Il caro bollette, di concerto al rincaro del prezzo del gas, è in assoluto il tema più discusso e controverso a livello europeo. Ormai sono infatti quotidiane proposte, discussioni ed eventuali soluzioni degli organi competenti sugli elevatissimi prezzi dell’energia che hanno fatto già chiudere in Italia e in Europa diverse aziende, svilite dal blocco della pandemia e andate completamente KO con cifre da pagare sestuplicate. La crisi energetica morde anche il settore dei negozi di moda, il quale si sta prodigando per fronteggiare il momento difficile spegnendo le luci dei propri punti vendita, una scelta etica per mandare un messaggio chiaro a tutto il mondo.
L’iniziativa del gruppo LVMH
A dare il LA sono stati i brand facente parte del famoso gruppo del lusso LVMH: in prima linea ad esempio ci sono Louis Vuitton e Valentino ad aver scelto di abbracciare la campagna “Lights off campaign”, decidendo di anticipare l’orario di spegnimento delle vetrine dei rispettivi store, fattore che secondo i calcoli stimati potrebbe permettere di risparmiare ben 800 kWh, ovvero l’equivalente di tredici mila lampadine accese, un numero spaventoso.
Prosegue quindi in modo incessante il dialogo sempre più aperto e continuo tra moda e sostenibilità, con il coinvolgimento diretto delle maison più blasonate. A questo proposito è da segnalare quanto fatto dalla già citata Valentino che, sul suo sito ufficiale, ha inserito una voce dedicata alla spiegazione di tutti gli sforzi che il brand compie in tema appunto di sostenibilità, come ad esempio l’impegno verso le fonti rinnovabili, le quali riescono a consumare oltre l’80% di tutti gli store sparsi in giro per il mondo. Più passa il tempo dunque, più si allarga e diventa complessa la sfida del lusso, impegnato non più soltanto nell’accurata selezione dei materiali con un impatto ambientale basso, ma con un tipo di organizzazione a tutto tondo che, giocoforza, riguarda ogni singola componente della propria casa di moda: dai dirigenti ai dipendenti passando per i negozi.
Gli orari di spegnimento
Ma quali saranno le fasce orarie in cui le boutique spegneranno la luce? Stando alla decisione del gruppo i negozi come Dior, Celine, Givenchy, Marc Jacobs e Kenzo, interromperanno l’alimentazione energetica tra le 22:00 e le 7:00 del mattino. Alle 21:00 invece saranno spenti gli interruttori degli uffici amministrativi. Sono poi previsti altri tipi di intervento sui riscaldamenti e sull’aria condizionata: per questo inverno infatti si registrerà negli store un abbassamento di un grado in inverno oltre che l’innalzamento sempre di un grado per l’estate.
Una decisione saggia, considerato le temperature esageratamente tropicali e polari a seconda della stagione dell’anno, spesso oggetto di lamentela da parte dei clienti. Chiaramente poi qualsiasi griffe del gruppo sarà libera di fissare degli obiettivi da rispettare in futuro, come già annunciato da Moët Hennessy, azienda che si è lanciata in una sfida ancora più ambiziosa rispetto a quella dei colleghi: ridurre addirittura del 15% il consumo energico entro il 2023.
Dalle difficoltà un nuovo stile di vista etico?
E chissà se queste scelte forzate porteranno a un miglioramento dello stile di vita non solo delle azienda, ma anche di tutti gli individui. Riflettendoci infatti le difficoltà dettate ad esempio dall’avvento improvviso dell’emergenza sanitaria, nello spaesamento e nella frustrazione generale, hanno comunque sdoganato alcune accortezze ancora oggi utili: stiamo parlando ad esempio del rispetto della distanza di sicurezza o della scelta facoltativa di indossare la mascherina nei luoghi eccessivamente affollati. La speranza è che anche attraversando un’altra fase delicatissima della nostra storia tutti noi saremo capaci di ricavare l’unico aspetto positivo della vicenda: quello di rispettare il pianeta, abituarsi al risparmio, trattare con cura dei beni preziosi e, come abbiamo visto, tutt’altro che scontati.
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