I percorsi della moda come si sviluppano? Come nasce la storia della moda? E qual’è la storia del costume della moda? Quali sono le epoche della moda?
Life&People Magazine vi porta alla scoperta del suggestivo mondo del fashion, attraverso i suoi momenti salienti.  Un viaggio fantastico che parte millenni fa, in continua evoluzione ancora al giorno d’oggi.
Perché l’avvento della moda crea un vero e proprio mondo nuovo, in cui la passione per la novità unita alla rapidità dei mutamenti del gusto interrompe una tradizione di consolidate abitudini nel modo di vestirsi e nel significato dell’abbigliamento. 

I percorsi della moda: la nascita dal Paleolitico

Sembrerà banale dirlo ma la moda nasce proprio per un’esigenza ben specifica: quella di coprire il proprio corpo. L’ inizio della storia della moda e i percorsi della moda nascono fin dal Paleolitico.

L’uomo grazie alla caccia ottiene le pelli per ripararsi dal freddo. Un passo importante nella storia della moda è sicuramente rappresentato dalle prime realizzazioni di tessitura.

Storia della moda: evoluzione del fashion nelle varie epoche della moda

I Sumeri, gli Assiri e i Babilonesi danno un notevole impulso alla tessitura e al confezionamento di abiti, consistenti in tuniche. 

I Sumeri addirittura inventano le maniche, arricchite poi dagli Assiri con una stola.

L’abito più in voga nell’epoca era il kandys, una specie di accappatoio con maniche corte e di lunghezza variabile, chiuso sul davanti con una cintura in tessuto.

Dal 1500 al 1000 a.C. gli Assiro Babilonesi sviluppano le arti della tintura, il confezionamento di calzature. Semplici ed aperte per il popolo, chiuse ed alte per i nobili.

Le donne sposate vengono costrette per legge ad indossare il copricapo, abitudine che rimarrà radicata nei secoli e perdura a tutt’oggi nel Medio Oriente.

Dalla Persia arriva invece l’utilizzo della seta che si aggiunge alla lana e al lino.

Sono proprio i Persiani a confezionare il primo vero e proprio abito, composto di casaccapantaloni e cintura.

Gli Egizi prediligono invece il lino leggero. Si cimentano nel confezionamento di abiti corti per gli uomini del popolo e lunghi per le donne, per l’aristocrazia e per i sacerdoti.

Le classi sociali si differenziano per l’uso di simboli: copricapi o gioielli rituali composti da collane, bracciali, cinture, anelli e cavigliere.

Ed è proprio all’Egitto che dobbiamo anche la nascita della cosmesi per la bellezza femminile. Come dimenticare Cleopatra che amava dipingersi gli occhi di nero profondo!

storia del profumo nefertiti | Life&People Magazine LifeandPeople.it

Con i Greci nasce l’idea di bellezza e di ricerca del lusso

La ricerca del lusso sembra essere il principio ispiratore della strategia dell’immagine nei ceti dominanti in società rigidamente stratificate come quelle dell’antichità classica. 

Soprattutto nella società romana, avviene la consapevolezza dell’importanza di rappresentare la propria condizione sociale attraverso lo sfarzo e l’opulenza.

Una vera e propria sfida da giocarsi a colpi serrati di gioielli, acconciature, cosmesi, decorazioni senza però incidere significativamente sul rinnovamento dell’abito.

Nel mondo greco l’abbigliamento femminile è impegnato su tre capi fondamentali: il peplo (veste larga di appannaggio delle donne), il chitone (per entrambi) e l’himation (una sorta di mantello da portarsi sopra il peplo o il chitone).

L’abito assume i concetti di raffinatezza ed eleganza oltre che di uno status sociale. La palette cromatica delle vesti è composta dal bianco, ma anche dal rosso porpora, turchese e verde. 

I Greci non coprono le nudità, anzi, esaltano la bellezza che il vestito non deve nascondere.

Proprio in quest’epoca avviene il fatto che il vestirsi non è più solo prerogativa dei nobili ma anche del resto della popolazione.Una vera e propria rivoluzione! 

L’abbigliamento al tempo dell’Impero Romano: i percorsi della moda. 

Il cittadino romano veste la toga, che in origine era piuttosto corta e stretta per diventare successivamente più ampia e drappeggiata, indossata sul braccio.

