Un incontro ravvicinato con il Genio. Riapre oggi, venerdì 15 aprile, fino al giorno della Liberazione il caveau della Biblioteca Reale di Torino, spazio in cui è esposto l‘autoritratto di Leonardo Da Vinci. Un’occasione più unica che rara: il celeberrimo disegno eseguito a matita sanguigna è delicatissimo e sensibile alla luce, tanto da essere visitabile soltanto tre mesi ogni tre anni, per poi tornare al sicuro nell’oscurità.
La storia dell’autoritratto di Leonardo Da Vinci
Il disegno viene posizionato temporalmente dagli storici negli ultimi anni di vita dell’artista e scienziato, dunque intorno al 1515, quando si trovava in Francia al servizio di Francesco I. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1519, il corpus dei suoi lavori viene affidato al pupillo Francesco Melzi, il quale trasporta il tesoro artistico nel bergamasco, nello specifico a Vaprio D’Adda. Proprio i parenti del Melzi, ereditando a loro volta la collezione, tra regali e vendite, disperderanno il patrimonio. Non a caso il ritratto ricompare a Milano soltanto nel XIX secolo, per poi perdersi ancora una volta fino al 1849, anno in cui il collezionista Giovanni Volpato riesce a venderlo a Carlo Alberto di Savoia, il quale lo conserverà poi appunto nella Biblioteca Reale.
La descrizione del disegno
Nell’opera d’Arte Leonardo è raffigurato come uomo anziano, con una folta e lunga barba e con lo sguardo accigliato e rivolto a destra. Salta all’occhio la cura di ogni minimo dettaglio, evidenziato dai solchi marcati sia nella fronte che nella zona della bocca e nelle guance. Il foglio di supporto è ampiamente deteriorato, motivo per cui ancora oggi è esposto con il contagocce.
Dubbi sull’identità: si tratta davvero di Leonardo Da Vinci? C’è chi dubita
L’autoritratto è stato ed è ancora oggi al centro del dibattito tra gli esperti. Secondo molti studiosi infatti il volto disegnato potrebbe non appartenere a quello di Leonardo. Tante sono le ragioni; la prima è legata al costume dell’epoca: nel 1515, anno in cui si attribuisce l’opera, non era ad esempio comune portare capelli e barba così lunghi. La seconda è una questione più pratica: al momento della produzione del disegno Leonardo avrebbe avuto 63 anni, età in cui non utilizzava molto la mano destra per lavorare a causa di una malattia che aveva colpito la capacità articolare dell’avanbraccio, elemento che rende anche di difficile lettura l’eccessiva cura di ogni particolare apportato nell’opera, un tipo di precisione davvero difficile da realizzare con un problema così tanto limitante.
Secondo uno studio condotto da Louis A. Waldman, docente dell’Università del Texas (Stati Uniti), il disegno non raffigurerebbe quindi Leonardo ma suo zio Francesco, fratello del padre Ser Piero Da Vinci, figura forse da utilizzare come testa preparatoria per un quadro. Secondo altri invece potrebbe trattarsi anche di altri volti storici molto famosi, come quelli di Pitagora o Demostene. La firma posta sul margine inferiore del ritratto, “Leonardus Vincius, ritratto di se stesso assai vecchio”, non corrisponde poi alla calligrafia del genio.
Il volto raffigurato è quello di Leonardo? C’è chi dice sì
Ci sono però anche opinioni opposte. Come riporta ArtoBlog Paola Salvi, docente dell’Accademia milanese di Brera, ha messo in evidenza in primis la natura anticonvenzionale di Leonardo, citando altre testimonianze che, al contrario di quanto sostenuto da altri, descrivono l’artista con barba e capelli lunghi. Andando poi più sullo specifico, oltre a far corrispondere disegni del periodo dallo stile simile, la studiosa ha posto l’accento sull’analisi degli occhi, dimostrando come le pupille siano posizionate proprio nella posizione tipica e naturale di chi sta guardando allo specchio.
La mostra dell’Autoritratto di Leonardo Da Vinci.
Il tour alla Biblioteca del Palazzo Reale dura circa sessanta minuti ed è visitabile tutti i giorni, dal 15 al 25 aprile incluso, dalle ore 9:00 alle 19:00. Il prezzo del biglietto ha un costo di 20€ (ridotto a 13€ con l’abbonamento Musei), acquistabile sia in modalità online che in biglietteria.
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