Alle Gallerie dell’Accademia di Venezia fino al 3 dicembre sarà possibile visitare la mostra di Tiziano Vecellio. Una visita di 17 opere di Tiziano e altri suoi contemporanei a lui vicini. Il focus principale è il 1508 anno di svolta per l’artista che nacque nel 1490 a Venezia e iniziò a dipingere già all’età di dieci anni e, qualche tempo dopo divenne celebre per la pittura tonale, una tecnica tipica veneta legata a una pittura tono su tono che permetteva di creare la prospettiva. Divenne poco per volta il pittore più apprezzato del Rinascimento per la cura delle sue opere e i suoi famosi ritratti. Tiziano ha sempre amato giocare con il colore, rivoluzionando le tecniche a lui contemporanee e influenzando i suoi posteri.
I suoi esordi indimenticabili
Il dipinto protagonista della mostra veneziana è Giuditta con la testa di Oloferne, un dipinto a lui commissionatogli del 1508 per la parete del Fondaco dei Tedeschi che Tiziano fece quand’era poco più che ventenne. L’opera lasciò esterrefatto il pubblico dell’epoca e rimane ancora oggi un assoluto capolavoro. Secondo alcuni critici d’arte l’affresco del 1508 rappresenterebbe la svolta di Tiziano e il superamento di artisti a lui contemporanei come Bellini e Giorgione.
Grazie alla grinta di Tiziano e al suo estro creativo,
divenne così il pittore ufficiale della Repubblica di Venezia. Proseguendo nella mostra vi sono opere prestate da varie parti del mondo come Il Trionfo di Cristo della Biblioteca Nazionale di Francia, Il battesimo di Cristo dei Musei Capitolini romani, il quale era stato commissionato da Giovanni Ram, un mercante di origine spagnola nel 1511, che rappresenta San Giovanni che battezza Gesù immerso nel fiume. L’affresco è ritenuto una delle migliori opere del suo periodo padovano, contemporanea con quest’ultimo La Madonna con il bambino tra Sant’Antonio da Padova e San Rocco, divenuto anch’esso un grande esempio di pittura tonale.
Una mostra unica nel suo genere
La mostra curata da Sarah Ferrari, Roberta Battaglia e Antonio Mazzotta vuole esprimere non solo l’arte di Tiziano agli albori, ma anche far conoscere numerose opere rimaste allo scuro e poco conosciute per tantissimi anni. Come ad esempio il dipinto sulla pala di un altare di Ferrara del 1508 dove un restauro ha permesso di rimettere in luce la figura rappresentata l’Angelo con tamburello. Un altro dipinto che i curatori hanno voluto far emergere particolarmente sempre del 1508 è l’Arcangelo Gabriele e Tobia, dove si può notare l’utilizzo di una forte cromia tipica dell’artista. Il percorso fa comprendere come Tiziano sia riuscito a farsi influenzare dai pittori celebri nella sua giovinezza come Piombo, Michelangelo, Giorgione e far sue le principali tecniche pittoriche per poi rivoluzionarle a suo gusto. Tra i dipinti anche alcuni confronti con opere di artisti diversi molto noti nel 1500.
Il direttore della mostra Giulio Manieri Elia
per stupire il suo pubblico e rendere omaggio all’artista protagonista ha anche istituito una serie di incontri con studiosi esperti come lo storico d’arte britannico Charles Hope specialista della cultura veneziana. Charles Hope ha pubblicato quest’anno Titan, una raccolta di libri di oltre cinquanta’anni di ricerca e circa duemilacinquecento documenti sulle opere e la vita di Tiziano, con testimonianze di parenti e di coloro che commissionarono molte delle sue opere. Tantissimi altri gli esperti internazionali che cureranno una serie di incontri durante la mostra. Tiziano è stato un grande punto di riferimento per l’arte, è riuscito a stravolgerla con un’eccellenza e una raffinatezza unica nel suo genere e ancora oggi con nuove scoperte e nuovi ritrovamenti non smette mai di stupire.
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