Cosabella, è la storia di un brand Made in Italy corteggiato dalle celebrities fino negli States. Ci sono esempi virtuosi che il nostro Paese può vantare. Nostro malgrado, non possiamo portarli in palmo di mano perchè non ne vengono tessute le lodi quanto invece meriterebbero. Per questo abbiamo deciso di parlare di chi ha avuto il coraggio di farsi strada all’estero. Una realtà, che ha raccolto molto più di quanto avesse sperato puntando dritto dove i sogni non arrivano, così come ci racconta Valeria Vandelli Campello, Senior Vice President del brand Cosabella.

Cosabella è nata nella provincia modenese

ed era una piccola realtà artigianale di lingerie. In realtà la lingerie Cosabella nasce a Miami nel 1983.  Da Carpi, però, famoso distretto industriale dell’abbigliamento e mia citta’ natale, nasce l’ispirazione.  Portare l’intimo negli Stati Uniti è stata una idea, pensando di restare solo qualche anno per poi rientrare in Italia. Tanto per non sfatare il mito che “Nemo profeta in Patria”, Cosabella era gia’ leader in USA nel settore dell’intimo.  Era praticamente sconosciuta in Italia quando nel tardo 1990 abbiamo aperto i nostri uffici di Carpi e Fabriano. Ma non per molto… Infatti l’uso di tessuti innovativi e la versatilita’ delle nostre collezioni, sfruttabili anche come outfit, unitamente all’uso di colori vivaci in un mondo fino allora fondamentalmente bianco, nudo e nero ci ha permesso di distinguerci dal resto dei player e di procurarci una discreta posizione di mercato piuttosto in fretta.

Cosabella

Ora a quale stadio di sviluppo vi trovate?

Cosabella quest’anno celebra 35 anni di attività, ed è ora alla seconda generazione coi figli Silvia e Guido alla direzione dell’azienda in qualità rispettivamente di Presidente e CEO. Il marchio sotto il nuovo timone, pur restando fedele alla sua tradizione storica di innovazione, è alla continua ricerca dei materiali, design e packaging. Ora ha abbracciato nuove categorie di offerta includendo linee quali Extended e Curvy e ulteriori target di mercato come Maternity e Teen-agers. Si orienta verso continue forme di collaborazione su licenza con altri brand.  Per filosofia o stile, sono complementari al nostro, aprendoci così le porte al settore lifestyle. Ci siamo sempre considerati un marchio di moda. Grazie alla vestibilità, comfort dei materiali e moltitudine di colori, siamo riconosciuti anche per un prodotto basico, indispensabile e con una forte tendenza fashion.

Quali celebrities vantate di aver conquistato (ce n’è una di cui andate particolarmente fieri o che vi ha colpito nello specifico)?

I Vip per fortuna sono tanti, abbiamo addirittura creato una nostra “Wall of fame” – capi di Cosabella gentilmente firmati da celebrita’ – che abbiamo esposto su di una parete del nostro flagship store di New York. Gli articoli Cosabella vengono richiesti spesso dai costumisti per essere usati sul set da attrici o cantanti. Quello che ci rende piu’ orgogliosi è quando riconosciamo sulle riviste uno dei nostri capi indossato nella vita di tutti i giorni. Tra le piu’ assidue buyer: Katy Perry, Kate Hudson, Sarah Jessica Parker, Courtney Cox, Jennifer Lawrence, Jessica Biel, Khloe Kardashian, Lady Gaga, Pink e Amal Clooney.

Cosabella lingerie Life&People Magazine lifeandpeople.it

Avete ancora traguardi sfidanti da raggiungere nel breve o lungo periodo?

Innovazione e’ un concetto presente da sempre nel mondo della lingerie Cosabella. A partire dal modo in cui operiamo come azienda sia a livello prodotto che in termini di comunicazione nei confronti della clientela e del singolo consumatore. Ora più che mai e’ necessario che ogni brand apra gli occhi e la mente e si prepari ad affrontare la grande e irreversibile trasformazione con cui l’end user tradizionale si avvicina all’offerta. Con l’avvento dei social e dell’e-commerce per gli acquisti nulla è come prima, contrastarlo è inutile e pericoloso.  Occorre ascoltare, capire e adeguarsi. E’ un mondo in continua evoluzione e posso dire con orgoglio che la nuova leva generazionale e manageriale è in grado di stare al passo coi tempi, se non addirittura anticiparli, continuando a lavorare per dettare tendenza.

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