Il troppo storpia? Forse sì. Un eccessivo bombardamento pubblicitario e mediatico sui prodotti alimentari a trazione wellness/healthy sta cambiando in modo radicale i gusti in termini di cibo della generazione Z, ovvero i ragazzi nati tra il 1997 e il 2012. Secondo diversi studi sembra infatti che i giovani, da ormai qualche tempo invasi da advertising su infusi, bevande fit, erbe e gelati proteici, stiano iniziando a propendere in modo più “aggressivo” e continuato sul cosiddetto cibo spazzatura, trovandolo chiaramente più gustoso e soddisfacente delle soluzioni salutari. Generazione Z cibo Life&People Magazine

L’esagerazione del Wellness nel mirino dei giovanissimi

Al centro di tutto ci sarebbe l’estremizzazione del concetto di Healthy e Wellness, portata in auge da personalità come Gwyneth Paltrow, attrice e ormai imprenditrice proprio di questo mondo che propone prodotti particolari (pensiamo ai  pannolini con cristalli per la serenità emotiva del bebè o le uova di giada per lavaggi vaginali) presi di mira dai giovani per battute e memesSi tratta dunque di una generazione che, pur tenendo ben attivo il focus sull’alimentazione sostenibile e sana, incontra parecchio scetticismo per uno stile di vita forzatamente (e per certi versi inutilmente) incentrato verso dei benefici alla lunga non credibili e poco veritieri. E il merito è anche del web: proprio durante il periodo della pandemia diverse ricerche testimoniano l’interesse dei giovani verso “la verità” dell’industria del wellness, in realtà molto meno etica rispetto a quanto sbandierato sui media.

I social aumentano l’hype del food porn e orientano le scelte di cibo della generazione Z?

Quanto detto è solo la punta di un iceberg gigantesco. Non si parla per esempio mai abbastanza dell’effetto sui ragazzi di alcuni contenuti pubblicati sui social. Nell’ultimo anno infatti, in piattaforme come Tik-Tok o Instagram, ci si imbatte sempre più in profili dedicati al cosiddetto food porn, in cui aziende, ristoranti specializzati o catene di fast food pubblicano ogni giorno video e foto di prodotti poco salutari, dalle dimensioni e dai condimenti esagerati: dai panini con quadruplo strato di carne e salse a volontà passando per torte o crepes immerse nella Nutella. Una visione che, chiaramente, non fa altro che aumentare il desiderio da parte della giovanissima utenza.

Generazione Z cibo Life&People MagazineIn tal senso è esemplificativo uno studio condotto da quattro ricercatori del Dipartimento di medicina e preventiva dell’Università di Vienna. Gli studiosi hanno analizzato piatti pronti, snack e bevande comparsi in venti contenuti diffusi sui social da sei importantissimi influencer tedeschi, i quali hanno coinvolto complessivamente oltre trentacinque milioni di follower. Tra i prodotti più mostrati dai creator spiccano il cioccolato e dolciumi vari. Ma non finisce qui: gli ingredienti di tre quarti degli alimenti promossi contengono una quantità di grassi, sale e zuccheri incompatibile con le indicazioni dell’OMS per l’alimentazione destinata ai più piccoli.

Una comunicazione bilanciata per seguire un’alimentazione sana

Insomma, quanto detto sottolinea un’aggressività comunicativa bi-direzionale: da una parte la promozione del wellness come unica ancora di salvezza, dall’altra lo spettro del junk food (cibo spazzatura) poco salutare che emerge dai social network. Come in tutte le cose, il vero equilibrio sta in mezzo.

Generazione Z cibo Life&People MagazineLa Generazione Z, interessatissima a temi molto delicati come l’ambiente e la sostenibilità (dunque tutt’altro che stupida e annebbiata a dispetto di quanto sostenuto da alcuni), potrà trovare la giusta via soltanto seguendo l’equilibrio, dunque essendo consapevole dell’importanza di un’alimentazione sana e bilanciata e del movimento fisico ma non togliendosi mai il piacere di un alimento gustoso ed “esagerato”, purché sia un piacere a cadenza settimanale e non un ossessivo uso quotidiano. Promuovere, comunicare, divulgare temi sull’alimentazione a tutto tondo, senza demonizzare a tutti costi il cibo spazzatura può essere dunque la chiave giusta per venire incontro alle nuove generazioni, sempre più informate e consapevoli.

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