Il ferro da stiro ha origini antichissime e, grazie alla sua evoluzione nel tempo e ai progressi della tecnologia, ci consente oggi di indossare capi perfettamente levigati, esaltando la bellezza delle stoffe o la natura architettonica degli abiti più strutturati. Dai pesanti congegni dell’antichità ai ferri da stiro verticali odierni, un susseguirsi di tappe fondamentali puntella la storia del ferro da stiro, facendo luce su un’esigenza che, lungi dall’essere solo moderna, ci accomuna ai popoli del passato: quella di stirare i propri vestiti.
Le origini nell’antico Egitto
Sembra che l’antesignano del moderno ferro da stiro comparve per la prima volta in Egitto. Chiamato “lisciatoio”, di forma piatta ed estremamente pesante, stirava a freddo per plissettare le vesti dei faraoni i cui tessuti, infatti, erano trattati con un tipo di amido che consentiva di lisciarne le stoffe, mantenendole levigate e intatte a lungo. Invece risale ai tempi della dinastia cinese Han, intorno al 200 d.C., il predecessore del ferro da stiro a caldo. Un contenitore in bronzo in cui venivano inserite braci ardenti, con un manico in legno per isolare dal calore. Passandolo sulle stoffe, si eliminavano le pieghe. Un uso simile del ferro, si riscontra anche nella civiltà romana. Nel Medioevo, poi, si introdussero esemplari in ferro battuto, fino a creare nel tempo modelli sempre più leggeri e maneggevoli.
L’evoluzione: dal ferro a soffietto alla Vaporella
Nel 1737 Isaac Wilkinson realizzò il ferro a soffietto; il carbone veniva inserito all’interno ed alimentato tramite un’apertura che consentiva il passaggio dell’ossigeno. All’industriale inglese si deve inoltre l’intuizione di aver attribuito al ferro l’odierna forma a punta, per una maggiore agilità nello scivolare sui tessuti. Ma bisogna aspettare il 1891 perché Henry Seeley producesse il primo ferro da stiro elettrico, il quale però raggiungeva ben 7 kg di peso. Seguì il modello a vapore negli anni ’20 che, tuttavia, non ebbe grande successo sempre a causa delle eccessive dimensioni. Negli anni ’70 furono introdotti poi il serbatoio e i forellini sulla piastra, per favorire la fuoriuscita del vapore. Appena un decennio dopo, finalmente, nacque il primo ferro da stiro professionale con caldaia a pressione, la Vaporella.
Il ferro da stiro verticale
Nella linea del tempo della storia del ferro da stiro, quello verticale si colloca nel 1982, con l’invenzione della Stirella; per la prima volta, la caldaia a pressione consente la stiratura in verticale. Questi dispositivi di ultima generazione, ancora oggi, garantiscono risultati di gran lunga più professionali, assicurano una maggiore agilità di utilizzo, grazie alle piccole dimensioni e alla maggiore leggerezza. Brand innovativi come Rowenta dimostrano la bontà di questi progressi grazie all’offerta di ferri da stiro verticali compatti e facilmente utilizzabili anche in vacanza. La caldaia esterna consente di immagazzinare molta più acqua. Solitamente, il ferro presenta un termostato per la temperatura ed il pulsante per controllare il getto di vapore. Sulla caldaia invece due spie segnalano accensione e riscaldamento.
Come utilizzare il ferro da stiro verticale?
La stiratura in verticale è estremamente semplice ed efficiente. Consente di salvare tempo e spazio, anche perché non necessita dell’asse da stiro; gli abiti si stirano direttamente sulle grucce, non c’è bisogno che entrino a contatto con la piastra, in quanto è il vapore a rimuovere magicamente le pieghe dalla stoffa e a rinfrescare i capi. Questa stiratura è compatibile con tutti i tessuti: si stira a vapore il cotone, il lino, il poliestere e la viscosa; ma anche materiali particolarmente delicati come il pizzo, la seta o la microfibra, e perfino le lane. Inoltre, anche tende, cuscini e sedie in tessuto si prestano facilmente ad essere trattati con il vapore, il quale offre anche un’azione igienizzante e purificante.
I vantaggi
Grazie alla capacità di ravvivare i capi, eliminando in alcuni casi anche i cattivi odori, il ricorso al ferro da stiro verticale si rivela anche una pratica sostenibile, poiché consente di evitare il lavaggio degli abiti, che quindi durano più a lungo, diminuendo il dispendio di energia elettrica. Grazie alle dimensioni compatte dei modelli in commercio, il ferro verticale si porta anche in viaggio per stirare, rinfrescare e disinfettare attraverso l’azione purificante del vapore.
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