spesso ricercato e arzigogolato, ha saputo mantenere saldo il principio dell’universalità musicale. Lo ha fatto sperimentando anzitempo l’elettronica senza comunque mai abbandonare il territorio nazional-popolare da cui proveniva e l’esigenza dell’immediatezza richiesta da quella grande platea di pubblico che, dopo diversi anni di gavetta, lo accolse a braccia aperte.
Addio Franco Battiato: artista di tutti
Ma, contemporaneamente, anche intellettuale sopraffino, nella musica e non solo. Di Battiato, dunque, ci rimarrà l’eleganza della semplicità. Ma anche la sua voce flebile. Il suo sguardo sicuro ma discreto ed educato dietro gli occhiali. Le grandi cuffie che indossava e le canzoni: quelle, soprattutto, rimarranno per sempre.
Le canzoni di Franco Battiato |
In molti hanno citato ‘La cura’ in questi giorni. Non possiamo di certo negare che si tratti del più grande capolavoro della produzione musicale del cantautore catanese. Eppure come dimenticare ‘E ti vengo a cercare’ piuttosto che ‘Centro di gravità permanente’, ‘Bandiera bianca’, ‘Cuccurucucù’ e decine di altri brani immortali? Occorrerà, poi, anche ricordarsi dei tanti successi scritti e composti per altri interpreti. E dei tanti artisti con cui coscientemente Franco Battiato ha spesso deciso di collaborare, condividere il palco o, più semplicemente, segnalare ad una discografia spesso distratta. Scrisse per l’immensa voce di Giuni Russo una perla nazional-popolare come ‘Un’estate al mare’, per Alice la sanremese ‘Per Elisa’ o per la grande Milva, anch’ella scomparsa da soli pochissimi giorni, un capolavoro senza tempo come ‘Alexander Platz’ destinato a far successo soprattutto più all’estero che entro i confini nostrani.
Di Franco Battiato, dunque, ci mancheranno molte cose.
C’è da augurarsi che, dopo i dovuti ricordi pubblici, seguano numerosi altri rimandi per dare il valore del senza tempo alla musica e all’arte di questo grande uomo che, pur essendo un’intellettuale sopraffino e complesso della forma canzone, ha saputo donare al proprio pubblico il valore sorprendente della semplicità delle cose che non sta nel riprodurre noiosamente, ma nel ricercare con passione ed interesse la perfezione e la verità dell’esistenza.