Raimondo Rossi, conosciuto anche come Ray Morrison è uno dei nuovi volti della moda italiana, seguito dai fotografi di street style delle migliori riviste internazionali. Si è fatto notare anni fa nelle fashion week ed ora collabora come art director e stylist, per lavori che sposano il suo punto di vista.
Benvenuto Raimondo Rossi, abbiamo notato due aspetti per cui vieni seguito:
lo styling (anche personale, sei stato pubblicato in tanti magazines) e la direzione di shooting fotografici, che hanno sempre un mood molto intenso e un messaggio altrettanto chiaro.
Cosa ci dici riguardo a questo?
“Si hai centrato due aspetti importanti. Nello styling personale (o poi quello che uso su altri per lavori) mostro sempre una certa imprevedibilità, nel rispetto comunque di un’armonia complessiva. Questo è fonte di buona ispirazione per chi mi segue. Trasmettere una certa energia e una buona vibrazione facendo vedere che non esiste uno stile migliore di un altro. Tutti possono creare bellezza, è un valore che le persone stimano e possono applicare. Riguardo agli shooting, per me non ha senso il classico shooting di moda o di arte forzata, ci vuole molto di più. Ma per trasmettere quell’emozione in più, bisogna davvero sentirla dentro, non solo provare a crearla”.
È per questo che ti dedichi anche a reportage nei backstage o lungo le strade oltre ai viaggi?
“Non direi che mi dedico a fotografare gente di strada per sentire un’emozione. Il contrario: mi sento più a casa in una stazione, a vedere la vita che scorre, che in un importante evento di moda. Andare a vedere o ritrarre tanta bellezza è quello che mi riporta a sentire il sangue che scorre con energia. Tutte queste emozioni possono poi riversarsi in un lavoro di moda o in uno styling per qualche persona, o per me stesso”.
Questo è quello di cui volevamo sapere qualcosa di più, l’altro lato Raimondo Rossi, quello meno legato alla moda.
“Vi faccio vedere qualche scatto che è uscito su Photo Vogue, dà un po’ l’idea di me: guardate queste nuvole… Non c’è nulla in questa foto, nuvole e un edificio. Ma allo stesso tempo c’è tanta profondità, armonia, eleganza. Una metafora di quello che cerco di comunicare in uno scatto di moda, o nella scrittura di un concept. Ma bisogna sentirlo, non solo farlo. Forse è per questo c’è tanta produzione di cose simili ma vuote”.
E questi tetti?
“Si ero a Lisbona, l’ho chiamato Roofs’ rides. Sono tanti, anche sovrapposti, ma allo stesso tempo è tutto così delicato e pulito. Come un’immagine con tanti modelli, può creare disordine e confusione, o può essere delicata. Io lavoro sulla seconda ipotesi”.
Abbiamo visto il video “Le note della Moda”. Come è nata l’idea?
“Una ragazza di Perugia mi aveva contattato e chiesto di scrivere un progetto che potesse essere tangibile per molti spettatori, non solo a livello visivo. Ho pensato di raccontare delle emozioni che la moda, come la musica, ci può dare. Il team era ottimo, dalla fotografia allo staff, dal video artist alla project manager. È stato fatto tutto in un giorno”.
Raimondo Rossi cosa si aspetta dal futuro?
“Non mi aspetto nulla né voglio legarmi a nessuno. Desidero rimanere indipendente e fare lavori interessanti. Continuerò a creare articoli o reportage per riviste o per personaggi, rispettando il mio pensiero. Dicendo sempre quello che penso, accettando ovviamente critiche ed apprezzamenti. A me fanno piacere, riescono a farmi capire ancora meglio il mondo delle emozioni”.