E’ l’estate 1960, il sole illumina il cielo di New York, e, come sua abitudine ogni mattina, Ormond Gigli, varca la soglia del suo studio fotografico sulla East 58th Street a Manhattan, dove si è stabilito ormai da sei anni. Il fotografo americano – collaboratore di LIFE, Time e Paris Match e ritrattista di grandi star del’900, Sophia Loren Jhon Fitzgerald Kennedy, Judy Garland – non poteva prevedere che quel giorno avrebbe segnato per sempre la sua carriera. Concepì infatti, per caso, tra quelle pareti a lui così familiari, senza alcun budget, né committente, “Girls in the Windows”, il suo scatto iconico. La fotografia, divenuta una delle più collezionate di sempre, ha una storia affascinante. Ormond Gigli si affaccia alla finestra dello studio; il suo sguardo viene catturato da un vecchio brownstone che sorge proprio di fronte: uno dei palazzi di pietra arenaria più caratteristici della città, ormai vuoto e disabitato che sta per essere abbattuto. E’ un attimo; Gigli ha una visione che si materializza prima nella sua mente e poi pian piano assume contorni sempre più definiti nei suoi occhi pieni di eccitazione e meraviglia. Quell’edificio, destinato da lì a poco a scomparire, doveva essere fissato nel tempo eterno di una fotografia.
Come nasce lo scatto “Girls in the Windows”?
Gigli posiziona 43 donne, alle finestre ormai senza vetri del palazzo abbandonato, ritraendole come in posa per un saluto. Chiede immediatamente al direttore del suo studio di mettersi in contatto con il capo cantiere, che gli concede il permesso per scattare il giorno successivo, a patto di ritrarre anche sua moglie. Avrebbe avuto solo poche ore a sua disposizione, durante la pausa pranzo degli operai. Gigli ha un’idea vincente ma non ha i soldi necessari per realizzare l’impresa in sole ventiquattro ore. Contatta così con un’agenzia di modelle emergenti; lavorando già per riviste come Time e Life, il suo nome è conosciuto nell’ambiente moda. Chiede poi una Rolls Royce in prestito al concessionario più vicino e ottiene dal comune il permesso di parcheggiarla proprio sotto il palazzo.
La mattina seguente Ormond Gigli torna nello studio, accompagnato dalla moglie, che avrebbe preso parte allo scatto. Indossa un abito rosa, il più elegante del suo guardaroba, curandosi trucco e acconciatura. Gigli è impaziente, tiene tra le mani la sua Speed Graphic 4×5, mentre si posiziona sulla scala antincendio esterna, guadagnando l’inquadratura migliore. Improvvisamente davanti ai suoi occhi iniziano a sfilare le donne, arrivano in taxi a piedi, sfoggiando i loro vestiti più raffinati; nonostante la paga simbolica di un dollaro, sono pettinate e truccate alla perfezione.
Lo scatto inizia a prendere forma
Mentre il sole di mezzogiorno brilla alto nel cielo, il fotografo studia con occhio attento i cromatismi degli abiti, chiedendo alle donne di disporsi alle varie finestre; mentre due modelle, poseranno accanto all’automobile. Gigli dirige la scena alla stregua di un regista cinematografico, impugna il megafono intimando alle sue modelle di non sporgersi troppo in avanti – i cornicioni di pietra erano pericolanti – e consiglia loro di posare come se stessero per dare un bacio a qualcuno. Quindici, forse diciotto scatti, e Gigli immortala l’attimo fuggente e irripetibile: nasce Girls in the Windows.
Storia e carriera di Ormond Gigli
Il fotografo, nato a New York nel 1925 (scomparso nel 2019), ha ben presto la folgorazione per la fotografia, quando appena adolescente, inizia ad esercitarsi con la prima macchina fotografica regalata dal padre. Nel 1942 si laurea alla Scuola di Fotografia Moderna poco prima di dover lasciare l’America prestando il servizio militare nella Marina; anche in quest’occasione, non si separa dalla sua macchina fotografica. Decide poi, di trasferirsi a Parigi incontrando il direttore editoriale di Life Magazine che apprezza molto i suoi scatti realizzati in Portogallo.
Dalla fotografia di moda ai ritratti delle celebrità
La grande occasione arriva quando Gigli viene chiamato a sostituire il fashion editor di Life Magazine, lavorando durante le sfilate accanto ai collaboratori di altre prestigiose testate di moda. Fu allora che un suo scatto in bianco e nero pubblicato sulla pagina centrale della rivista gli regala fama e notorietà. Rientrato poi in America, grazie ad una straordinaria empatia, riuscì a restituire attraverso il suo obiettivo, l’anima autentica di grandi icone del Novecento, attrici di Hollywood, star del teatro e personalità della politica. Ritrasse Sophia Loren appena ventunenne, e poi Gina Lollobrigida, Judy Garland e Richard Burton. Varcò le porte del suo studio, anche il presidente americano John Fitzgerald Kennedy per cui realizzò un intenso ritratto.
“Girls in the Windows” la sua foto più collezionata
Lo scatto, inizialmente pubblicato su Ladies’ Home Journal, fu disponibile nel 1994. Gigli lo acquistò insieme alla moglie da Sotheby’s per realizzarne numerose riproduzioni autografate di suo pugno. Un’eredità importante di cui oggi si occupa il figlio, custode di alcune versioni inedite della celebre fotografia, cui è particolarmente affezionato. Tutti i fotografi sognano, infatti, di avere uno scatto memorabile, per essere riconosciuti nel tempo: Girls in the Windows, è senza alcun dubbio, la firma di Ormond Gigli.
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