Quella del profumo è una storia che rompe gli schemi dell’ordinarietà trasformando l’essenza in un’ambrosia che non conosce tempo né spazio.

La storia del profumo

Sin dalla nascita delle prime forme di vita animale, l’odore ha caratterizzato la costruzione dei rapporti tra bestie prima e umani poi. Attraversando i richiami del sesso, della paura, della virilità. Si è col tempo imparato a sfruttare risorse vegetali e animali per ricreare certi odori. Odori divenuti assai preziosi e quindi, come nell’Antico Egitto, utilizzati da sacerdoti per scopi spirituali. La stessa Nefertiti era icona del proprio tempo in fatto di bellezza, con un nome che proveniva da Nefer. Un termine associato al concetto di “bello”, sacro per quel popolo. Cleopatra, per prima, sdoganò il profumo come arma di seduzione cospargendosi di olio di gelsomino puro. Successivamente Poppea, bellezza celebre romana, s’innamorò di legni afrodisiaci come il patchouli. Lentamente i profumi, condannati dalla Chiesa durante il Medio Evo, giunsero dall’Oriente all’Occidente. Ironia della sorte per merito dei crociati che li trasportarono con loro quando fecero ritorno in patria. La forte connotazione seduttiva delle essenze fu tra le cause che, durante l’Inquisizione, spinse il cristianesimo ad associare le fragranze al demonio e alla stregoneria.

profumo

Coni profumati dall’Antico Egitto

Durante il Rinascimento il profumo conobbe una rinnovata collocazione per merito di nobili e regnanti.

La famiglia Medici fu pioniera in fatto di distilleria. Se prima Filippo V, lasciava fuoriuscire dalla statua di un bambino acqua di rosa come fosse urina, un successivo re, Enrico IV chiedeva alle sue donne di non lavarsi per otto giorni in modo da potersi immergere in erotici sentori di pelle. Accessori sacri come i rosari si fecero profumati. Una strana moda volle guanti e scialli intrisi di creme che odoravano di rose e lavanda. Fu anche attraverso questa moda che sul finire del ‘500 a Grasse si sviluppò la coltivazione di questa pianta, ancora oggi capostipite nel mondo della ricerca olfattiva. Vennero sperimentati nuovi metodi di estrazione aprendo le porte a una moderna concezione del profumo.  Alla corte di Francia, Madame du Barry utilizzò l’acqua di colonia per sedurre  i suoi uomini, trasformando l’essenza in un prodotto alla moda. La regina di Francia Maria Antonietta, vera icona di stile, si immergeva in fragranze alle rose. Paolina Borghese fu la testimonial del profumo alla cipria, per lei appositamente creato. Con la rivoluzione industriale e grazie all’impiego della chimica nella ricerca olfattiva nacque un nuovo ricercato mondo costellato di essenze preziose.

Da Guerlain ad Hermès, la classe aristocratica e borghese prese a profumarsi di sontuosità.

I tempi erano pronti per la nascita dei primi grandi profumi.  Infatti ancora oggi sono in commercio grazie alla pubblicità di dive del cinema quali Marilyn Monroe, che soppiantando regine e cortigiane, confessò con apparente candore di dormire nuda, con indosso solo due gocce di Chanel n 5.

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