Parte da una dichiarazione di Alessandro Michele Direttore creativo di Gucci, la rivoluzione della maison in seguito all’emergenza Coronavirus.
Troppa velocità, troppe collezioni, troppe sigle per identificare quella che, alla fine, è solo una valanga di prodotti in cui ci si rischia di perdere. È così che la creatività e la libertà da cui essa nasce finiscono per perdersi, sacrificate sull’altare del commercio.
Lo stilista spiega così la sua scelta di fare un passo indietro, sfilerà due volte all’anno senza alcuna stagionalità. Fino ora infatti erano previste due sfilate per l’uomo, due per la donna e una per la linea cruise. Una scelta saggia in un momento critico per i tutti i grandi marchi moda che stanno ripensando tempi e modi del lancio delle proprie collezioni. Probabilmente i periodi migliori per Gucci saranno l’autunno (per la p/e) e la primavera (per l’a/i).
Una vera rivoluzione pubblicata a sorpresa pochi giorni fa sull’account social dal direttore creativo di Gucci
Leggendo negli “Appunti dal silenzio” pubblicati sul feed Instragram di Gucci, lo stilista ha deciso di interrompere un sistema che risultava obsoleto e superato. In realtà da tre mesi dall’inizio dell’emergenza, la battuta d’arresto è stata percepita da tutto il comparto moda. Una scelta saggia in un momento burrascoso.
Anche Armani, Valentino, Saint Laurent avevano già comunicato i loro intenti e l’esigenza di diminuire le sfilate.
Giorgio Armani lo aveva fatto tramite una lettera alla rivista americana WWD. Valentino tramite il suo direttore creativo Pierparlo Piccoli annuncia che non parteciperà alla Fashion Week digitale di luglio, così come Saint Laurent, non sfilerà a settembre nel calendario ufficiale delle sfilate parigine.
Diminuite le sfilate arriva per la maison Gucci un cambiamento sensato abbracciando un sistema più elastico che permette di modificarlo in base alle esigenze del momento.
Per riappropriarsi dei tempi e dei suoi momenti, lo stilista spiega che intende rivedere modi e termini anche della distribuzione ufficiale: stop perciò a pre-collezioni e capsule.
Le parole di Alessandro Michele
Non mi sento né un disertore né un anarchico. Considerato il momento critico questa è una conversazione in corso, non una dichiarazione che si ferma tutto qui. Non c’è il tempo materiale per essere in calendario a settembre, siamo stati chiusi per troppo tempo. Non abbiamo gli strumenti per fare bene il lavoro. Mi pare il modo migliore per chiudere un’epoca.
Insomma una nuova rivoluzione del sistema moda, che non intende più sostenere ritmi frenetici legati alle sfilate delle nuove collezioni.
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