Ivan Castiglione si racconta ai lettori di Life&People Magazine al termine della fiction tv “Rosy Abate 2″, la serie poliziesca di canale 5 che ha come protagonista Giulia Michelini.

C’è sempre una via anche là dove non riesci a intravedere il percorso.

C’è sempre un perché che comprendi solo dopo aver attraversato le intemperie della vita.

L’esistenza offre, rapisce, dona, toglie, nel suo andare si trovano risposte che non sarebbero arrivate se non con il vissuto dell’esperienza.

Quante volte da bambini ci troviamo a sognare a occhi aperti, immaginando mondi possibili, esperienze eccitanti, proiettando desideri sul futuro?

Quante volte il sogno intriso di emozione e al tempo stesso fatica diventa realtà?

Un bambino, si sa, ha nel suo immaginario un territorio sconfinato di immagine, desideri, aspirazioni che mano a mano nel corso del suo sviluppo e della sua crescita maturano, plasmandosi in un possibile.

Quando la voglia di percorrere una strada è densa e intrisa di determinazione accade che quei sogni bambini, mano a mano, diventano la vita vera.

Le angolazioni si fanno più morbide lasciando il posto a delicate carezze, la fatica è sedata dal possibile, tutto si dipana in una tela che conduce verso la meta.

Arriva l’adolescenza, il bambino è diventato un ragazzo, ha sempre con se il suo sogno nel cassetto, cerca, fruga, impara, scopre e soprattutto vive.

Arriva la laurea ma il sogno è sempre lì come un fedele compagno di viaggio, attende il suo momento. Finalmente arriva. Tutto si fa magia, voglia, desiderio di farcela nonostante mille e più difficoltà

Ivan Castiglione oggi è un uomo, un attore a tutto tondo,

lo sguardo profondo di quelli che bucano l’anima e ti arrivano, dritti dritti, a toccare le corde più profonde della tua essenza.

Il volto avvolto da una geometria precisa di linee, sfumature, ombre, una geografia perfetta volta a raccontare il suo mondo, la sua esistenza fatta di salite, di discese, di precipizi, di altipiani dolci e facilmente percorribili.

Incontrare Ivan è come incontrare una parte di noi, come in uno scrigno prezioso ascoltiamo le sue parole, semplici ma dense di significati.

Sono parole, le sue, che possono essere accomunate alle parole di molti facendo sentire uniti nella stessa voglia di emergere.

L’intervista prende corpo piano piano, arriva come una carezza partendo dal là e allora per giungere fino al qui e ora.

Come è nata la passione per la recitazione?

A 17 anni andavo sempre a teatro, anche  da solo… vedevo  di tutto! Era una passione irrefrenabile… e ho avuto la fortuna di vedere Mariangela Melato, Carmelo Bene, Vittorio Gassman, Gigi Proietti… artisti immensi, ed è stato folgorante!

Dove si è formato Ivan Castiglione artisticamente?

Purtroppo non ho potuto fare l’accademia, perché mi sono laureato e ho iniziato tardi e a quei tempi, dopo i 24 anni non potevi iscriverti.

Per fortuna sono napoletano e Napoli offre la possibilità di incrociare tanti artisti. Ho potuto formarmi seguendo seminari ma soprattutto ho imparato  sul campo, lavorando subito con tante compagnie.

Come ricordi il tuo primo impegno lavorativo?

Molto emozionante, un’esplosione d’energia e gioia perché il sogno diventava realtà! Era uno spettacolo in un piccolo teatro off napoletano, ma a me sembrava immenso.

Ivan Castiglione Attore Life&People Magazine lifeandpeople.it

Dai Bastardi di Pizzofalcone al film Scarlett fino a la serie Rosy Abate 2 un intenso momento lavorativo: come ci si sente nei panni di un criminale?

Senti molto il peso dell’interpretazione, perché ovviamente sono personaggi molto distanti da me.

Nei Bastardi di Pizzofalcone è stato davvero difficile perché era un personaggio che mi ripugnava. Nel “Barone” di Rosy Abate, pure essendo un criminale, ha una sua umanità che lo addolcisce molto.

Nei personaggi che interpreti c’è improvvisazione, qualcosa di tuo o ti affidi solo alla sceneggiatura?

La prima scena di Rosy Abate per esempio, ho una presentazione del personaggio che ho totalmente improvvisato sotto la direzione del regista  ovviamente.

Ma questo si può fare  quando c’è la possibilità e i tempi… altrimenti le battute devono essere quelle della sceneggiatura, come è giusto che sia.

Ami di più la televisione o il cinema?

Preferisco per delle cose il cinema e per delle altre la tv. 

Al cinema hai più tempo per studiare e approfondire, invece in televisione c’è più una sfida perché devi essere bravo con tempi molto più rapidi.

Fare l’attore: cosa non può mancare per riuscirci?

Sensibilità, coraggio e forza emotiva… è una lavoro complesso e alle volte può essere faticoso da affrontare.

E cosa ti sentiresti di consigliare a un giovane collega che sogna di intraprendere questa strada professionale?

Di studiare e di imparare ad apprezzare l’arte della recitazione nella sua essenza, avendo ovviamente delle ambizioni, ma, non  facendosi sopraffare dagli obbiettivi che ci si pone.

Come vedi e cosa pensi della vita privata pubblicata sui social?

Penso che ognuno fa quello che crede,  io pubblico post che riguardano il mio lavoro.

Alle volte posso postare una foto di un luogo meraviglioso, dove sono stato, perché vorrei che anche i miei amici virtuali possano vederlo.

Cosa ti piacerebbe fare come attore che ancora non hai fatto?

Tante cose e tanti ruoli, sicuramente essere un X men sarebbe pazzesco!

E come uomo?

Vedere i fiordi norvegesi, finire di pagare il mutuo e fare un erede.

Cosa avrebbe fatto se non fosse diventato un attore?

Non riesco ad immaginare un altro lavoro.

Ti è mai capitato di fallire?

Fallire è un termine molto forte, mi è capitato di non raggiungere degli obbiettivi o di perdere qualcosa di importante, come accade a tante persone .

Come ti sei sentito?

Mi sono sentito in ginocchio ma l’importante è rialzarsi partendo dalla propria forza e consapevolezza.

Prossimo impegno di lavoro?

Inizio i primi di ottobre uno spettacolo con il nuovo Teatro Sanità.

Cinque aggettivi che rappresentano Ivan Castiglione?

Determinato, onesto, romantico, ironico e curioso.

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