È arrivato il momento tanto atteso per Simone Finetti, che dopo aver partecipato alla quarta edizione di Masterchef ha rivoluzionato la sua vita. Simone, cuoco originario di Argenta, si prepara a partecipare alla nuova edizione del programma “MasterChef All Stars Italia”. Lui ha saputo trasformare la sua passione in una grande professione, studiando e confrontandosi con realtà d’importanza internazionale. Oggi abbiamo il piacere d’incontrarlo per scoprire qualcosa in più su di lui.
Prima di raccontarci il tuo incontro con MasterChef dimmi come nasce la tua passione per la cucina?
Nasce grazie alla nonna. Ero piccolo ed ero un bambino molto vivace, l’unico modo per tenermi buono e lontano dai pasticci era quello di darmi un mattarello ed impastare uova e farina. Facevo così con lei la pasta, quella tipica delle mie zone. Questo è il mio ricordo di sempre ed il mio inizio.
La tua prima partecipazione a MasterChef?
La mia prima partecipazione avvenne grazie ad un amico che, a mia insaputa, inviò la mia candidatura. In quel periodo facevo l’elettricista e uscivo da poco da una relazione, ero in crisi. Quando la redazione mi contattò ero incredulo ma euforico, da quella telefonata tutto cambiò e capii che ci sarebbe stata una rivoluzione nella mia vita.
Cosa ti ha portato MasterChef e come è cambiata la tua vita?
La notorietà e la consapevolezza di come avrei voluto procedere. Da quando sono uscito dal programma sono accadute tantissime cose, davvero incredibili, una dietro l’altra. Professionalmente parlando mi si è aperto un mondo. Dopo aver vinto Master Pasta di Voiello, occasione in cui ho imparato tantissimo, ho proseguito con gli studi. Mi sono diplomato presso Alma, il più autorevole centro di formazione sulla cucina italiana a livello internazionale, da qui in poi la mia crescita è stata esponenziale. Non posso dimenticare le esperienze professionali che ho avuto con grandi nomi quali Marcello Leoni e Giacinto Rossetti, insignito di tre stelle Michelin, di cui sono l’ultimo allievo che ha instradato verso la cucina francese.
L’opinione di Simone Finetti sui severissimi giudici Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo?
Due grandi professionisti provenienti da due correnti di pensiero diverse. Barbieri proviene dalla mia stessa scuola e comprendo meglio il suo stile di cucina. Antonino, cucina come amo, usa molte più salse, che ritroviamo tantissimo nella cucina francese, lui ha un impronta del sud con i sapori veraci e intensi e l’aggiunta di una grande raffinatezza.
Cosa si prova ad indossare il grembiule di MasterChef, quali sono le tue previsioni?
Questa volta voglio arrivare fino in fondo a “MasterChef All Stars Italia“, la prima volta ero giovane ed era un periodo molto particolare per me. Oggi ho tutti i mezzi ed un bagaglio di preparazione tale da poter dire: “voglio portare a casa il titolo”.
Attualmente cosa stai facendo?
Attualmente sono Chef Promoter, ho lavorato in sette ristoranti diversi in giro per l’Europa. Nello specifico mi occupo di advertising e sviluppo prodotti, ricerca e sviluppo dietro le catene alimentari. Sono anche docente in tre scuole, sia per i bimbi, che per adulti con un master di Alta Cucina a Ravenna. Tra gli ultimi affiancamenti importanti sostenuti c’è il mercato ittico di Chioggia, un impegno per la rivalutazione stessa del territorio, delle pietanze, dei cibi e della diffusione della metodologia di pesca, legata ovviamente alla cucina. Ho scritto un format che si chiama “Heroes” , a cui sto lavorando. La mia idea è che non bisogna considerare lo Chef come un Re indiscusso o come il Santo Graal, vorrei sfatare questo simbolo. Il compito dello Chef è uno soltanto: non rovinare la nobile materia prima. Dietro un grande piatto c’è una storia da raccontare, c’è una grande materia prima e dietro questo c’è sempre la storia di una persona, che ha fatto sacrifici. Il libro che sto scrivendo e le quattro puntate di Heroes parlano proprio di questo. Un format televisivo in cui io, in prima persona, vado a scoprire in tutta Italia le storie e le tradizioni. Vado a scoprire i nonni che legano ancora oggi i prosciutti a mano e tanto altro ancora, questi sono i miei eroi… Sono loro i protagonisti.
Ad un primo appuntamento con la tua Lei cosa cucinerebbe Simone Finetti per conquistarla?
Per prima cosa farei un’indagine conoscitiva per capire cosa le piace. Comunque infallibili sono i crostacei a meno che non ci siano problemi di allergia. Partirei con del pesce crudo e qualche ostrica accompagnati da una bollicina francese o della zona del Trentino, diffidiamo delle grandi distribuzioni: “La Gioconda è una sola”.
Il segreto di un buon piatto qual è?
In primis la materia prima nobile e la tecnica che viene usata per cucinarla.
Come vedi il tuo futuro in cucina?
Il mio futuro è a metà tra cucina ed insegnamento. Raccontare le storie della cucina attraverso quello che mi hanno insegnato. Vorrei essere il ragazzo che fa da trait d’union tra il passato e la tradizione.
Se dovessi cucinare per una prima donna della tv per chi cucineresti?
Mi piacerebbe cucinare per Maria De Filippi, credo sia una donna altamente carismatica e potrebbe comprendere la reale storia di un piatto.
Sogno nel cassetto di Simone Finetti?
Un giorno vorrei ottenere il riconoscimento della “stella Michelin“.