I ristoranti pop up sono un trend in continua ascesa nel mondo del food. Per molto tempo sono stati un modo per i giovani chef di affinare le proprie abilità; oggi sono piuttosto un’opportunità per esprimersi senza costrizioni. Non sorprende quindi vedere sempre più collettivi itineranti nascere in tutto il mondo.
Ma è la serie di pop-up effimeri di “We Are Ona” che lo rende davvero movimento degno di nota
Un palazzo nel Castello di Venezia dove, si narra, visse Casanova; una casa nascosta nel verde sulle alture del 19°arrondissement di Parigi; un tetto in Messico e una spiaggia in Turchia. Sparsi ai quattro angoli del globo, questi luoghi hanno almeno una cosa in comune: le persone si riuniscono per prendere parte a un’esperienza gastronomica unica. Dal 2019 il collettivo We Are Ona, avviato dal francese di origine italiana Luca Pronzato, fa le valigie in luoghi nascosti, per pop-up culinari che stravolgono i codici della ristorazione, ed ora sono a Milano al “Salone del mobile”.
We Are Ona è il collettivo itinerante, composto da chef coreani, italiani, danesi, giapponesi, americani, turchi e francesi; tutti uniti dallo stesso desiderio di trasformare il modo e i luoghi in cui mangiamo in un’esperienza. Una comunità di talenti della gastronomia, che include chef, sommelier, produttori di cibo e vino, ma anche designer, artisti, artigiani, ceramisti; entusiasti di unire le loro competenze per creare ristoranti pop up nel mondo; in concomitanza con eventi culturali per continuare a credere nella forza delle comunità creative.
Una nuova ondata, rinfrescante e unificante, travolge il microcosmo culinario
“Ona” significa “onda” in catalano e la missione di Pronzato, quando ha lanciato il progetto, era quella di offrire una nuova piattaforma per i giovani attori del settore, facilitando lo sviluppo di una nuova generazione di chef rivoluzionari. Da allora, l’idea iniziale è maturata; si è evoluta in un’agenzia creativa per eventi gastronomici, il cui principio consiste nel creare ristoranti effimeri che uniscono arredamento, sapori e design, attraverso una community di chef internazionali. E’ un successo senza precedenti, con clienti che includono Ganni, Gucci, Humanrace e Chloé; oltre ad un servizio di chef privato che consente ai talenti culinari di cucinare in case private per eventi o cene.
Chi è Luca Pronzato?
Papà italiano e mamma spagnola, è nato e cresciuto a Parigi, dove i genitori possiedono un negozio di specialità gastronomiche. Parallelamente agli studi di management alla Sorbona, dirige l’enoteca Chez Alfred (oggi Verjus) nel 1°arrondissement di Parigi. Si appassiona al vino fino a decidere di viaggiare per studiarlo. Perlustra, per dieci anni, i ristoranti trendy di tutto il mondo, quelli che hanno fatto regnare il vino naturale molto prima che diventasse trendy. Si circonda di talenti promettenti e fa tappa al Noma, a Copenaghen, fino al 2019, dove scopre il concetto del pop-up.
“Lì sono stato in contatto con più di 40 nazionalità e origini diverse in ciascuno servizio. Quando me ne sono andato, volevo mantenere questo legame che si era creato e continuare a connettermi con quanti più chef possibile. Avevo bisogno di nutrirmi delle rispettive culture, di viaggiare in tutto il mondo, rimanendo nel settore della ristorazione.“
dichiara.
“We Are Ona” arriva nelle città quando sono “infiammate” dalla creatività
Esperienze gastronomiche a tempo coinvolgono ogni volta una brigata diversa; a volte possono tendere alla sedentarizzazione, come a Città del Messico dove, sul tetto del palazzo del Circulo Mexicano, uno chef viene invitato a cucinare ogni mese. Al contrario, altri ristoranti pop-up hanno una durata molto breve; We Are One fa le valigie per eventi culinari anche di una sola serata, soprattutto per le feste nel mondo della moda. In ogni luogo tutto cambia e si reinventa. Per i pop up, in tutte le situazioni il collettivo sceglie spazi molto particolari e atipici. Come l’anno scorso a Basilea, quando Luca Pronzato e la sua brigata, durante la fiera d’arte, si sono stabiliti in una vecchia cisterna d’acqua senza cucina né elettricità.
L’ultimo pop-up è avvenuto invece a Venezia durante la Biennale; la creazione di un’esperienza culinaria felliniana in un palazzo barocco. Gli ospiti seduti attorno a tavoli con tovaglie di broccato e cristalli di Saint-Louis degustavano un menu di otto portate classiche italiane dal tocco contemporaneo.
Ed ora? “We Are One” alla Milano Design Week
Dal 4 al 12 giugno, We Are Ona gestisce un ristorante pop-up e una caffetteria nell’ambito della mostra “See the Stars Again”, ospitato da Flos alla Fabbrica Orobia. I visitatori del vasto magazzino possono gustare un pasto a più portate della chef giapponese Sayaka Sawaguchi, capo chef del ristorante stellato Michelin “Le Garde Champêtre” nella regione francese dello Champagne. Ella serve un menu a rotazione di piatti stagionali come gnocchi all’aglio orsino, burro bianco e lime e tonno pescato in brodo dashi. Per la sua residenza milanese, Sawaguchi reinventa i classici italiani con piatti cucinati sul fuoco aperto.
Tra la travolgente lista di eventi in corso a Milano questa settimana, We Are Ona è, -almeno per i buongustai-, una tappa a cui vale la pena dedicare del tempo. Il prossimo evento del collettivo in programma si svolgerà durante Les Rencontres de la Photographie ad Arles, in Francia, in un’ex scuderia, con cucina in una piscina vuota.
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