I differenti colori dell’indumento indicano la particolare condizione di chi la indossa: porpora per i consoli trionfatori e per gli imperatori, bianco per i candidati alle cariche pubbliche, nero per il lutto, banda porpora per le massime autorità.

Anche gli uomini portano una semplice e corta tunica, indossata sotto la toga dai cittadini e come abito quotidiano dal popolo.

Il guardaroba di una signora prevede la stola (una tunica molto ampia e lunga fino a piedi), la recta (una tunica bianca senza maniche) e la palla, un vero e proprio mantello che può coprire anche la testa e che indossano anche gli uomini (pallium).

Nella società romana l’interesse per il cambiamento e il gusto per la novità si focalizza sulle acconciature e suoi gioielli più che sull’abbigliamento.

La fine della classicità è un mix di culture

Nell’abbigliamento medioevale i vestiti femminili si arricchiscono e si impreziosiscono.

Naturalmente questo riguarda soltanto le classi più elevate e i nobili, poichè nel medioevo la forbice sociale era molto ampia.

I servi della gleba e il popolo vivono in condizioni di estrema povertà e continuano ad indossare vestiti semplici e mantelli per coprirsi. Nel mondo maschile troviamo il saio dotato di maniche e cappuccio.

Fino al XIII secolo l’abbigliamento resta semplice. Una delle novità più rilevanti è la diffusione dei bottoni, che sostituiscono le spille, utilizzati intorno al millecento.

La moda nel Rinascimento

Il Rinascimento è una vera rivoluzione nel mondo antico.

L’Italia è il centro culturale ed artistico più importante del mondo e le nobili famiglie delle grandi corti Italiane dettano legge, non soltanto per la potenza economica e culturale, ma anche per l’abbigliamento.

Compaiono le scollature femminili e i  corsetti che evidenziano il corpo.

Comincia la diffusione di profumi, cosmetici, tinture per capelli, acconciature ricercate, parrucche e finte trecce.

Tra le donne più ammirate dell’epoca c’è Vittoria Colonna, Caterina Sforza, Lucrezia Borgia, Caterina de’ Medici. Vere e proprie influencers dell’epoca a cui il ceto medio si ispira

Il trend dell’epoca è dato dai capelli biondi o rossi e dalla carnagione bianca, che viene ritenuta un segno di distinzione. E’ incredibile come molte di queste mode siano attuali anche al giorno d’oggi!

Cresce la “civetteria” femminile, mentre gli uomini sembrano più inclini alla sobrietà.

Nascono i damaschi, i velluti e i broccati. Le decorazioni sono molto ricche e spesso intessute con fili d’oro.

Storia della calzatura in mostra Life&People Magazine Lifeandpeople.it

Inizia lo sfarzo, i percorsi della moda: l’ epoca barocca.

Fino al XVI secolo l’abbigliamento non smette di essere considerato un preciso segnale di appartenenza a un ceto sociale. Identifica l’età, la professione e la gerarchia sociale.

Basti pensare a Giovanni Della Casa, autore del “Galateo“, che afferma proprio questo concetto. L’abito inizia ad essere considerato un mezzo di comunicazione e di rappresentazione dell’appartenenza sociale.

A partire da questo periodo il vestiario europeo tende ad arricchirsi. Sia gli abiti maschili che quelli femminili vengono forniti di legacci, gorgiere e passamanerie.

Appaiono i corsetti e i busti che costringono le signore a veri e propri sacrifici in nome dell’eleganza.

Nasce la struttura sottogonna rigida e larga che poi si chiamerà crinolina. Viene dapprima realizzata con tessuti inamidati e più tardi addirittura costituita da cerchi di metallo o stecche di balena.

Nata per l’esigenza di proteggere la gravidanza, si sviluppa poi come una vera e propria moda, come testimoniano i ritratti di Maria Antonietta D’Asburgo e Maria Luisa di Borbone.

Il colore nero si impone come sinonimo di eleganza nel Cinquecento, soprattutto nell’abbigliamento maschile dei ceti elevati. 

storia del profumo Life&People Magazine lifeandpeople.it

La Rivoluzione Francese: i percorsi della moda 

In Francia si prepara un cambiamento epocale che vede la fine della classe privilegiata dei nobili e il trionfo della borghesia.

