Verso quali nuovi orizzonti può spingersi la moda quando decide di lasciare i suoi ancoraggi confortanti?  E’ questa la domanda che c’è all’origine del GucciFest, festival di moda e cinema digitale che si svolgerà dal 16 al 22 novembre.

“Ouverture of Something that never end” è il titolo della web serie in sette episodi, diretta a quattro mani dal direttore creativo Gucci Alessandro Michele, insieme  Gus Van Sant, regista cult americano, il suo “Elephant” grande trionfatore, nel 2003,  della 56esima edizione del festival di Cannes.

“Ouverture”, che continueremo a chiamare cosi per brevità, è anche il titolo della nuova collezione moda Gucci

Una collezione che scende dalla passerelle ed entra negli schermi digitali, scegliendo una forma di rappresentazione al passo dei tempi Covid, e poi nella vita. Quella vera.

Regole e distanziamenti non bloccano la creatività ma, al contrario, la alimentano cercando soluzioni nuove e nuove strade in una forma di contaminazione tra moda e cinema che è prova, esperienza, emozione e fatica.

Una grande fatica, come confida Michele nella zoom conference con la stampa italiana e internazionale.

“Utilizzare un nuovo linguaggio per poter tornare a stare insieme”, spiega il direttore creativo, “e dare a questo stare insieme una forma tutta nuova.

Il mio incontro con Van Sant risale a trent’anni fa quando il suo film “Belli e dannati” (1991) ha avuto su di me un effetto liberatorio. Mi ha fatto capire chi io fossi in maniera schietta, ruvida, spiazzante”.

“Ouverture of Something that never end” GucciFest Life&People Magazine LifeandPeople.it

Così Alessandro, Gus e tutto il team creativo che gira intorno a questo brand e al suo direttore creativo capace  in 6 anni di riscrivere e s-travolgere le regole del vestire, puntando con coraggio e apparentemente nessuna paura, su un’estetica che parla prima di tutto di libertà, identità e inclusione, se ne sono andati in giro per un mese, per Roma.

Trenta giorni svegliandosi la mattina all’alba per catturare luce, angoli e incontri che solo la Città Eterna sa di poter offrire.

Inoltrandosi nella notte, schermati dalla protezione e dalla complicità del buio ma anche da tutti gli strumenti sanitari, tamponi e mascherine in primis, per portare a termine un progetto sfidante e rivoluzionario, non solo per la tempistica.

Protagonista, l’attrice e performer romagnola, Silvia Calderoni, la Lupa di “Romulus”, la nuova serie da poco in onda su SKY, dedicata alla nascita di Roma.

Per Michele e Van Sant, invece, Silvia si muove in un scenario quotidiano contemporaneo,  nei suoi abiti che, privati delle passerelle, escono dagli armadi e quasi fuggono per la Città.

Alessandro Michele direttore creativo Gucci Life&People Magazine LifeandPeople.it

Dove, si sà, l’incontro è dietro ogni angolo e tutto può succedere, non solo nella notte ma H24.

Ed ecco allora alternarsi accanto a Silvia, gli amici della Casa, quel gruppo eterogeneo di facce, volti, personalità che condividono con Michele il senso di una libertà di pensiero, prima ancora che estetica.

Una tribù timeless, personaggi di diversa età e differente estrazione e nazionalità perché quello che conta e che unisce è altro, ben più fondante.

Dunque, eccoli, Achille Bonito Oliva, Billie Eilish, Harry Styles, Florence Welch, Sasha Waltz, Arlo Parks, Darous Khonsary, Lu Han, Jeremy O. Harris, Arianna Papademetropoulus, Florence Welch.

“ Una sfida stimolante”, la definiscono insieme Alessandro Michele e Gus Van Sant.

Un  grande esperimento, perché i sette episodi di “Ouverture” sono anche il cuore del GucciFest, un vero e proprio festival in formato digitale.

“Ouverture of Something that never end” GucciFest Life&People Magazine LifeandPeople.it

Sulla piattaforma YouTube Fashion, Weibo, Gucci You Tube e sul sito Guccifest.com

E il primo episodio, con la presenza di Paul B. Preciado, svelato nella sua interezza, alle ore 21.00 della giornata inaugurale.

Lunedì 16 Novembre, è il momento clou di un vero e proprio cartellone dove fanno bella mostra i lavori di quindici fashion film di giovani stilisti indipendenti.

“Il festival si è rivelato anche un modo per stare insieme tra di noi ma anche con le persone che condividono le stesse passoni, le emozioni, lo stesso mestiere.

Un progetto-laboratorio che per me è valso anche un vero e proprio apprendistato, ho imparato tante cose, un privilegio.

Devo ringraziare questa azienda e Marco (Bizzarri, ndr, Presidente e CEO di Gucci) per lo spazio e la fiducia, per aver reso possibile questo progetto.

GucciFest Life&People Magazine LifeandPeople.it

Abbiamo cercato un nuovo modo, in questo tempo sospeso che non deve però togliere la fiducia nel futuro.

Ho voluto mettere l’accento sulle contaminazioni, sui differenti linguaggi, su quelle conversazioni apparentemente impossibili, proprio come avviene con la mia idea di moda”, confida Michele.

“La sceneggiatura non è stata influenzata dalla pandemia. Ha ulteriormente stretto i miei rapporti con la Città dove ero arrivato per la prima volta nel 1990 per  My Own Private Idaho (Belli e Dannati, il titolo in italiano)”,

conclude Gus Van Sant.

“Roma è sempre bellissima, la città di Fellini, Pasolini…”. Io sono cresciuto con i film della vecchia Hollywood, e il neorealismo. Mia mamma lavorava nel cinema, alla fine si è trattato di un approdo naturale.

Volevo soprattutto liberare i vestiti dalle passerelle, impastandoli con il cinema e con la vita, pronti a scendere per le strade, il vero palcoscenico, per dare vita a questo incontro tra diverse discipline che lavorano insieme”,

conclude Alessandro Michele.

In un momento in cui insieme, non si può fare davvero nulla.

© Photo Credit Paige Powell

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