Una scusa ampiamente giustificata per concedersi un bicchierino? Perché no. Oggi si celebra lo Champagne Day, il giorno dell’amatissima bollicina, il vino più famoso e prestigioso del mondo: un vero evergreen che, fin dai tempi antichi, diventa il protagonista principale di tutte le ricorrenze: dal classico capodanno ai compleanni passando per le premiazioni sportive, il varo delle navi, appuntamenti galanti e occasioni per festeggiare. Insomma, facendoci, caso, tutta la nostra vita nel bene e nel male è scandita dalla presenza di bollicine. Un vero e proprio miracolo gustativo – apprezzatissimo anche dalla grande Regina Elisabetta II – nato in un minuscolo territorio francese.
Un riconoscimento a livello mondiale
Ma dove nasce l’idea di dedicare una giornata allo Champagne? Il primo a pensarci è stato nel 2009 Chris Oggenfuss, blogger e wine tutor californiano. Successivamente la ricorrenza è supportata e infine riconosciuta dall’esigentissimo Comitè Champagne, associazione che coinvolge oltre quindici mila viticoltori francesi e le maison della denominazione. Singolare come un evento così rilevante sia pensato da un cittadino nordamericano, fatto che attesta e conferma da una parte l’impatto mondiale del prodotto e dall’altra la grande visione strategico-commerciale statunitense.
Affascinante anche come una regione di dimensioni ridotte sia in grado di soddisfare i palati di tutto il mondo con una cura e un’attenzione verso la qualità davvero senza eguali. Il territorio dello Champagne occupa infatti appena il 4% della porzione vitivinicola francese: eppure al suo interno vengono realizzate la bellezza di trecento quindici milioni di bottiglie indirizzate al mercato internazionale, per uno degli export più importanti tra tutti. Numeri impressionanti ma ampiamente giustificati per un tipo di vino che ha saputo espandersi a macchia d’olio diventando un elemento imprescindibile della quotidianità degli individui fin dai tempi antichi, in cui si credeva che il rumore causato dallo stappo della bottiglia scacciasse il male, liberando dunque l’ambiente da presenze, energie ed influenze negative.
Una gita nel cuore del Vine de Diable
Ma oltre alla componente “beverina”, lo Champagne possiede un patrimonio milionario anche nel settore del turismo enogastronomico, grazie alle visite guidate nelle cantine, luoghi suggestivi e meravigliosi in cui si può toccare con mano il meticolosissimo e antico metodo di produzione. Ogni anno infatti migliaia e migliaia di turisti fanno capolino per esempio alle cantine della Maison Mercier (Épernay), uno spazio lungo la bellezza di diciotto chilometri sito trenta metri sotto terra da percorrere in trenino: qui si trova ad esempio la botte più grande del mondo, presentata da Eugène Mercier all’Esposizione universale di Parigi del 1889 vincendo il secondo Premio dopo la Torre Eiffel, non certo un monumento qualunque. Immancabili poi le gita presso la Moët & Chandon, forse la maison più rinomata tra tutte con un labirinto di 28 km scavato nel bianco del gesso della regione, oltre che Mumm e Tattinger.
Etichette e novità da regalare: quali bottiglie scegliere?
Quali bottiglie acquistare per un giorno speciale? In commercio esiste una scelta molto ampia, cerchiamo di individuale cinque etichette diverse adatte per ogni situazione.
Georges Laval Garennes Extra Brut
Prestigiosissima azienda di Cumières, a soli cinque chilometri da Epernay: certificati biologici dal 1971, l’azienda produce una champagne per palati fini prodotto al 90% da uve Pinot Meunier e al 5% da Chardonnay e Pinot Nero. Il suo colore giallo paglierino, insieme a sentori olfattivi di mela, marmellata di pesche noce moscata e ovviamente minerali, regalano un sapore corposo e morbido allo stesso tempo, per un sorso deciso ma garbato.
Louis Roederer Collection 242
Bottiglia per i più curiosi, visto che si tratta effettivamente di una novità, un’idea della Maison Louis Roederer: questo è un tipo di champagne molto ampio e maturo, utile soprattutto per essere pasteggiato durante i pasti come abbinamento. Una di quelle bottiglie adatte quasi ad ogni pasto e con cui si sbaglia difficilmente.
Brut Blanc de blancs Grand Cru Le Mesnil
Qui siamo invece al cospetto di una cantina cooperativa, dunque di una eccezione, per quello che è un interessante assemblaggio di Chardonnay proveniente da diverse annate. Colpisce per il gusto che, in un primo momento, si lascia andare a sensazioni cremose senza però perdere l’essenziale componente acida-minerale.
Alberto Massucco Champagne Cuvèè Mirede
Molto interessante anche questa etichetta di Alberto Massucco, selezionatore e importatore che ormai da diversi anni ricopre anche il delicato ruolo di produttore fornendosi della collaborazione con Erick de Sousa: la sua Cuvèe Mirede, omaggio a sua moglie, è formata da uve Gran Cru di Avize (30%) e Oger (10%) della vendemmia 2019. Al palato si evince una freschezza possente dove confluisce la componente tropicale con quella minerale.
Don Pérignon (Lady Gaga)
Questa è una scelta azzardata che potrebbe far cadere nel pregiudizio gli appassionati. In realtà si rileva un’idea regalo perfetta per gli amici amanti del glamour e fan della grande Lady Gaga: precisamente è un’edizione limitata dell’annata 2008 del rosè della famosa azienda, celebre per un naso molto audace e una sensazione di carnosità mista a movimenti setosi in bocca.
Champagne Day 2022: le iniziative
Le iniziative promosse per la giornata odierna da Bureau du Champagne Italia (rappresentante del Comité Champagne) si sono espanse a macchia d’olio su tutto lo stivale tramite eventi organizzati ad hoc in ristoranti, wine bar ed enoteche. Gran parte degli appuntamenti sono consultabili sul sito ufficiale dell’associazione che, come ogni anno, consiglia l’hashtag #Champagneday per condividere e far diventare virale la propria festa.
Un modo anche per celebrare un anno (fortunatamente) importantissimo dal punto di vista delle vendite nel nostro Paese: secondo i dati stimati infatti soltanto nel 2021 sono state spedite oltre 9,2 milioni di bottiglie, con un incremento pari al 32,8% rispetto al 2020 (anno, ricordiamo, segnato dall’avvento della pandemia), e del 10,8% rispetto al 2019. Per ciò che concerne il valore invece l’Italia raggiunge quota 200,1 milioni di euro, facendo registrare una crescita del 36,3% sul 2020 e dell’11,3% sul 2019. Nello spettro mondiale dunque il nostro mercato si conferma il quinto all’export per giro d’affari e settimo a volume.
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