Alla fine del Settecento, durante la Rivoluzione Francese, la pettorina e la gonna vengono tagliate su un unico pezzo di tessuto. Nasce l’Habit-chemise, una prima idea di  vestito inteso in senso moderno.

Anche in ambito maschile si va verso una semplificazione ed una maggiore funzionalità. Gli uomini abbandonano i calzoni al ginocchio e indossano i calzoni lunghi.

Si afferma l’uso della giacca detta “carmagnola” e in pratica si creano tutti gli elementi che definiscono il classico abito maschile “alla finanziera”, che diverrà l’abbigliamento classico della moderna borghesia.

I colori si fanno sobri e moderati, chi indossa colori sgargianti è considerato un nemico della Rivoluzione.

Storia della calzatura in mostra Life&People Magazine Lifeandpeople.it

Tra Neoclassicismo e Romanticismo

L’Ottocento vede Parigi come il centro del mondo. Per il mondo femminile trionfa l’habit-chemise, che poi diventerà lo chemisier.

Vengono messi in soffitta il busto e il “panier”, che disegnano artificialmente la figura. Le signore preferiscono la semplicità.

A causa del freddo si ricorre ad ampi mantelli drappeggiati in morbida lana o a sopravesti di ispirazione inglese come la redingote o lo spencer, che ben presto entrano a far parte tra i percorsi storici della moda. 

La Belle Epoque e la linea a S

Tra la fine dell’Ottocento e lo scoppio della Grande Guerra l’Europa vive l’epoca gloriosa definita Belle Epoque. Trionfa lo stile liberty o Art Nouveau.

Per la prima volta la moda si pone l’obiettivo di mettere in risalto il corpo femminile ed esprimere la linea “a S”, ovvero il desiderio di evidenziare il seno e il fondo schiena.

I corsetti accentuano le forme, la vita è sempre stretta e l’abito viene semplificato, costituito da una gonna lunga e da una giacca e confezionato “su misura”.

Nasce in questo modo il primo “tailleur“. Con il taglio “su misura” inizia la competizione tra le maison. 

Coco Chanel tubino nero Life&People Magazine lifeandpeople.it

Chanel Introduce nello stile femminile il little black dress e l’intramontabile tubino nero.

La nascita dell’ Haute Couture: i percorsi della moda.

La fine dalla prima Guerra Mondiale vede una rinascita del gusto del vestire con un modo di abbigliarsi più semplice. 

Le grandi maison parigine semplificano i loro modelli. Lo stilista Paul Poiret inizia a proporre abiti semplici, privi di corsetto, casacche, gonne semplici.

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il look femminile cambia in modo significativo. Le gonne si accorciano.

La moda “à la garconne” prevede capelli corti ed abiti di ispirazione maschile. In questo contesto fa la sua comparsa la prima vera icona della moda, Gabrielle Chanel, che sa interpretare più di ogni altro le esigenze dell’epoca.

Crea vestiti eleganti ma comodi, una vera e propria rivoluzione della moda del Novecento fatta da un modo di vestire pulito ed essenziale, innovativo. Nasce il famoso “little black dress”.

Tra gli interpreti del fashion più celebri c’è anche Elsa Schiaparelli, che inizia creando abiti sportivi ma estende la sua produzione ad abiti da sera. E’ proprio lei a cui si deve la creazione del rosa shocking.

Cristobal Balenciaga è “il più moderno” dell’epoca per le sue creazioni innovative e le geniali interpretazioni del classico, di estrema raffinatezza.

Raggiunge il massimo del successo negli anni Cinquanta per la straordinaria eleganza che riesce a dare alle forme classiche dell’abito femminile.

Altri nome importante è quello di Lanvin. 

i percorsi della moda giacca look Christian Dior | Life&People Magazine LifeandPeople.it

Nel dopoguerra la povertà economica provoca un calo di interesse per l’alta moda.

Ci si orienta verso la produzione industriale di impostazione americana più standardizzata. L’Europa è pronta a rimettere in campo un modo di vivere più personale.

Christian Dior riesce ben a intrpretare questa tendenza e inventa abiti dominati dallo stile e dall’eleganza, il “New Look”.

Il suo celebre tailleur chiamato appunto New Look del 1947, con una giacca bianca a cinque bottoni stretta in vita e una gonna scura, rimane una delle pagine fondamentali della storia del costume e della moda.

i percorsi della moda Sophia Loren film | Life&People Magazine LifeandPeople.it

La moda in Francia e Italia: le epoche della moda. 

