Una “Prima della Scala” inedita questa del 2020, in tempi di Covid niente pubblico e solamente diretta tv.
“Uno spettacolo degno di Milano”, uno spettacolo godibilissimo, che ha ricordato a molti i momenti stupendi vissuti in questo meraviglioso teatro. Sono molto contento di come sono apparsi alcuni protagonisti con i miei abiti. Per lo stilista, che ha vestito tante prime, quella andata in scena è una prima che entrerà nella storia del teatro”.
commenta così l’apertura Giorgio Armani.
Una Prima che entrerà nella storia del teatro con tanti elementi a cui però ne è mancato uno fondamentale: lʼapplauso del pubblico. Una Prima della Scala in una veste decisamente insolita, segnata dall’approdo sul piccolo schermo: un evento storico, andato in onda in tv a causa dell’emergenza Coronavirus.
A riveder le stelle spettacolo di dantesca memoria
Sul palco un appuntamento imperdibile, fatto di arte e bellezza dal titolo “A riveder le stelle”.
Musica, balletto, prosa e arte visuale fortemente voluti dal regista Davide Livermore, a sottolineare:
“Faremo qualcosa di mai visto prima e che mai più vedremo dopo”.
Un’ampia carrellata di brani che hanno ripercorso la storia dell’opera, non solo italiana.
Ventiquattro tra i massimi interpreti della scena lirica internazionale,
da Plácido Domingo a Roberto Alagna, da Jonas Kaufmann a Vittorio Grigolo. Le loro performance sono state dirette da Riccardo Chailly, a capo dell’orchestra di casa, posizionata per l’occasione in platea.
A presentare l’evento, Milly Carlucci insieme a Bruno Vespa:
la conduttrice ha optato per un outfit semplice ma d’effetto, un completo nero con giacca e pantaloni neri, e una blusa bianca dallo scollo arrotondato. Capelli sciolti e lisci, che ha scelto di puntare tutto sul make up intenso, con uno smokey eyes che ha messo in risalto lo sguardo e un rossetto nude sulle labbra.
Prima della Scala 2020: esibizione stellare e sorprendente la performance dell’étoile Roberto Bolle.
Il primo ballerino al mondo ha danzato sulle note di Davide Dileo – fondatore dei Subsonica – ed Erik Satie, in un gioco di luci, di leggerezza e di colori ha lasciato davvero senza fiato. La coreografia messa in scena da Bolle era una delle più attese, visto che ha unito tecnologia e tradizione, proprio come aveva preannunciato.
Scenografie inedite: vestiti di scena firmati da grandi stilisti come Dolce & Gabbana e Armani.
Giorgio Armani, Dolce e Gabbana e Valentino, i grandi nomi del made in Italy che hanno vestito le star della lirica mondiale. Esponenti del fashion system italiano hanno deciso di stringersi attorno al Teatro e “cucire” una seconda pelle sugli interpreti con le loro creazioni. Giorgio Armani, Dolce e Gabbana e Valentino, con la presenza anche di Lella Curiel, Marco De Vincenzo e Gianluca Capannolo hanno dato vita a un “guardaroba” eccellente per gli interpreti. Senza dubbio il momento conclusivo con sei protagonisti del cast, le cantanti Eleonora Buratto e Rosa Feola in Dolce e Gabbana, Marianne Crebassa in Giorgio Armani e i cantanti Luca Salsi con frak Dolce e Gabbana, Juan Diego Florez e Mirko Palazzi, vince in emozione per lo spirito di corpo.
Un messaggio di speranza: un viaggio musicale che parte dal tema della maledizione di Rigoletto per arrivare alla catarsi di Guglielmo Tell
Per dire che riusciremo “…A riveder le stelle …” come recita il titolo dello spettacolo.
Il regista Davide Livermore ha scelto di dare una forma “cinematografica” allo spettacolo con tributi a Fellini con una furtiva lacrima eseguita da Juan Diego Florez nel set della Strada e il Dino Risi del Sorpasso con la spider su cui si alza Rosa Feola cantando: “S’o anch’io la virtù magica” da Don Pasquale.
Anche questa una parte di scenografia già usata alla Scala (proprio per il don Pasquale con la regia di Livermore) come il leone di Tosca, che ha aperto la scorsa stagione.
C’è tutta la Scala, anche il ricordo del concerto della riapertura del 1946, della ripartenza “dalla cultura”
“Solo con l’arte si può pensare di tornare tutti insieme a riveder le stelle”.
ha detto Livermore.
Le parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala Presidente del Teatro Alla Scala
“Non si poteva assolutamente non fare la Prima, non si poteva fare quella classica per cui questa mi pare la migliore soluzione. Lo dico da anni, Milano ha bisogno della Scala e la Scala ha bisogno di Milano”.