E’ ufficiale Giorgio Armani ed il Teatro alla Scala hanno firmato un contratto quinquennale. Lo stilista scende in capo ancora una volta a sostegno della sua città e delle arti diventando socio Fondatore e Sostenitore del teatro milanese.
Annunciata durante l’ultima riunione della CDA della Scala questa notizia si è trasformata in una certezza. A partire dal 17 maggio Giorgio Armani diventerà a tutti gli effetti un Socio Fondatore e Sostenitore dell’associazione lirica. Secondo contratto, questa nomina prevederà un impegno quinquennale ed un versamento della rispettiva somma di 600.000 euro. Un’altra mossa giusta per Armani, che decide di aiutare le arti performative, le quali sono state fra i settori lavorativi più colpiti durante la pandemia.
“Il mio impegno verso Milano, in questo ultimo anno così sconvolgente, è stato importante su tutti i fronti e non potevo certo trascurare il settore della cultura, colpito duramente in ogni suo aspetto”.
Le parole di Giorgio Armani.
Lo stilista però, non è un nuovo volto nella fondazione infatti già negli anni novanta fu tra i primi a parteciparvi
“Questa nuova iniziativa è dedicata alla città di Milano, per il valore simbolico della Scala, ma anche per i miei legami affettivi e personali con essa, per i ricordi dei tanti spettacoli e concerti cui ho assistito, degli ospiti illustri che ho vestito, di esperienze indimenticabili come la creazione dei costumi, nel 1994, per l’«Elektra» di Richard Strauss diretta dal Maestro Sinopoli. Ora, più che mai, sento il dovere morale di contribuire attivamente a sostegno del teatro, patrimonio di milanesi e non, vero e proprio simbolo di resistenza intellettuale»
Giorgio Armani ed il Teatro alla Scala: l’approvazione dei membri della fondazione
Giuseppe Sala, presidente della fondazione lirica ha mostrato fin da subito la sua approvazione a questo accordo. Secondo il sindaco di Milano, i due erano destinati ad associarsi poiché condividono molti aspetti comuni, in particolare l’eccellenza nel proprio campo, che ha portato entrambi a raggiungere una fama mondiale. Allo stesso modo anche il sovraintendente e direttore artistico del teatro, Dominique Meyer ha espresso il suo consenso. A sua detta i due sono delle realtà profondamente milanesi, guidati dalla continua ricerca di bellezza e qualità, di arte unità alla tradizione.
Giorgio Armani ed il contributo sartoriale all’arte performativa
Il contributo di Re Giorgio per la struttura milanese non è stato solamente di tipo economico, ma anche sartoriale. Negli anni ha vestito molti artisti che si sono esibiti sul palco. Fra le creazioni più memorabili quelle del concerto inaugurale diretto da Riccardo Chailly, svoltosi nei mesi precedenti. Il gruppo di performers, ha lasciato tutti a bocca aperta grazie al loro talento ed ai loro indumenti, tutti differenti l’uno dall’altro.
Ognuno di essi era un pezzo unico firmato Armani Privé. La mezzosoprano francese Marianne Crebassa ha indossato due abiti diversi: il primo di colore rosso dal bustino in paillettes riflettenti e gonna a balze in tulle. Il secondo di colore nero è stato realizzato in velluto di seta con maniche ricamate da pietre. Il soprano Lisette Oropesa ha optato sempre per un tulle, ma decorato da pois lamé ed il soprano operistico Kristine Opolais per un vestito dallo scollo ricamato in cristalli ton sur ton. L’unico uomo della serata, il tenore italiano Vittorio Grigolo ha scelto un frac tradizionale in lana, estremamente chic e di classe.
La riapertura del Teatro alla Scala come e quando
Sebbene il futuro pare incerto, durante la conferenza stampa della CDA la data di possibile apertura al pubblico ed è l’11 maggio. Il primo spettacolo che inaugurerà la nuova stagione è il concerto di Wiener Philharmoniker diretto da Riccardo Muti. Una data che non è scelta casualmente poiché corrisponde al medesimo giorno in cui nel 1946, si svolse il primo spettacolo di riapertura dopo la guerra.
Il famoso sabato in cui si registrarono moltissimi presenti allo spettacolo diretto da Arturo Toscanini. Come oggi, al tempo vi era una grande speranza e voglia di rinascita. Si dice che vi fosse la fila fin dal mattino per ottenere un posto a teatro. Attualmente lo spettacolo dovrà rispettare le misure restrittive anti covid, facendo sedere il pubblico a debita distanza e distribuito nei palchi, raggiungendo un numero massimo di 500 persone. Per l’orchestra è mantenuta la pedana in platea costruita durante il lockdown. Questa alleanza ha dato un monito di speranza a chi pensa che il mondo dell’arte non si sarebbe ripreso e ci incita a goderci le sue bellezze.
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