Le star nostrane come Sophia Loren o Gina Lollobrigida, ma anche regine, primedonne e star del cinema hollywoodiano come Ava Gardner, Jackie KennedySoraya imperatrice di Persia, Maria Callas, scelgono lo stile italiano.

Tra le firme italiane passate alla storia c’è in primo piano l’Atelier Sorelle Fontana, ma anche Emilio Shuberth, Emilio Pucci, Valentino e Roberto Cappucci.

Nel febbraio del 1951, con una grandiosa sfilata di circa 200 modelli di firme italiane, nasce a Firenze il Made in Italy. Sarà il defilè che decreterà il successo di Valentino nel mondo

Il boom economico e il crescente benessere portano sempre più persone a cercare di vestirsi in modo elegante per una vita mondana.

Sono gli anni in cui trionfa il pret-à-porter. Dal 1970 gli stilisti di pret-à-porter presentano le loro collezioni due volte l’anno, come fa l’haute couture, con sfilate molto glamour a Parigi, Milano, New York, a cui si aggiungono poi anche Londra, Tokio e Firenze.

Valentino haute couture Life&People Magazine lifeandpeople.it

La moda negli anni Sessanta e Settanta. 

In questi anni con la rivoluzione studentesca esplode la moda hippy e folk. Nascono i famosi  “Blue Jeans”. Prendono piede abiti che esprimono un dissenso alla società capitalistica. Le donne rifiutano il reggiseno.

Nel 1964 Mary Quant inventa la minigonna, simbolo di libertà. A renderla celebre è Twiggy, giovanissima modella.

Ma è Yves Saint Laurent il primo stilista a “scandalizzare” il pubblico adottando stili di strada come ispirazioni per l’alta moda.

i percorsi della moda Annie Ferrari | Life&People Magazine LifeandPeople.it

Yves Saint Laurent – Annie Ferrari

Gli anni Ottanta: i percorsi della moda. 

Gli anni Ottanta vedono l’Italia assoluta protagonista delle sfilate di moda su cui il mondo punta i suoi riflettori.

Oltre a Valentino, Gucci e Capucci arrivano altri grandi protagonisti che riportano il Made in Italy alla ribalta. Sono gli anni  di Giorgio Armani, Gianni Versace, Ferré, Missoni, Prada, Trussardi, Moschino, Dolce & Gabbana. 

Gli anni Ottanta appaiono come un ritorno del glamour, dopo gli anni sregolati della rivoluzione giovanile.

Una nuova generazione di top model calca le scene. Nascono le Big Six: Claudia Schiffer, Cindy Crawford, Kate Moss, Linda Evangelista, Naomi Campbell e Christy Turlington, che acquisiscono una notorietà straordinaria.

i percorsi della moda top model Claudia Schiffer | Life&People Magazine LifeandPeople.it

La moda alla fine del XX secolo

In questo periodo c’è una “democratizzazione” dello stile. Ci sono però anche aree specifiche di identità giovanili molto differenziate.

Si prende spunto nella moda da grandi personaggi, come la rockstar Madonna, che fanno tendenza.

Nel contempo la gigantesca industria della moda rivela anche i suoi aspetti negativi nascosti dietro copertine dorate.

Lo sfruttamento di manodopera di paesi meno sviluppati, l’iper-produzione, la produzione di tessuti ad elevato impatto sull’ecosistema.

Nascono così le culture del riciclo e del riuso, gli abiti naturali e il recupero di tecnologie produttive che entrano a far parte i percorsi della moda.

Gli stilisti ripropongono il “vintage” recuperato. Il concetto di abbigliamento viene esteso anche al corpo, che è “vestito” con tatuaggi e piercing. 

La moda non sembra più ricercare l’individuazione e la singolarità, ma viene usata come un linguaggio per mostrare appartenenze e simboli condivisi tra gruppi specifici.

L’e-commerce apre nuove strade per la commercializzazione all’interno di nicchie di mercato che sono circuiti di persone che condividono gusti e orientamenti.

La pandemia del Covid-19 non fa che rafforzare queste nuove modalità d’acquisto online. E’ il periodo attuale che viviamo, riguardo il domani non resta che viverlo.

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