Al via la sedicesima edizione della Biennale di Architettura a Venezia, grande impatto l’allestimento della XVI edizione della mostra, curata Yvonne Farrell e Shelley McNamara  

Mostre ed eventi, fanno da apertura alla sedicesima edizione della Biennale di Architettura a Venezia.

La sintesi sta nella ricerca di un’architettura intesa come strumento per la civilizzazione, diretta e pensata proprio per il grande pubblico.

Quest’edizione della Biennale di Architettura presieduta da Paolo Baratta e curata da Grafton Architects, premia la Svizzera in un interessante contesto in cui emergono architetti elvetici.

Leone d’oro a Souto de Moura, il leone d’argento va invece al trio di belgi, Vylder, Vinck e Tailleu.

Fino a novembre prossimo, i Giardini, l’Arsenale e il centro storico, ospiteranno le opere di settantuno architetti che hanno voluto unire invenzione, creatività e bellezza per dare un nuovo significato e nuovo senso a spazi cittadini.

Ecco quindi edifici storici rigenerarsi, edifici dimenticati riportati alla luce e nuove tipologie dell’abitare, ma anche necessità infrastrutturali tradotte in strutture pubbliche e civiche.

Un grande fermento in una città in cui, ogni edizione di Biennale, riesce ad esaltare l’estetica del dialogo tra storico e contemporaneo, sprigionando una speciale energia di rinnovamento.

Debutta il Padiglione della Santa Sede

Proprio perché si parla di energia, Edison quest’anno entra come sponsor, con l’obiettivo di partecipare direttamente alla progettazione degli spazi inserendosi concretamente negli stili di vita di una città sempre più all’insegna della sostenibilità.

Tra le numerose proposte, particolarmente significativo il debutto alla Biennale quest’anno per la prima volta il Padiglione della Santa Sede.

La location prescelta e’ l’Isola di San Giorgio dove, immerse nel bosco all’interno della Fondazione Cini, sono state dislocate dieci cappelle. Cappelle progettate da dieci architetti provenienti da paesi diversi e praticanti fedi diverse.

Un suggestivo pellegrinaggio religioso ma anche laico, attraverso il silenzio della natura e all’interno di luoghi non consacrati.

Evidente l’obiettivo di riallacciare fede e arte nella contemporaneità che in quest’edizione compie un passo particolarmente significativo.

Imperdibile la Cappella di Sean Godsell.

Marcello Tosi

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