All’alba dei suoi sessantacinque anni Kim Cattrall appare – ancora una volta – disinvolta, sfacciata e dallo sguardo conquistatore. Conosciuta platealmente come Samantha Jones di ”Sex and the City’‘ alla quale deve un Golden Globe, cinque candidature agli Emmy e due Screen Actors Guild Awards, Kim continua ad esercitare il suo fascino esattamente come accadeva nel (non troppo lontano) 1998. Classe 1956, conquista il titolo di ”Icona di moda più referenziata del momento storico presente” conferitole da Yannis Henrion, direttore creativo del colosso dello shopping on-line Farfetch. Kim Cattrall è il volto della nuova campagna di Farfetch, l’azienda britannico-portoghese fondata da Josè Neves nel giugno 2007. L’attrice si mostra con fierezza nei suoi abiti griffati, fiancheggiata da un dalmata, per nulla impressionata da quello che può essere l’ingresso nella senilità. L’ abbigliamento è specchio della personalità e del pensiero dei personaggi, un valore che Farfetch riprende e porta in campo con il volto più idoneo per questa missione: Kim Cattrall. E non è la sola, vengono individuati anche i musicisti Maria Isabel e Steve Lacy insieme all’attore Josh Hartnett. L’ hastag #youchoisefarfetch simboleggia una campagna tutta nuova, che celebra l’individualità senza restrizioni. Il focus è l’amor proprio, celebrato anche attraverso il codice visivo della moda. Kim risalta la pop culture degli anni ’90 e ne fa le veci egregiamente legittimandola, ancora una volta, come contemporanea.
La anglo-canadese è protagonista di un caso storico che ha debuttato dal 1998 al 2004,
volando dal piccolo al grande schermo. Il caso Sex And the City, la serie televisiva creata da Darren Star, ha conformato l’immagine sociale americana in quegli anni, definendone quella contemporanea. Introduce una pop culture ancor oggi presa come riferimento da giovani (e meno giovani) creativi. La serie ha inoltre rappresentato un prototipo del life-style desiderabile dalle donne di tutto il mondo; ha delineato un modello a cui ispirarsi per sentirsi protagoniste attive della propria vita. Patricia Field, una delle stiliste ante litteram dello style 2000, ha collaborato alla realizzazione dei costumi per ”Sex and the City” – la serie- (1998-2004), ”Sex and the City” (2008) e ”Sex and the City 2” (2010). Nel secondo film le quattro protagoniste Carrie, Samantha, Miranda e Charlotte, volano ad Abu Dabhi; negli Emirati incontreranno donne arabe che sotto il burqa vantano abiti dei più grandi marchi del lusso occidentali. La scena evidenzia quanto la moda occidentale stesse diventando un linguaggio transculturale che unisce culture al di là degli usi e costumi dei differenti luoghi.
La Field ha inoltre firmato gli abiti in ” The Devil Wears Prada” e ” Ungly Betty”,
film cult che hanno contribuito a rafforzare il rapporto inter-linguistico fra moda e cinema. Viene inaugurato un vero e proprio immaginario di stile, forme e volumi. Dall’intrattenimento all’insegna del gossip è arrivato a solcare le passerelle in tutto il mondo. Quasi vent’anni dopo, sarebbe possibile citare la collezione di Miu Miu di Miuccia Prada per la Primavera Estate 2022, in passerella alla fashion week di Parigi in pieno stile Y2K. La Nostalgia degli anni 2000s è imperante. L’omonimo brand scende in campo rilanciando crop top, mini skirt a vita bassa e lunghi blazer. Ancora, occhiali da sole fuori taglia e nail art colorati per ricreare un perfetto style degno di Lizzie McGuire. Miu Miu sembra quasi legittimare l’uscita dall’armadio di capi che sembrano brulicare dalla voglia di venir fuori, e, adesso hanno nuovamente ripreso a vivere. La serie ha prodotto negli anni un ritorno di alcuni marchi di moda come Vivienne Westwood. Successivamente, la stilista, all’uscita del secondo film ha firmato l’abito da sposa di Sarah Jessica Parker (Carrie) vivendo un ritorno di immagine ad ampio spettro pubblicitario. ”Sex and the City” e le sue protagoniste sono icone non solo di stile e sinonimo di alta moda, ma vere e proprie mentori che continuano ad affascinare ed ispirare donne di tutte le età.
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