È il simbolo dell’estate; cambia ogni anno con novità e nuove creazioni, indossato da tutte, ha contribuito nella storia dell’emancipazione femminile; oggi, 5 luglio, è la giornata mondiale del bikini. Ripercorriamo il percorso dell’iconico due pezzi, nato ormai settantacinque anni fa in quel di Parigi.
Un’invenzione francese
Chi ha inventato il bikini? Le fonti attribuiscono la creazione a una personalità francese di spicco, Louis Réard, un ingegnere automobilistico che nel 1940 rileva l’azienda di lingerie della madre. Il 5 luglio 1946, in una Parigi ancora sconvolta dal secondo conflitto mondiale concluso da pochissimo tempo, Réard presenta in occasione di una sfilata allestita a bordo delle piscine Molitor dei costumi da bagno inediti, composti solo da due pezzi, un sopra e un sotto. Non si tratta di una scoperta “originale” al 100%. Lo stilista infatti è audace nel lanciare un’evoluzione del prototipo ideato dal collega Heim, il quale aveva abbozzato l’idea non scoprendo però la parte dell’ombelico.
Non era affatto semplice trovare una modella adeguata per presentare il capo, giudicato chiaramente scabroso per il pensiero dell’epoca. L’unica ad accettare – tra l’altro in modo volontario – fu una ballerina del Casino de Paris, chiamata Micheline Bernardini. La presentazione sarà una vera e propria strategia di marketing. Il motivo presente nel tessuto del bikini ricalca quello della carta di giornale. Rèard dunque era perfettamente consapevole della potenza della sua creazione e soprattutto dell’impatto negativo che avrebbe suscitato nell’opinione pubblica.
Brigitte Bardot: una influencer ante litteram
Come prevedibile, il bikini non è accolto con particolare entusiasmo in un mondo ancora troppo bigotto e non pronto per una rivoluzione del genere. In alcuni Paesi sono introdotti addirittura dei divieti di indossare il capo nelle spiagge in quanto troppo scandalosi anche solo per essere osservati. Gli Stati Uniti per primi vietano l’utilizzo durante il famosissimo concorso di bellezza Miss Mondo, un’onda che arriverà poco dopo anche in Europa, Italia compresa. Ma come spesso capita nella storia del costume o della moda (un caso emblematico furono gli occhiali), i grandi passi vengono compiuti dalle grandi personalità del mondo dello spettacolo.
Ecco allora che, in Costa Azzurra, durante una vacanza l’attrice Brigitte Bardot è ritratta liberamente con uno splendido bikini, indossato anche nel 1952 nella pellicola dal titolo esemplificativo “Manina, the girl in the bikini”. Come una vera e propria influencer ante litteram, la diva contribuisce dunque a mostrare il capo da una prospettiva diversa: pop, appetibile e coraggiosa. Brigitte Bardot, (insieme ad altre dive del cinema tra cui spicca la trasgressiva attrice Jayne Mansfield, fotografata nel 1956 con un bikini leopardato durante una festa ad Hollywood) spinge dunque le donne americane (e successivamente molte altre) a liberarsi dai canoni, dalla pressione e dalle inutili regole della società. Negli anni sessanta il bikini diviene proprio il simbolo di lotta e di emancipazione, uno strumento di libertà utilizzato anche durante la rivoluzione sessuale.
La storia del cinema incontra la giornata mondiale del bikini
Sarà sempre il cinema a dare la spallata decisiva allo sdoganamento del bikini nel mondo. Risale infatti al 1962 il frame più iconico e mitologico della storia del due pezzi. Stiamo parlando della storica comparsa sullo schermo di Ursula Andress in “Dr no” (in Italia conosciuto come “007-licenza di uccidere”) con un bikini bianco sui toni panna, slip con cintura e un top contraddistinto da due vistose coppe unite da un nodo centrale. E, a proposito ancora di cinema come non citare Carrie Fisher, ritratta con un bikini particolarissimo simil oro durante uno shooting dei primissimi anni ottanta? Un tipo di immagine entrata di diritto nell’immaginario collettivo sia per bellezza che per sagacia. Il servizio fotografico fu infatti scattato per spingere la promozione del nuovo film della saga di “Star Wars”, ovvero “Il ritorno dello Jedi”.
Il boom in passerella
Saranno infine la moda e l’industria del fashion system a consolidare il ruolo del bikini nella società. Con il passare del tempo infatti il costume diventa decisamente irrinunciabile, sia da un punto di vista meramente economico che contenutistico, protagonista soprattutto delle collezioni estive e resort.
Non a caso nascerà anche il beachware, ovvero una collezioni e serie di abiti pensati per il mare e utili per completare il look da matchare con i costumi da bagno. Ma sarebbe riduttivo pensare al bikini soltanto come elemento da indossare in contesti marittimi. A questo proposito in passato lo hanno dimostrato diverse celebrità in occasione delle classifiche sfilate da red carpet. Da menzionare in tal senso il look iconico di Halle Barry, comparsa alla premiere del film “X Man “con pantaloni e bikini; stessa cosa durante gli stessi anni da altre VIP, una su tutte l’ex modella e presentatrice Tyra Baks. Oggi, proprio mentre ne celebriamo la storia durante la sua giornata mondiale possiamo quindi affermarlo: Il bikini è il settantacinquenne più giovane che ci sia!
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