Palazzo Reale, a Milano, ha deciso di aprire la stagione delle grandi mostre con una proposta dal titolo: “Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento Veneziano”.

 Il percorso espositivo, che si articola in otto sezioni, accompagna il visitatore alla scoperta di un centinaio di opere, di cui quarantasette sono ritratti che mettono al centro della scena la donna. Di questi, sedici appartengono a Tiziano, il pittore più rappresentativo di quel periodo riconosciuto dalla critica come Rinascimento Veneziano. In questa occasione è messo a confronto con altri suoi illustri contemporanei come Giorgione, Lorenzo Lotto, Palma il Vecchio, Veronese e Tintoretto.

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Milano, mostre a Palazzo Reale: non solo pittura

Per ricostruire le atmosfere di quel preciso periodo storico, infatti, la mostra offre anche esempi di scultura, dell’abilità artigiana sotto forma di gioielli, gli scritti dell’epoca e un’interessante contaminazione tra arte e moda. A fare bella mostra di sé il visitatore troverà un capo realizzato da Roberto Capucci in occasione di una mostra dedicata a Isabella D’Este e che si svolse a Vienna nel 1994. Anche in quella circostanza il punto di partenza era lo stesso ritratto eseguito da Tiziano che torna a Milano e fa, idealmente, da tramite con il Kunsthistorisches Museum della capitale austriaca da dove arrivano buona parte delle opere in mostra.

Una visione d’insieme che commenta così la curatrice della mostra, Sylvia Ferino:

“L’esposizione aspira a riflettere sul ruolo dominante della donna nella pittura veneziana del XVI secolo, che non ha eguali nella storia della Repubblica o di altre aree della cultura europea del periodo”.

Gli artisti non sono interessati alla donna come figura reale tantopiù che l’oligarchia alla guida di Venezia in quel periodo avversava il ritratto mettendolo sullo stesso piano del culto della personalità individuale. Ecco perché gli unici ritratti di personaggi realmente esistiti escono dal territorio veneziano e ritraggono Isabella d’Este, marchesa di Mantova e sua figlia Eleonora Gonzaga, duchessa di Urbino. E allora il ritratto esce dalla semplice rappresentazione per andare alla ricerca di grazia, dolcezza, potere di seduzione ed eleganza innata. Un’idea e un ideale di donna che segue il concetto delle “belle veneziane” e ritrae figure legate alla mitologia classica, con le sue divinità e le sue eroine, così come alla fede.

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Perché la scelta del Cinquecento Veneziano?

Perché Venezia, nel periodo che segue la pestilenza del 1511, è, come spesso accade dopo un periodo tormentato, terreno fertile per una rinascita che coinvolge tanto la società quanto l’arte. Non a caso è questo il momento in cui Tiziano rientra a Venezia dopo la parentesi padovana e la donna conquista un ruolo più attivo. Non era raro, infatti, trovare donne che amministravano il loro patrimonio dopo essere rimaste vedove e donne che avevano accesso al sapere come nel caso della poetessa e filantropa Veronica Franco. Dalla donna del Cinquecento veneziano, racchiusa all’interno di una cornice, lo sguardo si allontana per arrivare alla contemporaneità all’indomani della ricorrenza dell’8 marzo.

Una data segnata nel 2022, – e non potrebbe essere altrimenti -, dalle immagini che arrivano dall’Ucraina.

Curioso come il volto sconvolto di una donna, capelli biondi, occhi chiari e bende a coprire parte del viso e della testa, la prima immagine che ci è arrivata di quel conflitto così come sono ancora e sempre le donne che ne portano sulle spalle il peso. Donne che fuggono dalla guerra per portare in salvo i bambini ma anche donne che decidono di rimanere, che sia per portare sostegno a chi combatte o per combattere a loro volta. È recente un video che le mostra riunite in gruppo, con tenuta mimetica ed equipaggiamento militare, pronte a difendere il loro Paese. Ma donna è anche chi, sul fronte opposto, sfida l’autorità e scende in piazza per protestare contro una guerra che non sente e non vuole sua.

In ultimo, uno sguardo alla donna e alla sua condizione in Italia,

al centro dei pensieri e del discorso del Presidente Sergio Mattarella in occasione del tradizionale incontro che si è svolto nelle stanze del Quirinale. In quella occasione il Presidente ha ribadito:

“Le giovani donne immaginano la loro vita in modo assai diverso, certamente più libero, rispetto alle donne di cinquant’anni addietro. Hanno tanti esempi positivi cui ispirarsi. Hanno molteplici risorse, le giovani donne. Dispongono di saperi e linguaggi nuovi, di strumenti di comunicazione e di espressione di straordinaria potenza.Vogliono investire la loro originalità e, con piena ragione, chiedono spazio. Uno spazio che non sempre, come abbiamo visto e sentito, viene loro riconosciuto. Anche questo è un impegno che la società nel suo insieme deve assumere”. 

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 Qualcuno ha tracciato un parallelo con gli anni ’20 del secolo scorso per significare un momento di rinascita e vitalità. Tra nuove consapevolezze e desiderio di affermare il proprio valore qualcosa sta cambiando, in meglio. La direzione è quella giusta.

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