Sfilata con sorpresa. Non tradisce davvero mai le aspettative Versace che, dopo la parentesi statunitense dello scorso marzo, è tornato alla Milano Fashion Week per presentare la collezione Primavera Estate 2024, portandosi dietro una delle super top model più amate e pagate della storia del fashion system: Claudia Schiffer. Non certamente una scelta casuale per una collection in cui a farsi spazio è stato anche il damier di Gianni del 1995, riletto chiaramente in chiave contemporanea. I due ingredienti principali? L’approccio sexy al servizio di tinte color pastello. Sulla runway anche Gigi Hadid, Kendall Jenner e Vittoria Ceretti.
Una scacchiera per celebrare ancora l’arte di Gianni
In una scenografia che richiama la celeberrima scacchiera della Loggia di Twin Peaks, capolavoro seriale di David Lynch dei primi anni Nocanta, il brand della medusa ha tratto ispirazione proprio da una stampa damier creata dal suo fondatore del 1995, particolarmente efficace da un punto di vista estetico come attestato dalla grafica lineare e leggera.
Da questa intuizione parte la meraviglia in un tripudio di linee squarcianti, scolli in 3D, bustier e giacche prive di colletto. Presenti anche capi annodati d’archivio, provenienti dalla Primavera Estate 1995 dell’Atelier Versace, particolarmente audaci nel definire nuovamente le forme dei capi nella propria essenza, custodendone gelosamente la componente erotica.
Contrasti e abbinamenti
“Adoro il contrasto tra i tailleur dal taglio geometrico e le trasparenze degli abiti da sera, il tweed dai colori pastello opachi e lo scintillante metal mesh. Le tecniche artigianali dell’atelier sono applicate per realizzare capi estremamente raffinati”,
le parole della Direttrice Creativa Donatella Versace in fase di presentazione. Un tipo di approccio che si riconosce soprattutto nell’utilizzo del denim che, con grande tecnica, diventa sartoriale giocando con i tipici inserti Metal Mesh tipici dell’azienda.
Varia la tavola cromatica, dove emergono in modo chiaro tutte le tonalità del pastello, spaziando tra il rosa e il giallo tenue, il blu e il verde menta, sfociando talvolta nella sabbia chiara e nel grigio perla. Da non dimenticare poi il rubino nero oltre che il borgogna.
Da non sottovalutare un elemento meramente legato al marketing. Quello di Versace infatti è stato di fatto il primo fashion show dal suo ingresso nel gruppo del lusso Tapestry, composto dalla fusione di brand come Michael Kors, Jummy Choo con Coach, Kate Spade e Stuart Weitzman. Si tratta di una vera e propria super potenza nel territorio nordamericano, capace di fatturare la bellezza di dodici miliardi di dollari per vendite annue.
La grande sfida per il futuro sarà quella di capire come si evolverà l’interessante rapporto tra un’eccellenza del made in Italy come quella della casa della medusa e un mercato così tanto ampio come quello statunitense. La sensazione è che, così come fatto nella settimana degli Oscar, aumenteranno ancor più gli eventi anche oltreoceano, replicando così la già citata sfilata di marzo, show con cui l’azienda è riuscita a sfruttare e massimizzare una vetrina così tanto importante come la Notte degli Oscar. Si prospettano dunque ancora sorprese.
