Cos’è la violenza?

La «violenza contro le donne» è definita dal Consiglio d’Europa come «una violazione dei diritti umani ed una forma di discriminazione contro le donne.

Comprende tutti gli atti di violenza fondata sul genere, che provocano un danno o una sofferenza di natura fisica, sessuale, psicologica o economica alle donne.

Anche le minacce di compiere tali atti, o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica sia in quella privata sono atti di violenza.

L’abuso sulle donne purtroppo si è diffuso anche su Internet e non è meno dannoso di quello fisico.

La violenza online contro il genere femminile è un’ esperienza molto comune nel mondo, in particolare se si è parte di una minoranza etnica, religiosa, se si è disabili o per scelte sessuali, parliamo di lesbiche, bisessuali e trans.

In generale, si crea un ambiente online maldisposto, con lo scopo di diffamare, intimidire o degradare le donne.

Non tutte queste forme di sopraffazione sono reati, ma tutti gli abusi hanno un impatto negativo sui diritti delle donne.

In un recente sondaggio commissionato da Amnesty International e condotto in diversi paesi,

il 25% delle donne intervistate ha subito prevaricazioni e molestie in rete.

Ne esistono molte forme diverse, la violenza e gli insulti sulle donne online sono un’estensione della violenza “offline”.

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In questa categoria, possiamo includere intimidazioni dirette e indirette di violenza, come minacce fisiche o sessuali.

I contenuti discriminatori sono per lo più sessisti, razzisti, omofobi o che in qualche modo prendono di mira l’identità di qualcuno con il chiaro obiettivo di sminuirlo e umiliarlo.

Frequentemente eseguiti da un ex-partner con lo scopo di angosciare, umiliare o ricattare un individuo. Questo atto viene a volte definito “revenge porn” (la vendetta porno).

Tuttavia, questo è un termine abusato e insoddisfacente che non riesce a comunicare come la condivisione di tali contenuti violi il diritto alla privacy.

Sebbene una donna possa aver inizialmente acconsentito a farsi scattare foto e a condividerle volontariamente con un partner occasionale, potrebbe non aver dato a quella persona il permesso di condividerle con altri.

È l’aspetto non consensuale del revenge porn che in parte, lo distingue dai contenuti sessualmente espliciti online in modo più ampio.

Molte donne, sono state vittime di questo tipo di abuso.

Il tema dei soprusi online in questi anni ha chiamato direttamente in causa anche le grandi piattaforme social.

Spesso non hanno saputo porre rimedio al problema o muoversi in tempo affinché non dilagasse, rendendo spesso il web un posto poco sicuro e inadatto.

Continuamente, si sente parlare di offese alle donne. La maggior parte ha ricevuto messaggi di posta elettronica o sms sessualmente espliciti, indesiderati e offensivi, o sgradevoli avance inopportune sui siti di socializzazione.

Dovrebbe essere introdotta una formazione concreta sulla violenza virtuale contro le donne e le ragazze con una prospettiva di genere per le risposte fornite dalla polizia alla criminalità online.

La maggior parte dei centri antiviolenza donne si stanno concentrando sulle misure di prevenzione e l’adozione di norme di autoregolamentazione per evitare stereotipi di genere dannosi e la diffusione di immagini degradanti di donne o immagini che associano il sesso alla violenza.

È importante che le istituzioni e le agenzie a livello europeo, lottino contro la criminalità online per affrontare le forme di criminalità virtuale basate sul genere.

In particolare l’adescamento online di donne e ragazze in situazioni pericolose e dannose.

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