Una magica danza di luci e colori: le aurore boreali sono uno spettacolo affascinante, da vedere almeno una volta nella vita durante il periodo migliore.
Aurore boreali: dove e in quale periodo dell’anno si manifestano?
Si tratta di un particolare fenomeno ottico dell’atmosfera che, sin dai tempi antichi, ha incuriosito le popolazioni dei fortunati paesi che ne sono spettatori.
Secondo i Norreni, abitanti germanici della Scandinavia centro-meridionale e della Germania settentrionale, si trattava di una battaglia tra Valchirie.
Le vergini guerriere, inviate da Odino per condurre gli eroi morti in guerra nell’aldilà, riflettevano la luce attraverso gli scudi d’argento creando nei cieli notturni l’effetto misterioso dell’aurora.
Altre popolazioni parlavano, invece, di gnomi e folletti, abitanti delle foreste del nord, che danzavano di notte sprigionando magiche scie di colore.
Lo stesso accadeva nell’emisfero australe dove gli aborigeni australiani spiegavano il fenomeno come una mistica coreografia degli Dei.
Nel 1600 lo scienziato Galileo Galilei definì aurore boreali quelle che fino ad allora erano state chiamate le “luci del Nord”.
Per l’appunto, “Aurore” in nome di Aurora, dea dell’alba, e boreali come la Borea, il vento proveniente dal Nord da cui si pensava fossero originate le scie colorate.
Fino alla metà del 1800, gli studiosi giustificavano la presenza delle luci colorate come riflessi dei raggi di sole su enormi iceberg negli oceani oppure lampi ad alta quota.
Solo il 28 agosto del 1859, dopo aver osservato il manifestarsi di diverse aurore su tutto il territorio americano, l’astronomo inglese Richard Christopher Carrington scoprì il legame tra le aurore boreali e l’attività solare.
Quindi: come si spiegano le aurore boreali scientificamente?
Per poter spiegare come si verifica il fenomeno delle aurore boreali o polari, com’è giusto definirle, bisogna indagarne le cause partendo dalla superficie solare.
Qui, infatti, protoni ed elettroni, presenti in gran quantità, vengono stimolati dal movimento generato dalla forza gravitazionale.
La gran quantità di energia prodotta fa sì che una parte del campo magnetico solare venga rilasciata.
Questa, sotto forma di radiazione elettromagnetica, neutrili e vento solare raggiunge l’atmosfera dando vita ad un campo magnetico inter-planetare.
Quando il vento solare non è intenso, le particelle oltrepassano il campo magnetico terrestre e raggiungono la terra senza alcun effetto.
Se, invece, l’attività solare è molto elevata, il campo inter-planetario e quello terrestre si scontrano provocando l’accelerazione delle particelle verso i poli.
La collisione tra le particelle solari cariche e gli atomi di gas presenti nello strato più esterno dell’atmosfera genera energia sotto forma di bande luminose visibili, che prendono il nome di archi aurorali.
Dove assistere a questo spettacolo della natura?
Questo fenomeno riguarda principalmente il polo nord e il polo sud: è per questo che la definizione più corretta sarebbe aurora polare e, a seconda dell’emisfero in cui si osserva, boreale o australe.
Per l’appunto, i luoghi migliori per assistere allo spettacolo sono proprio i circoli artici.
In Europa, tra le mete consigliate dove andare a caccia di aurora ci sono Norvegia del Nord, Danimarca (Isole Faroe) e Lapponia svedese.
Le aurore sono più intense tra gennaio e marzo nella fascia oraria tra le 22 e l’una di notte.
Anche in Svezia, una volta raggiunta Kiruna, estremo nord, si può assistere al manifestarsi delle aurore, soprattutto a inizio settembre.
La Finlandia (Luosto e Sodanklya) è il luogo più indicato al mondo per ammirare le aurore boreali.
Da settembre a marzo nella parte più a nord del paese si manifestano in media ogni due notti.
Islanda e nord della Russia potrebbero regalare la vista mozzafiato, ma con probabilità inferiore rispetto ad altri luoghi dell’emisfero boreale, come ad esempio l’Alaska, il Canada e la Groenlandia.
A sud dell’emisfero le possibilità sono più ridotte: appaiono circa 10-20 aurore australi l’anno.
Le destinazioni dei viaggi alla ricerca dell’aurora sono Nuova Zelanda, Tasmania, arcipelago della Georgia del Sud, isole Falkland e Terra del Fuoco, in particolare nei pressi di Ushuaia.
Vengono spesso organizzati dei safari fotografici nei luoghi in cui si manifestano le aurore.
Esperti del mestiere studiano tutte le condizioni necessarie affinché si possa godere al meglio della bellezza di questo spettacolo naturale.
Qual è il periodo migliore per vedere le aurore boreali?
Il fenomeno dell’aurora polare non è facilmente osservabile, infatti, ci sono periodi e stagioni precise in cui è più probabile alzare lo sguardo e incontrarle sul proprio cammino.
Si tratta dell’autunno e della primavera, nello specifico durante gli equinozi tra febbraio e marzo e tra settembre e ottobre.
In questi periodi dell’anno, la terra è orientata verso il sole, così aumentano le possibilità che il vento solare entri in collisione con il campo magnetico terrestre provocando il fenomeno.
Nessuna aurora boreale è uguale all’altra.
Dopo anni di osservazione e studio del fenomeno, però, è stata definita una classificazione internazionale delle aurore polari: la più comune è quella ad arco.
Le bande colorate possono restare immutate per ore oppure cambiare forma divenendo spirali e poi svanendo nel buio.
Alcune aurore sono composte solo da bagliori, simili ai lampi.
Altre si manifestano come raggi isolati che dopo poco spariscono e altre ancora formano figure astratte come in un test di Rorschach.
Il colore dipende dall’altitudine e dagli atomi di gas presenti nel campo magnetico terrestre.
Il verde e il blu si manifestano quando c’è ossigeno atomico nello strato più basso dell’atmosfera.
Il rosso è molto raro poichè è provocato dall’interferenza dell’ossigeno molecolare degli strati più alti.
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