Se pensiamo al paesaggio, alla varietà dei colori nel Canal Grande, non può che tornarci alla mente un quadro di William Turner.

Con la laguna veneziana Joseph Mallord William Turner avrà un rapporto breve, ma intenso.

La Madonna della Salute, San Giorgio e le Zitelle, il Ponte dei Sospiri entrano di scatto nelle sue tele e, lui, tra i massimi esponenti dell’arte e del Romanticismo inglese, sarà conclamato come uno dei massimi “pittori della luce”.

William Turner e la luce di Venezia…

Se desiderate vedere una Laguna assolutamente inedita visitatela partendo proprio dai luoghi ritratti dall’artista.

Vi ritroverete il primo giorno, forse, in Piazza San Marco: la gioia di trovarsi lì, in un luogo dove anche la felicità è senza durata.

Nella sua vita Turner soggiorna solo tre volte nella città. Quattro settimane in tutto, tra il 1819, anno del suo primo Grand Tour e, il 1841, anno del suo ultimo viaggio in Italia.

L’architetto James Hakewill gli chiede di ritrarne i monumenti, confrontandosi con i grandi maestri del passato, fra tutti: i coloristi.

Mentre lo sguardo spazia fra storia e luce noterete che convivono due aspetti diversi di Venezia: una città pubblica e una città riservata, costellata di momenti di riflessione.

San Marco ne è un esempio: l’influsso bizantino ha fatto accettare alla Laguna il santo greco Teodoro.

La facciata della Basilica ci ricorda, però, che in passato si esercitavano anche funzioni amministrative; in diverse occasioni potrete individuare le immagini scolpite della Giustizia, della Prudenza e dei “sapienti legislatori” veneziani.

La riflessione per Turner è un tema caratteristico della città d’arte, un sentimento da cui in visitatore è attratto e, al tempo stesso, respinto.

Nel dipinto San Benedetto, guardando verso Fusin, si nota, al centro dell’opera, la veduta della terraferma incorniciata dal panorama lagunare.

Anche la scelta di dipingere la città all’alba, fa intuire quanto il pittore conosca a fondo l’anima rara della laguna attraverso l’impeccabile degradare della luce.

Il Neoclassicismo canoviano risulta superato. Si cercano nuove concezioni, una nuova estetica, una bellezza imprevedibile.

Nel vostro weekend non potrà mancare una visita al ponte dei “Sospiri“.

Innamorati o no, qui l’amore sarà sempre eterno. Tutta la luminosità dipinta da Turner la troverete fra le gondole che appaiono, scompaiono in mezzo all’acqua e, a bagni di folla.

Ricordatevi, però, che i sospiri che danno il nome al ponte, in origine, erano solo quelli dei condannati, condotti nelle vicine carceri.

Il ponte oggi si contende, comunque, la fama con il celebre Rialto, sul Canal Grande.

Camminando, non potrete non trovarvi davanti al Palazzo Ducale, che ha accolto i Dogi della storia della Repubblica di Venezia.

Napoleone Bonaparte, inoltre, nel 1797, lo rese il centro della sua amministrazione.

E sempre passeggiando fra i calli, le strette vie veneziane, raggiungerete il portico della Madonna della Salute.

Turner dipinge la marina sconfinata, irraggiungibile: utilizza colori chiari per mettere in risalto i palazzi che costeggiano il fiume.

Al centro vi sono solo le navi, le imbarcazioni, gli equipaggi, un uso inedito del colore.

Perché Venezia al di là delle folle è senza tempo. Il tempo, in effetti, non può che trascorrere in modo contraddittorio.

Vi sembrerà sempre troppo presto o troppo tardi per partire e per restare, ma come in un quadro di William, ciò che conta è l’emozione, il bacio languido-irresistibile fra sole, gondole e mare, verso il tramonto.

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