Missoni, Tacchini, Trussardi, Armani: sono soltanto alcuni dei brand che hanno realizzato la divisa Italia delle Olimpiadi nelle diverse edizioni della storia dei giochi. Sport e moda hanno trovato un punto d’incontro nella divisa sportiva, che riporta lo spettatore al senso patriottico dell’italianità. La divisa italiana delle Olimpiadi rappresenta infatti quello spirito collettivo che unisce l’intero popolo, i suoi valori, i suoi talenti, che si esprimono soprattutto nella circostanza di una gara sportiva.
Tanti i brand che hanno realizzato la divisa Italia Olimpiadi
La storia inizia nel 1948
, quando Ottavio Missoni realizza la tonalità azzurro, chiamato poi Azzurro Olimpic, che distinse gli atleti italiani alle Olimpiadi di Londra. Le divise vennero confezionate in filato di lana, con l’aggiunta di nylon all’interno del tessuto per renderlo più elastico. Da questo momento, la grande scritta Italia è protagonista delle divise olimpioniche anche per i giochi ospitati a Roma nel 1960. Sarà poi Sergio Tacchini a firmare le divise per le Olimpiadi di Montreal del 1976.
Non è un caso la scelta dello stilista, data la sua notorietà legata alle celebri polo da tennis. Tacchini scelse una scritta Italia di dimensioni più piccole per le tute, che sulla base dell’azzurro ormai già utilizzato avevano anche bande verdi e bianche. Sono sue anche le tute degli atleti che gareggiarono alle Olimpiadi di Atlanta 1996. Sarà poi il turno di Ellesse, brand noto per i pantaloni da sci, a siglare le divise per le Olimpiadi di Mosca del 1980, mentre per quelle successive di Los Angeles fu Fila a creare le tute per gli atleti.
Trussardi debuttò con la linea sportiva per la divisa italiana alle Olimpiadi
Nel 1988 per le Olimpiadi di Seul Trussardi debuttò con una linea sportiva proprio con le divise degli sportivi in gara. Firmate Paul & Shark furono le tute della squadra italiana alle Olimpiadi di Barcellona 1992. Nel 2000 fu la volta di Playlife, che rivoluzionò l’outfit degli azzurri proprio rinnovando il colore: si trattava di una tonalità più scura di quella utilizzata fino a quel momento, che si avvicinava al blu. Al contempo la scritta Italia tornò ad essere più grande sulle tute degli sportivi: il reale cambiamento, però, ci fu nel 2004 per le Olimpiadi di Atene. E’ l’azienda giapponese Asics a confezionare le divise che risaltano in bianco. Una scelta che venne confermata anche per le Olimpiadi di Pechino 2008 dal brand Freddy. Altra scelta fu quella di optare per giubbotti argentati, oversize, che nascondevano le polo azzurre degli atleti.
Dal 2012 Giorgio Armani è lo stilista degli atleti di italiani
Il bianco venne preferito anche da Giorgio Armani che con EA7 sigla le divise della squadra italiana per le Olimpiadi di Londra 2012, quelle di Rio de Janeiro 2016 e quelle di Tokyo 2020. Al bianco, Armani accosta anche il blu navy. All’interno delle divise poi il tocco di classe: ricami con l’inno di Mameli, una caratteristica dello stilista che manterrà anche per i giochi di Parigi di quest’anno, dove l’inno è ricamato praticamente su tutti i capi: nelle polo, nelle t-shirt e nelle giacche.
Confermata la scelta del blu per le tute dove spicca la grande scritta W Italia in raso sul davanti. Sempre di EA7 è la divisa della squadra italiana per le Olimpiadi invernali e saranno a firma Armani anche quelle per i giochi che si terranno nel 2026 a Milano e Cortina. In questa circostanza, la divisa sarà in tessuto tecnico e di colore blu: il tessuto, inoltre, avrà la particolarità di ricordare la neve e il ghiaccio grazie a sfumature realizzate proprio all’interno del tessuto stesso; va da sé che si tratta di tute sportive ma di eleganza intensa, tipica caratteristica di Armani nel mondo.