Provare il digiuno intermittente, si, ma cosa possiamo mangiare? Questa è la domanda di certo più ricorrente, quando si parla di questo tipo di digiuno, insieme ad altro inevitabile quesito: davvero si hanno quei risultati esplosivi che tanti millantano? Iniziamo da questa seconda domanda per mettere in chiaro una cosa, che sarà fondamentale per capire l’articolo. Tutte le diete funzionano se vengono correttamente seguite, perché prevedono una riduzione dell’apporto calorico. Il nutrizionista e, meglio ancora, il medico specializzato in nutrizione studiano una dieta che prevede un minor consumo di carboidrati, innanzitutto, e di calorie in generale. I risultati, a meno che non si soffra di patologie particolari o problemi ormonali, sono garantiti. Perciò, anche il digiuno intermittente dovrebbe consentirvi di dimagrire e può anche permettervi di perdere in fretta quei chili di troppo che proprio non sopportate.
Il digiuno intermittente: che cos’è?
Una volta chiarito che il digiuno intermittente possa funzionare, cerchiamo di capire in che cosa consista precisamente e che tipo di benefici comporti. Si prevede un digiuno – per l’appunto – all’interno di un determinato lasso di tempo (che può andare dalle 12 alle 16 ore a stomaco vuoto). In questo tempo che inizialmente potrebbe sembrare infinito, le cellule cercano di assumere e trarre nutrimento dal grasso immagazzinato, perché possano ottenere quell’energia di cui sono private nell’immediato.
I benefici del digiuno intermittente
Jeorge Herranz, che è un luminare della nutrizione, ha spiegato che il corpo arriva alla così detta “autofagia”, che è un processo di rigenerazione delle cellule, fondamentale perché riduce il rischio di malattie, ha degli importanti effetti sulla concentrazione e insegna al corpo a sfruttare il grasso come carburante, anche quando si ha sospeso la dieta. Inoltre ha degli importanti effetti sul nostro umore: siamo più rilassati, sereni, concentrati e riusciamo a dormire con molta più facilità. Inoltre, abbiamo più energie per fare sport. Non è un caso che sia una dieta particolarmente consigliata per chi fa sport, anche a livello agonistico.
Lo scoglio dei tre giorni
Inizialmente, può essere difficile seguire questa dieta, ma non è il caso di abbattersi. Bisogna dare al corpo il tempo di abituarsi, riprendendo a distinguere quella fame dettata dalla necessità e quell’appetito, invece, dettato da condizioni emotive. I primi tre giorni saranno di certo i più difficili, ma poi il corpo saprà rispondere adeguatamente al nuovo piano alimentare. Ha solo bisogno di un po’ di tempo per… metabolizzare. Infatti, chi è stato abituato per tanto tempo ad assumere un’alta quantità di glucosio, potrebbe avere un calo di energie, a causa di uno squilibrio energetico. Infatti, lo zucchero dà un’importante botta di energia e, se privato di questo costante apporto di zucchero, il corpo potrebbe risentirne. Ma tempo tre giorni e l’organismo imparerà a sfruttare il grasso immagazzinato.
Cosa si mangia?
Arriviamo al punto focale. Che si mangia una volta terminato il digiuno? In realtà, tutto, tranne i cibi elaborati o ricchi di zuccheri. Potrete mangiare carne, pesce, uova, pasta, pane, frutta, verdure, tutto quello che vorrete. Perfino, un bel piatto di pasta al forno la domenica e una pizza il sabato; basta non esagerare e non mangiare nulla durante il digiuno. Non è detto – è bene specificarlo – che dobbiate mangiare meno. Ma basarvi su quanto indicato dal medico che vi fornisce la dieta.
La perdita di peso vi stupirà, ma non quanto i benefici a lungo termine. Sarete più attenti, lavorerete meglio, riuscendo ad avere un rapporto più equilibrato con il cibo. Spesso si è portati ad affogare nel cibo le proprie frustrazioni e questo può portare a mangiare più del dovuto, ad aumentare di peso e ad essere ancora più scontenti di sé quando invece bisogna imparare ad amarsi per come si è e a rispettare il proprio corpo. Impariamo a volergli bene e ci ricompenserà.
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