La realtà aumentata nella moda è sempre più frequente, tra campagne social e sperimentazioni.

Avete già visto la campagna di Sephora a Milano o provato a indossare un rossetto attraverso lo schermo?

Allora sapete già di cosa stiamo parlando.

La realtà aumentata nella moda è diventata un fenomeno che va intensificandosi anche a causa della pandemia.

Un problema che limita gli spostamenti e sposta l’attenzione verso il digital.

Se per provare un rossetto non serve più strofinarlo sulla pelle, ma basta inquadrarsi nella fotocamera del proprio smartphone, il rapporto brand-consumer diventa sempre più stretto e focalizzato su strumenti di acquisto e promozione alternativi.

Come Net-A-Porter, che per una campagna pubblicitaria AR nel settore Fashion aveva già creato, nel 2014, un’applicazione con cui, puntando la fotocamera sui prodotti, era possibile evidenziare gli abiti più venduti in quel periodo, offrendo la possibilità di comprarli online.

O il già citato brand di cosmesi Sephora, che a Milano realizzò una collaborazione con ModiFace per creare uno “specchio” che consentiva di vedere l’effetto sul viso di varie combinazioni di make-up, anche muovendo la testa.

realtà aumentata nella moda Life&People Magazine LifeandPeople.it

Realtà aumentata per supportare il processo di acquisto

Attualmente, a causa di problemi che minano anche l’efficienza degli e-commerce, marchi come Asos, Prada e Valentino si sono rincorsi per trovare soluzioni con Realtà Aumentata (Augmented Reality in inglese).

Strumenti in grado di agevolare lo shopping, accolti anche da numerosi multibrand.

Altri esempi?

Dior ha inserito all’interno di alcuni negozi degli schermi in grado di simulare una sfilata in passerella, dando la possibilità di scattarsi un selfie.

E Louis Vuitton ha lanciato un’app che scansiona i codici e prodotti all’interno delle vetrine per intrattenere e incuriosire gli acquirenti.

Ma non basta, perché anche L’Oreal ha creato un’applicazione che permette di testare il make-up, mentre con la RA di Zara è possibile provare virtualmente i capi di abbigliamento, per capire quale sia la taglia più adatta.

E Converse? Anche questo brand sta sfruttando la realtà aumentata per la moda con la sua applicazione che, puntata verso i piedi, permette di provare il paio di sneakers preferite.

Spesso, inoltre, questi strumenti vengono pubblicizzati attraverso campagne social che coinvolgono gli utenti, creando e incentivando una maggiore vicinanza col pubblico.

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Realtà aumentata nella moda: cosa ne pensano i clienti?

Sembra essere molto apprezzata dai clienti, viene scelta dai brand perché permette loro di avvicinarsi ad un concetto di moda più etico, grazie alla prova virtuale dei capi di abbigliamento prima di comprarli.

Questo passaggio permette al processo d’acquisto di diventare immediato, divertente e con maggior garanzia di qualità.

E’ anche un modo per tutelare i propri dipendenti dal Covid e per superare il caos delle sfilate cancellate.

E non manca neppure la gamification.

La boutique fiorentina LuisaViaRoma, tra gli altri, ha annunciato verso la metà del 2020 la nascita di MOD4.

Una game-app che trasforma lo shopping in un gioco interattivo offrendo la possibilità di creare il proprio avatar, collezionare i prodotti preferiti e socializzare con altri utenti per delle fashion challenge.

Insomma, se il Covid minaccia uno dei settori più produttivi al mondo, la moda reagisce di conseguenza.

E con la realtà aumentata, trova una delle possibili vie d’uscita.

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