Quali sono i segreti de Il Diavolo Veste Prada e i retroscena che ancora non sono stati raccontati? In occasione del 15o anniversario dell’iconico film Il Diavolo Veste Prada, il magazine Entertainment Weekly ha deciso di svelarci tutti i segreti della pellicola. Nelle scorse ore è uscita una lunga intervista ai protagonisti e ai produttori del film. Stiamo parlando di Meryl Streep, Anne Hathaway, Emily Blunt, Stanley Tucci e Adrian Grenier, e della scrittrice del romanzo Lauren Weisberger e della sceneggiatrice Aline Brosh McKenna.
Il Diavolo Veste Prada, è ispirato ad un romanzo diventato rapidamente beststeller.
Il libro racconta la storia di un’aspirante scrittrice che si ritrova a lavorare per Runway, una delle più prestigiose riviste di moda al mondo. A capo di Runway c’è la mefistofelica Miranda Priestly, una capo redattrice davvero perfida che farà di tutto per fare impazzire la sua sottoposta. Meryl Streep ha dato il volto sul grande schermo a Miranda Priestly, dando vita a quello che è ad oggi uno dei suoi personaggi più riconoscibili in assoluto. Nel ruolo di Andrea “Andy” troviamo invece Anne Hathaway, in uno dei suoi primi e più prestigiosi ruoli di carriera.
Il film Il Diavolo Veste Prada, e il relativo libro, sono ispirati alla vita e alla carriera di Anna Wintour
La scrittrice del romanzo, nel suo curriculum, ha infatti svolto proprio lo stesso ruolo di Andrea nel romanzo e nel film, soltanto che al posto della Priestly c’era per l’appunto la Wintour. Ecco perché, secondo la sceneggiatrice del film, non è stato così facile trovare personaggi del mondo della moda come Giselle Bundchen o Valentino che accettassero di partecipare alla pellicola. Ecco le parole della Weisberger:
“Ho avuto grandissime difficoltà a trovare qualcuno del mondo della moda che volesse parlare con me, perché la gente aveva paura di Anna, non voleva rimanere tagliata fuori. […] C’erano molte cose che raccontavo che si avvicinavano alla realtà. Penso per esempio alla scena in cui lei entra in ufficio e tutti entrano nel panico più totale”.
Visto l’enorme successo di pubblico della pellicola, sono stati in molti a sperare fin da subito che Il Diavolo Veste Prada avrebbe potuto avere un sequel, o persino una serie tv dedicata. D’altra parte, la stessa autrice ha scritto un secondo libro sulla scia del primo. A quanto pare, la possibilità non è del tutto remota, ecco a proposito cosa ha dichiarato la scrittrice:
“Di certo se n’è parlato moltissimo. Posso dire che, per il momento, non è una possibilità che escluderemmo a priori”.
Di particolare interesse è senza ombra di dubbio la personalità dei personaggi
Da un lato la perfida Miranda, dall’altro la dolce Andy che però ad un certo punto diventerà a sua volta acida e a suo modo senza scrupoli, e nel mezzo il fidanzato di Andy, Nate, che in un certo senso ha un ruolo ambiguo. Quest’ultimo, infatti, si preoccupa egoisticamente dei suoi bisogni senza lasciare troppo spazio alle prospettive di carriera per la fidanzata. Ecco, a proposito, come Adrian Grenier ha commentato il suo personaggio:
“Ad un certo punto tutti hanno iniziato a parlare di come Nate fosse il “vero cattivo” del film, e non riuscivo a pensare ad altro. Non riuscivo a capirlo. Forse perché non ero abbastanza maturo come uomo, tanto quanto Nate che forse era troppo immaturo. Anche io ai tempi ero immaturo come lui, quindi non riuscivo a capire i suoi difetti. Dopo averci riflettuto a lungo, ho compreso la verità in quella nuova prospettiva. Nate non era cresciuto mentre Andy aveva bisogno di vivere una vita diversa, la vita che si stava meritando di avere. Lui non poteva sostenerla perché era un uomo fragile, un ragazzo ferito. Mi sento di mandare un messaggio a tutti i Nate là fuori: Datevi una mossa!”
Un’altro dei segreti di Il Diavolo Veste Prada è legato ad un racconto dell’attrice che interpreta la caporedattrice di Runway. L’immortale Meryl Streep, dal canto suo, ha infatti rivelato che per costruire quell’aurea di ghiaccio intorno a sé decise di sua spontanea volontà di trattare Anne Hathaway e Emily Blunt sul set con lo stesso distacco del suo personaggio, applicando il cosiddetto metodo Stanislavskij:
“Per me è stata un’esperienza orribile! Ero molto triste e sola nella mia roulotte. Tutti ridevano e scherzavano e io li sentivo. Mi sentivo talmente depressa! Mi sono detta: “Immagino sia questo il prezzo da pagare per essere il capo. Ciò nonostante, ho anche giurato che sarebbe stata l’ultima volta in cui avrei usato il Metodo!”
Il Diavolo Veste Prada, di cui ancora oggi tutti ricordano gran parte del copione a memoria (indimenticabili, in questo senso, la scena delle cinture di color ceruleo), pur partendo con un budget limitato, guadagnò 124 milioni di dollari solo negli Stati Uniti e si portò a casa due nomination ai premi Oscar, fra cui quella per miglior attrice protagonista per Meryl Streep.