Una nuova, stimolante, collaborazione per Burberry. La maison britannica famosa per il trench, da qualche mese nuova casa del Direttore Creativo Daniel Lee, ha infatti firmato tutti i costumi per la nuova Opera di danza contemporanea diretta da Wayne McGregor per il Royal Ballet allestita al Royal Opera House di Londra. Un tipo di iniziativa che marchia a fuoco l’area di rinnovamento che sta attraversando in questo momento il brand, basato sul concetto di “Modern Britshness” e pronto a racchiudere all’interno della propria sfera creativa anche altre influenze provenienti da altri mondi artistici.
Ancora top secret il titolo dell’Opera
Davvero pochissime fino a questo momento le informazioni circa l’Opera, di cui al momento non si conosce neanche il titolo. Si tratta comunque di una pièce in un solo atto, coreografata su una partitura nuova commissionata dalla compositrice Anna Thorvaldsdottir con il light design di Lucy Carter e le scenografie di Carmen Herrera, leggenda statunitense di origini cubane scomparsa lo scorso anno a 106 anni. Stiamo comunque parlando di una produzione decisamente imponente, anche perché segna il ventesimo lavoro di McGregor per il Royal Ballet, seguito di “Woolf Works” (revival presentato a marzo del 2022) e “The Dante Project”, in scena dal 2021.
Per Lee si tratta fondamentalmente di un ritorno a uno dei suoi grandi amori. Basti ricordare quanto fatto dal nostro nel 2020 quando, a capo della Direzione Creativa di Bottega Veneta, coinvolse il ballerino italiano più importante al mondo, Roberto Bolle, per un cortometraggio entrato a gamba tesa nella memoria collettiva. Non a caso McGregor, pur non svelando nulla circa gli abiti di scena, ha rilasciato alla stampa una dichiarazione con il chiaro intento di far crescere l’attesa:
«Daniel Lee, un artista dall’immaginazione sfrenata, sta creando qualcosa di innovativo, in movimento e di penetrante bellezza. E, con la sua eccezionale passione per tutte le forme di danza, ci è sembrato il miglior alleato. Insieme, con supporto del team di Burberry, stiamo lavorando a qualcosa di veramente speciale».
Anche per il coreografo non sarà la prima volta con un marchio di moda importante: cinque anni fa infatti al Pitti Uomo ha dato vita a un progetto interessante con il brand scandinavo Cos.
Il fil rouge che collega la moda alla danza
La collaborazione tra Burberry e il Royal Ballet testimonia per l’ennesima volta l’esistenza di un rapporto fittissimo tra la danza e la moda. E il motivo è presto spiegato: poche arti come quelle legate al movimento del corpo possono risultare così tanto potenti pur veicolando un messaggio che, la maggior parte delle volte, risulta essere più concettuale che legato a degli elementi meramente didascalici, esattamente come accade nel processo di creazione degli abiti. Da non sottovalutare poi la componente funzionale. Grazie allo spostamento dell’aria causato appunto dalla forza del gesto e dei movimenti, i capi di scena possono giocare e sfruttare la forza dei volumi, spesso divenendo davvero parte integrante dello spettacolo stesso.
I precedenti
In virtù di quanto appena detto, aspettando il debutto di Buberry al Royal Opera House è opportuno citare alcuni prestigiosi precedenti in cui la danza e il fashion hanno camminato a braccetto. L’esempio più eclatante, nonché storico, è rappresentato da Coco Chanel, la quale realizzò i costumi insieme a Cocteau e Picasso per “Le Train Bleu”. Nel recentissimo passato invece è doveroso ricordare il lavoro di Raf Simons, Alejandro Gomez Palomo e Giles Deacon, chiamati a confezionare i costumi per celebrare il decennale del New York Ballet.
A cedere al fascino del balletto furono poi maison di altissimo rango come Dior (che nel 2019 mise la firma sullo spettacolo di “Nuit Blanche” di Philip Glass allestito a Roma), oltre che Rick Owens e Thom Brown, senza dimenticare ovviamente l’immenso Gianni Versace che, nel 1997, fece innamorare il mondo con i fantastici costumi realizzati per “Barocco Bel Canto” di Maurice Bejart, con musiche di Prince, presentata al Giardino dei Boboli di Firenze, summa dell’incontro tra le due arti.
Leggi anche: Le tre anime della capsule collection di Bella Hadid “About You”