A Roma, al Museo dell’Ara Pacis, una mostra che celebra molti dei rinomati atelier di moda romani e il grande cinema. I costumi esposti, provengono direttamente dalle scene di film memorabili, e dai laboratori artigianali, che li hanno confezionati.
La mostra “Romaison 2020”, alla sua prima edizione, è stata fortemente voluta dal Sindaco di Roma, Virginia Raggi. Roma entra nel racconto contemporaneo della moda come laboratorio progettuale dove l’alto artigianato convive con l’archivio storico.
Romaison 2020: stilisti, sartorie e film iconici
Un modo per ripercorrere anni di sapiente artigianato sartoriale, che aiuta ad accendere negli animi nuovi sogni e speranze.
Perché la moda come il cinema, e l’arte in genere, non possono sopravvivere senza l’immaginazione.
“Romaison”, narra il rapporto tra stile, creazioni estemporanee, e abiti cuciti e imbastiti per i set cinematografici.
La mostra ha un allestimento quasi clinico.
Apparentemente pare un atelier, con maxi schermi che si connettono alle sartorie del costume.
Fra questi: Annamode, Costumi d’Arte-Peruzzi, Sartoria Farani, Laboratorio Pieroni e Tirelli, dove hanno preso vita personaggi senza tempo.
Cleopatra di Liz Taylor, Willy Wonka, Johnny Depp de La fabbrica di cioccolato, nascono tutti dall’estro creativo di Gabriele Mayer.
Presenti i magnifici costumi di Dominque Sanda ne Il Conformista, apparsi in Salò, e in modo particolare il costume di Barbarella.
Parure preziose di ametiste e diamanti, firmate Bulgari, abbelliscono, poi, la signora Mangano, nel film, Ritratto di famiglia in un interno, ma anche abiti trasognanti, direttamente dal Casanova di Federico Fellini.
Osservarli da vicino, nel percorso della mostra nel museo dell’Ara Pacis, consente ai fruitori di immergersi nella maestria degli stilisti.
Tutti i manufatti trovano, però, la loro quintessenza nel grande schermo, poiché tolti dalla loro cornice estetica, restano certamente meno seduttivi.
Si va da Paul Poiret a Maria Monaci Gallenga, di cui sono esposti gli abiti in velluto, con una speciale tecnica di stampo in oro e argento.
Madame Gres e gli atelier di Christian Dior e Balenciaga rappresentano perfettamente il carisma di film come Il Conformista e L’Ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci.
Per la prima volta viene svelato il ricco patrimonio sartoriale, dalla fine del ‘700 ad oggi.
Tutti i capi sono stati selezionati con cura e passione. Pezzi iconici, specialmente i bozzetti dell’archivio personale di Gabriele Mayer, che rendono visibile il rapporto fra la Moda e il Costume.
Una sezione è dedicata a Mensura e alla produzione di manichini, con pezzi autentici, simili a sculture.
Ci sono costumi di grandi nomi come Pescucci, Canonero, Atwood, Squarciapino, Donati, Tosi, fino ai più giovani Catini Parrini e Torella, per citarne alcuni, che enfatizzano i magici archivi di questi luoghi.
Nella splendida carrellata di vestiti che sono vere opere d’arte troviamo Florinda Bolkan, che indossa un abito Gallenga nel film, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”.
Roma entra, in questo modo, nel racconto contemporaneo della storia della Moda, diventando un prolifico laboratorio progettuale capace di sottolineare l’importanza dell’alto artigianato italico nel mondo.
Un viaggio nelle grandi sartorie della Capitale, tra moda e immaginario cinematografico.
Due mondi contrastanti, ma permeati di immensi talenti, quelli del cinema e della moda, che esprimono, insieme, la medesima creatività del comparto artigiano, attraverso le arti visive.