Avatar e modelle, virtual influencer e realtà virtuale: come la moda cambia faccia.
Non siamo nuovi a quelle campagne sperimentali, un po’ folli, che sostituiscono il digitale all’analogico, come gli avatar e modelle, che si contendono la scena a colpi di like e follower.Già nel 2018, sul Sole24Ore, Miquela Sousa (Lil Miquela) e altre modelle digitali venivano definite “avatar più veri del vero“. Sì, perché il loro mondo, condiviso attraverso i social tra un selfie “renderizzato” e l’altro, sembra così favoloso da conquistare circa 3 milioni di follower già solo per Miquela. E in compagnia di @bermudaisbae e @blawko22, questa virtual influencer si prepara a contendere l’attenzione del pubblico con le modelle in carne e ossa.
Perché avatar e modelle sono due facce della medaglia?
Se i brand investono sempre di più in campagne pubblicitarie di stampo innovativo, magari ingaggiando avatar e modelle insieme, è perché il mondo dei virtual influencer piace, soprattutto ai giovani.
Il loro mondo immaginario, è un po’ come una storia a cartoni animati, racconta in modo fiabesco la realtà di oggi, sostituendo l’invidia (che può manifestarsi verso una persona in carne e ossa) alla simpatia. Perché modelle digitali come Miquela sono perfette e pensate per raccontare un po’ tutti noi. Un ideale di bellezza ancora più irraggiungibile, insomma.
Anche se ciascuna di loro presenta un proprio carattere (pensato ad hoc da chi l’ha realizzata), e delle piccole imperfezioni, giusto per provare a renderle più simili alle bellezze naturali che però, naturalmente, sono insostituibili e non risentiranno più di tanto di una partita giocata su piani differenti.
Fenomenologia delle bellezze virtuali
E a distanza di due anni, come si sono evolute queste nuove narrazioni della bellezza femminile? L’Influencer Marketing Hub ha stilato addirittura una top 15 dei Virtual Influencers, che vede in classifica:
- Lu do Magalu
- Lil Miquela
- Barbie (intramontabile…)
- Guggimon
- Knox Frost
- Any Malu
- Anna Cattish
- Thalasya
- Janky
- Noonoouri
- bee_nfluencer
- imma (@imma.gram)
- Bermuda
- Liv in the future
- Body by Ralph
Una schiera di influencer facilmente ingaggiabili, senza troppe pretese, che si mettono in posa proprio come vuoi tu e… non esistono. I loro creatori, però, sì: e qui parte il business del product placement.
Il loro rapporto col pubblico è dichiaratamente falso, pur creando numerose interazioni perché sposta l’attenzione sul piano del gioco: come un videogame a metà tra la realtà e il mondo digitale. Una contaminazione, insomma, interessante soprattutto per i brand che cercano grande pubblicità e zero complicazioni.
Le modelle “vere” hanno il mondo reale dalla loro
Non esisterebbero imitazioni senza originali. E questo è valido soprattutto per le modelle, che diventano iconiche proprio perché si distinguono per la loro avvenenza da tutte le altre donne.È grazie alle “vere” modelle e influencer che le loro copie virtuali hanno qualcosa a cui ispirarsi. Le modelle che siamo abituati a seguire, commentare, criticare, ammirare, hanno dunque dalla loro parte il primato dell’originalità e il primo posto in questa corsa.
Di certo il “gioco” delle modelle virtuali intrattiene e crea nuove prospettive, ma quante volte la realtà è più interessante del mondo virtuale, sempre uguale e privo di scivoloni, pettegolezzi, imperfezioni da discutere? Ecco perché lo splendore delle modelle autentiche non rischia di tramontare, anzi, può essere amplificato da “collaborazioni” dirette o indirette, oppure diventare il protagonista dello show.
Virtual influencer: quale futuro?
Tra Tik Tok, Reels, Twitch e Animal Crossing, il loro futuro è sempre più multicanale, secondo Comscore, in un solo anno la user base di TikTok in Italia è triplicata.
Con 8 milioni d’italiani iscritti, non solo tra i GenZer e la generazione alpha, aumentano i brand che investono in pubblicità su questi canali e i loro influencer. Così, più o meno nello stesso periodo in cui è apparsa Miquela, Riot Games (League of Legends) ha creato un gruppo pop virtuale, K/DA, che si è perfino esibito alla cerimonia di apertura della finale del campionato del mondo a Parigi e nel 2019 alle finali regionali LPL di League of Legends a Shanghai.
E, in questo mondo d‘intrattenimento virtuale, Balmain ha lanciato una schiera di modelli virtuali per rappresentare il suo stile nel mondo digitale. Poi c’è l’aspetto dell’impatto sociale. Miquela, ad esempio, difende i diritti delle donne, i diritti LGBTQ+, le recenti ingiustizie razziali e i movimenti Black Lives Matter.
In questo modo, come con qualsiasi mezzo artistico che si astrae da chi lo realizza, i virtual influencer diventano anche un modo per lanciare dei messaggi a carattere sociale. E chissà che gli influencer in carne ed ossa non possano insegnare ancora tanto altro a queste rappresentazioni digitali.
Avatar e modelle, una coppia a braccetto
Se i fan sono affascinati dalle modelle reali almeno quanto da quelle virtuali, non c’è da meravigliarsi che il mondo della moda si diversifichi nelle sue scelte come farebbe un comune utente.Seguire Kim Kardashian non impedisce che si voglia seguire anche Barbie. E, forse, smetterla di fare confronti ci aiuterebbe ad osservare il fenomeno in un modo più obiettivo, privo di pregiudizi e ponendoci in una posizione di maggiore comprensione delle potenzialità di ogni mezzo espressivo.
Guarda anche – Le modelle più famose e ricercate sulle passerelle mondiali